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Dylan Dog 365 Cronodramma [VIDEO RECENSIONE]

Domenico Bottalico 02/02/2017

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La nostra video recensione di DYD 365 uscito da pochissimo in tutte le edicole e che vede Dylan indagare su una casa infestata…

Un’oscura vicenda in bilico tra misteri dell’Universo e dell’animo umano, tra flussi temporali e presenze demoniache!

Dylan entra in contatto con una ricca ereditiera, autrice di romanzi di successo, che lo invita nella sua fastosa residenza fuori Londra perché la casa è infestata. Una volta raggiunta la dimora, Dylan inizia a indagare scavando in una vicenda che affonda le radici in un tragico passato.

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Ben ritrovati amici di MF oggi parliamo di Dylan Dog 365 intitolato Cronodramma ed uscito da pochi giorni nelle edicole italiane; l’albo è firmato da Carlo Ambrosini ai testi e dallo stesso Ambrosini e Werther Dell’Edera ai disegni con copertina di Gigi Cavenago.

Una giovane scrittrice e ricca ereditiera ingaggia Dylan affinché liberi la villa di famiglia dalla presenza di una bambina che non le permette più di uscire di casa, contemporaneamente un’altra bambina bussa alla porta di Craven Road smarrita chiedendo a Dylan e Croucho di riaccompagnarla a casa…

Questi due filoni narrativi apparentemente sconnessi costituiscono i binari sui quali viaggia la tutt’altro che semplice sceneggiatura di Carlo Ambrosini, ben presto infatti Dylan scopre che in entrambi gli avvenimenti non tutto è quello che sembra scavando nel torbido passato della famiglia della ragazza così come nello scabroso presente della bambina. L’autore però non vuole raccontare una crime-story ma giocare invece con il ritmo e le atmosfere: due narrazioni che sembravano parallele ben presto si intrecciano fino a rarefarsi in una eco di dimensioni spazio-temporali alienanti ed alternative dove Lynch ed il migliore Sclavi convivono e dove il tempo si dilata assumendo caratteristiche sinistre.

L’obbiettivo di Ambrosini sembra quello di voler utilizzare il concetto di tempo come grande equalizzatore: il twist rivelatorio affidato a Groucho e le presenze demoniache che vogliono appropriarsi della bambina fungono quindi da metafora per il senso di colpa ed il rimpianto.

Ambrosini e Dell’Edera si dividono le matite e seppur il loro tratto è facilmente riconoscibile si divertono a “confondere” il lettore mantenendo come unico punto di riferimento l’impostazione, la griglia, della tavola rimando alle storie classiche dell’Indagatore dell’Incubo quasi a voler rimarcare il perno alla base dell’albo – il tempo appunto.

In definitiva Cronodramma, grazie al tema del “tempo” che ne costituisce il cuore, sembra essere l’albo adatto per correggere, anche solo parzialmente, una delle maggiori critiche mosse all’ultimo Dylan Dog cioè quella di aver reso Dylan semplice testimone degli eventi che sembrano quasi travolgerlo.

 

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