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Recensioni Manga

Cutie Honey The Origin, il classico fanta-ecchi di Go Nagai [Recensione]

Vanessa Maran 22/02/2017

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Grazie a J-POP gli appassionati di manga possono ora leggere le avventure di Cutie Honey, eroina creata dal genio di Go Nagai tra fantascienza, humour erotico, combattimenti e drammi

In Italia Go Nagai, celebre mangaka al quale si deve la creazione di numerosi classici del fumetto giapponese (tra i quali Mazinga, Ufo Robot Goldrake, Jeeg Robot d’Acciaio e Devilman), è noto soprattutto per essere praticamente il “fondatore” del genere mecha.

Tuttavia, in Giappone Go Nagai è famoso anche per i suoi manga ecchi, da “La Scuola Senza Pudore” a, per appunto, “Cutie Honey”, che è anche il nome di battaglia della sua protagonista.

Honey Kisaragi è una bella ragazza con lunghi capelli biondi che, però, è in realtà un androide: è stato il padre, un noto scienziato, a crearla e ad installare all’interno del suo corpo il cosiddetto “sistema fisso degli elementi dell’aria”.

Questa tecnologia all’avanguardia permette alla ragazza di trasformarsi in Cutie Honey, un’atletica spadaccina con i capelli rossi che ha la possibilità di assumere ben sette identità diverse, dall’infermiera alla statua in bronzo. Il suo obiettivo è quello di vendicare il padre che, dopo averla creata, venne rapito dalla setta di cyborg Panther Claw, che lo uccisero mentre tentavano di sottrargli il sistema fisso degli elementi dell’aria.

Questa, però, è solo la punta dell’iceberg di Cutie Honey, pubblicato per la prima volta tra il 1973 e il 1974: questo manga di Go Nagai, infatti, è caratterizzato da una costante presenza di nudità, dato che il lettore può ammirare il corpo atletico di Cutie Honey ogni volta che deve trasformarsi o cambiare identità. E la nudità è spesso inserita in un contesco comico e/o grottesco, tipico dell’humour di Nagai.

Nel corso dei combattimenti di Cutie Honey, scene drammatiche si alternano a parentesi erotiche e umoristiche, offrendo al manga un ritmo veloce e serrato che non ammette pause o rallentamenti. Questa “rapidità” nella narrazione si traduce anche in disegni dinamici e figure in movimento, quasi irrequiete, che sembrano sempre sul punto di scattare.

Anche in Cutie Honey, inoltre, è evidente una delle cifre stilistiche di Go Nagai: quella di alternare personaggi ben proporzionati e donne stupende ad altri molto più caricaturali, quasi dei “mostriciattoli” che, in contrapposizione con Honey, appaiono ancora più parodistici.

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