RECENSIONI

I colori dell’anima – The Colors Within: recensione del film anime al cinema

Federico Vascotto 24/02/2025

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Gli anime al cinema 2025 iniziano con I colori dell’anima – The Colors Within, il nuovo film diretto dalla regista Naoko Yamada (La forma della voce) e prodotto da Science SARU, studio di animazione dietro alla serie fenomeno del momento DanDaDan. Questo nuovo lungometraggio arriva nelle sale cinematografiche italiane in un evento speciale di tre giorni il 24, 25 e 26 febbraio 2025. Lo abbiamo visto in anteprima e vi raccontiamo cosa aspettarvi senza spoiler.

I colori dell’anima: un’occasione narrativa sprecata

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Totsuko è una studentessa delle superiori con la capacità di vedere i “colori” degli altri. I colori della gioia, dell’eccitazione e della serenità, oltre al suo colore preferito. Kimi, una compagna di classe della sua scuola, emana il colore più bello di tutti. Anche se non suona uno strumento, Totsuko forma una band con Kimi e Rui, un tranquillo ragazzo appassionato di musica che incontra in una libreria di libri usati ai margini della città. Mentre si esercitano in una vecchia chiesa su un’isola remota, la musica li unisce, formando amicizie e creando legami. Riusciranno a scoprire i loro veri “colori”?

Il soggetto di base, che proviene dall’omonimo manga, è estremamente interessante: i colori sarebbero potuti diventare metafora e simbolo di qualcos’altro. Anche della propria voce interiore, vista l’importanza della musica come filo conduttore dell’intera pellicola. Invece rimangono lì appesi e non sviluppati. Lo stesso dicasi per l’altro spunto narrativo: vedere i colori degli altri ma non riuscire a distinguere i propri.

Lo sviluppo della trama – l’importanza dei propri sogni e il potere dell’arte – oltre che un tema abusato, diviene inoltre estremamente fanciullesco. Vuoi per l’età della protagonista, vuoi per la religione alla base del racconto. Nonostante il chiaro sviluppo sentimentale dei protagonisti, che ci sembra vada oltre l’amicizia ma anche in questo caso rimanga purtroppo solamente accennato.

The Colors Within – un comparto tecnico incredibile

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Per fortuna lo scorso stimolo narrativo è coadiuvato da un comparto tecnico creativo. Da alcune scelte di regia al tratto infantile particolare dei disegni fino ai fondali colorati e delicati, che danno quasi una sensazione tattile. Non a caso il design dei personaggi è affidato allo stile ritmato di Takashi Kojima (il bellissimo Ride Your Wave).

Le musiche di Kensuke Ushio, celebre compositore che ha già coinvolto gli spettatori con le colonne sonore di Chainsaw Man e di DanDaDan, torna a collaborare con Yamada dopo La forma della voce e Liz e l’uccellino azzurro. Il risultato è un mix pop-rock molto particolare che vuole esprimere il turbamento interiore dei protagonisti, che vivono un grande cambiamento. Il film rappresenta il momento fondamentale della crescita: peccato non lo abbia fatto al meglio.

In breve

Giudizio Globale

6

Sommario

Un comparto tecnico e animato stimolante viene penalizzato da una storia che parte da un ottimo spunto che però non viene sviluppato, risultando troppo infantile rispetto al precedente (capolavoro) La forma della voce.

Punteggio Totale

6

stars

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