Recensioni Fumetti

Recensione Apartheid – Barbera Editore

Redazione 05/05/2010

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Autore Erika De Pieri (testi, disegni)
Casa Editrice Barbera Editore
Provenienza Italia
Prezzo € 19,90
A cura di Sergio L. Duma


Ci sono fumetti inutili e fumetti utili. Ci sono quelli che si limitano ad intrattenere. E quelli che, invece, fanno pensare. Poi esistono fumetti che definirei necessari. Ecco, Apartheid, graphic novel di Erika De Pieri, è indubbiamente utile ma, prima di tutto, necessaria. Necessaria perché, in questi tempi grami di razzismi imperanti, bisognerebbe pubblicare un maggior numero di fumetti come questo. Un fumetto che dovrebbe essere letto proprio dai razzisti (ammesso e non concesso che siano in grado di leggere).

Come è facile intuire dal titolo, Apartheid racconta una delle pagine più vergognose della storia umana: quella dell’Apartheid in Sud Africa, appunto. E lo fa attraverso le parole e i pensieri di colui che è il simbolo della lotta contro le discriminazioni, Nelson Mandela. Il libro in questione, in effetti, potrebbe essere considerato una biografia a fumetti e, indubbiamente, le vicissitudini esistenziali di Mandela costituiscono la parte preponderante del volume.

Tuttavia, l’autrice non rimane sempre vincolata, nell’ambito della narrazione, a una impostazione realista e meramente biografica e ci sono momenti in cui gli avvenimenti sono trasfigurati da un impulso metaforico, nonché visionario, di grande valenza suggestiva: caratteristica, questa, che fa di Apartheid un curioso mix di ispirazioni, sia grafiche sia di scrittura.

Erika De Pieri ha già al suo attivo diversi lavori in campo fumettistico come, per esempio, La Saponificatrice o Il Mostro di Firenze, e chi la conosce non si meraviglierà, leggendo Apartheid, di avere a che fare con un’autrice interessante e certamente da tenere d’occhio. Dal punto di vista della scrittura, lo stile della De Pieri è lirico e poetico, non esente, a tratti, da afflati malinconici e struggenti (motivati anche dalle situazioni descritte) che però, fortunatamente, non scadono mai nella retorica o nel luogo comune.

La De Pieri, quindi, ci descrive la vita di Mandela, a cominciare dall’infanzia, sino ad arrivare alla giovinezza e poi alla nascita del suo impegno politico, con tutte le insidie e i pericoli che esso comporta. Se c’è da fare qualche appunto, per ciò che concerne la trama, è che a volte ci sono alcune lentezze nella narrazione; inoltre, a mio avviso, la De Pieri idealizza troppo Nelson. Non che la figura di Mandela non sia degna di rispetto, intendiamoci: ma bisogna considerare che, nel periodo post-Apartheid, Nelson ha dimostrato di non essere un grande politico.

E la moglie di Nelson, Winnie, che in questo libro è rappresentata in maniera più che positiva, si è, nella realtà, rivelata discutibile. Per giunta, aggiungiamo che il Sud Africa dell’Apartheid era dominato dalle speculazioni del cartello Oppenheimer e, nel nuovo ordinamento democratico di Mandela, gli Oppenheimer, con buona pace di tutti, sono rimasti al loro posto e continuano a sfruttare le risorse economiche del paese, senza che Mandela sia riuscito a modificare lo stato delle cose.

Tuttavia, mi rendo conto che non si poteva svolgere un discorso esaustivo nell’ambito di una graphic novel e si può dire che, malgrado queste mancanze, il giudizio che si può dare è più che positivo. Così come non si può non giudicare positivamente i disegni della De Pieri, caratterizzati da un magnifico bianco e nero, che esprimono visivamente la bellezza dei paesaggi dell’entroterra africano. Non mancano influenze dell’arte grafica africana e ci sono inserti fotografici, disegni a china ed altri ad acquerello che contribuiscono a rendere molto vario il libro.

Di conseguenza, lo ripeto, questo è un fumetto necessario. Che dovrebbe essere letto nelle scuole. E anche da coloro che credono erroneamente che il colore della pelle o il luogo di nascita di una persona siano prova della sua presunta superiorità o inferiorità razziale. Sempre ammesso e non concesso, lo ribadisco, che costoro siano in grado di leggere.


VOTO 7

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