Spider-Men nn.1-2 – Recensione
Pubblicato il 20 Maggio 2013 alle 15:30
Peter Parker e Miles Morales, i due Spider-Men più famosi dell’universo Marvel, finalmente s’incontrano in una miniserie in cinque parti scritta da Brian M. Bendis e disegnata da Sara Pichelli !
Spider-Men
Autori: Brian M. Bendis, Sara Pichelli
Casa editrice: Panini Comics
Provenienza: Stati Uniti
Genere: Supereroistico
Prezzo: 3,00 euro (n°1); 3,30 euro (n°2)
Anno di pubblicazione in Italia: 2013
Erano anni che i fan dell’Arrampicamuri speravano di vedere un incontro tra lo Spider-Man dell’universo Marvel classico e quello Ultimate, che è la sua versione alternativa più popolare e longeva. La casa editrice però non aveva mai voluto mischiare questi due universi, forse anche perché non c’erano alla base idee abbastanza convincenti per giustificare un evento del genere. Adesso, complice anche il cambio ai vertici, con Axel Alonso come nuovo supervisore capo, si è deciso di accontentare i fan, in un momento tra l’altro particolare per la linea Ultimate, che ha dovuto subire radicali cambiamenti e forti scossoni narrativi per far fronte a un netto calo delle vendite…
Serie più deboli come Ultimate Fantastic Four e Ultimate X-Men hanno visto la loro fine dopo la miniserie Ultimatum, mentre Ultimate Spider-Man è stata completamente rivoluzionata da The Death of Spider-Man, saga dal titolo già piuttosto eloquente e didascalico. Solo che stavolta non si tratta di uno dei soliti titoloni a effetto, perché il giovane Peter Parker dell’universo Ultimate muore veramente dopo un feroce scontro con Norman Osborn/Goblin, per poi venire sostituito da uno Spider-Man completamente nuovo, sia fuori che dentro la maschera.
Il bello della linea Ultimate infatti è che può sicuramente permettersi di osare di più, visto che si tratta comunque di una realtà alternativa, che non ha ancora uno zoccolo duro di fan così consistente. E così anche personaggi iconici come Peter Parker possono essere fatti fuori e soppiantati da ragazzini più alla moda e al passo coi tempi, come l’afroamericano Miles Morales, che attualmente riveste il ruolo di Spider-Man nell’universo Ultimate. Questo cambio di rotta così radicale, che ha fatto parlare anche i giornali e infuriare i fan più puristi del Tessiragnatele, ha avuto un ottimo riscontro sia di critica che di pubblico, e questo lo si deve sicuramente ai suoi autori, ovvero Brian Michael Bendis e Sara Pichelli, i quali sono anche i fautori di questo atteso incontro tra gli Spider-Men dei due universi narrativi della Marvel.
Bendis scrive Ultimate Spider-Man sin dal numero uno e anche questo Spider-Men, di fatto, si può considerare semplicemente un’altra storia della serie, solo che con un ospite particolarmente “speciale”…. Scrivo questo perché chi si aspetta grandi battaglie o avvenimenti epocali probabilmente verrà deluso: lo scopo principale di Bendis in questo caso era mostrare l’incontro tra i due Tessiragnatele e le reazioni delle persone vicine a Peter Parker nell’universo Ultimate, dove lui non c’è più. Tutto il resto è chiaramente solo un contorno, che funge da pretesto per mostrare ai lettori il faccia a faccia che da tempo auspicavano.
Iniziamo col dire che il villain di Spider-Men è unicamente Mysterio, un supercriminale sicuramente bravo a manipolare le menti, con effetti speciali più o meno ricercati e pericolosi, ma pur sempre un uomo normale e cioè privo di superpoteri, e di certo neanche un genio scientifico. Con queste premesse, quindi, verrebbe da chiedersi come lui possa aver creato un portale interdimensionale ( che sarà la causa di tutto, visto che catapulterà accidentalmente Peter Parker nella realtà di Miles Morales ) e se veramente c’era bisogno di Nick Fury, degli Ultimates e di ben due Spider-Men per riuscire a sconfiggerlo….
Insomma, è abbastanza chiaro che il buon Bendis non si sia sforzato troppo, almeno per quanto riguarda l’aspetto più prettamente action e spettacolare, se escludiamo un breve ma divertente incontro/scontro iniziale tra Peter e Miles. Del resto, chi conosce un minimo l’autore sa bene che è sempre stato più ferrato sui dialoghi e i momenti introspettivi piuttosto che sull’azione pura e le grandi battaglie. Il vero epicentro di tutta la vicenda infatti è proprio il penultimo numero, completamente incentrato sull’incontro tra Peter, zia May e Gwen ( ancora viva nell’universo Ultimate ), con una comparsata finale anche di Mary Jane.
La scrittura dilatata di Bendis in questo caso è funzionale alla situazione, in quanto infonde una carica emotiva ancora più forte e sottolinea maggiormente gli stati d’animo e le reazioni dei personaggi coinvolti. Lo shock iniziale nel rivedere Peter Parker ancora vivo è inevitabile e all’inizio sia zia May che Gwen penseranno a un impostore, ma basteranno poche battute e qualche sguardo per capire immediatamente che si tratta proprio del vero Peter, anche se più cresciuto, e il loro riavvicinamento costituisce senza dubbio uno dei momenti più toccanti della saga. Interessante in questo senso anche l’atteggiamento di Nick Fury, che si sente in qualche modo in debito nei confronti di Peter Parker, perché pensa di non aver fatto abbastanza per impedire la sua morte.
E’ piuttosto palese, quindi, che senza gli ultimi avvenimenti che hanno scosso la serie Ultimate probabilmente questo fatidico incontro tra i due Spider-Men non ci sarebbe mai stato, visto che Bendis sembra quasi abbia voluto scrivere un ulteriore epilogo alla morte del “suo” Tessiragnatele. Peccato che non abbia approfittato dell’occasione per dar vita a un evento davvero epocale, visto che i presupposti c’erano tutti, accompagnando una parte più introspettiva e intimista con un’altra più movimentata e avventurosa, che invece è solo accennata e poco credibile. Questo purtroppo fa di Spider-Men un esperimento riuscito solo a metà, anche se il finale aperto lascia presagire che ci sarà un seguito alla vicenda….
Per fortuna non delude la parte grafica, che vede all’opera la nostra bravissima Sara Pichelli, già fautrice dell’esordio di Miles Morales nei panni del Ragno e adesso anche del primo “team-up” tra i due Spider-Men più famosi. Il suo tratto morbido e accattivante si adatta perfettamente sia alle scene d’azione che a quelle più tranquille e di dialogo, combinando nella giusta dose espressività e dinamismo, senza mai strafare, con uno stile chiaro e pulito.
In conclusione, se siete grandi fan del Tessiragnatele di certo non vi lascerete scappare questa miniserie, visto che rappresenta comunque un incontro storico che vale la pena avere. Altrimenti, se la vostra è solo curiosità e cercate qualcosa di più oltre a qualche dialogo azzeccato e dei bei disegni, allora è meglio che lasciate perdere….