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Dylan Dog n. 295 – Tra moglie e marito… – recensione

Carmine De Cicco 04/04/2011

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Dylan Dog n. 295
Tra moglie e marito…

Autori: Giancarlo Marzano (testi) e Franco Saudelli (disegni).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Prezzo: 2,70 Euro.
Recensione


Dylan Dog si avvicina all’albo numero 300 – la cui uscita è prevista per Settembre – con una commedia condita d’horror che sa far ridere senza ricorrere a Groucho e alterna situazioni comiche e grottesche a scene violente e terrificanti, unendo nella stessa storia la più piatta vita domestica ad alcuni dei più terribili demoni dell’Inferno.

“Tra moglie e marito…” è l’albo numero 295 della serie ufficiale, uscito nell’Aprile 2011. Ne è protagonista Brett Balsey, la cui ordinaria e noiosa vita viene investita da un vero e proprio ciclone emotivo: Ilyana, avvenente straniera che appena dopo averlo conosciuto gli propone di sposarla, proposta che l’uomo non tarda ad accettare. La donna è bellissima e gentilissima, ma anche un’ottima cuoca e una straordinaria casalinga. Sembrerebbe una moglie perfetta, ma…è una strega. O almeno di questo è convinto Brett, che assolda Dylan per cercare prove che dimostrino che la propria compagna sia una donna normale e che si sia innamorata di lui sinceramente.

Un compito che il nostro indagatore dell’incubo è riluttante ad accettare, ma si sa, i pagamenti incombono e le casse di Craven Road numero 7 sono sempre in rosso: ecco dunque che Dylan Dog si trasferisce dai Balsey fingendosi un lontano cugino scozzese per poter avere la giusta copertura per compiere le indagini. Ma mentre queste non danno risultati di sorta, l’Old Boy si sente sempre più attratto dalla splendida Ilyana.

Tra incidenti orribili, telefonate nottetempo, sorprese poco gradite, demoni, disertori e scelte di vita poco ortodosse, Dylan proverà sulla propria pelle quanta verità ci sia nel vecchio proverbio: tra moglie e marito non mettere il dito. Il rischio è quello di rimanerci secchi e ritrovarsi poi nel lago del parco pubblico del tutto smemorato. E ancora una volta senza aver percepito alcun compenso.


Voto: 6

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