Enrico Cantino: Da Kenshiro a Sasuke – Recensione saggio
Pubblicato il 21 Maggio 2013 alle 16:00
Mimesis Edizioni presenta il saggio di Enrico Cantino sui guerrieri negli anime e il codice onore degli antichi samurai.
Da Kenshiro a Sasuke
Autore: Enrico Cantino
Casa Editrice: Mimesis Edizioni
Provenienza: Italia 2013
Genere: Saggio
Prezzo: 4,90 euro, 70 pp.
Data di pubblicazione: Aprile 2013
«Ci sono dei momenti in cui un vero uomo dimentica il pericolo e deve essere in grado di sacrificare la propria vita. Un vero uomo deve combattere con la consapevolezza dei rischi della sconfitta».
Enrico Cantino usa le parole di Capitan Harlock per introdurre le argomentazioni del suo saggio dedicato alla figura del guerriero e del samurai. Bellissima l’allegoria del fiore di ciliegio – di ungarettiana memoria – che diviene il simbolo della caducità delle umane cose. Il vero guerriero, quello puro, autentico, deve comportarsi come se dovesse morire da un momento all’altro, così da assaporare appieno ogni situazione.
«Bisogna imparare a morire per liberarsi dalla paura della morte». L’eroe sacrifica se stesso, inserito in un sistema di valori che includono lealtà, giustizia e fedeltà alla parola data. Per lui esiste solo la Causa, la Missione, per cui spesso è solo, senza alcun legame.
«Il sacrificio comporta disciplina». Mens sana in corpore sano, e una guida, il Maestro. Una figura complessa e imprescindibile quella del sensei – letteralmente: colui che è nato prima – che forgia il suo allievo anche a prezzo della vita.
Il guerriero ha in sé grande senso dell’onore e del dovere; la figura di un avversario da sconfiggere legittima la sua stessa esistenza, portandolo spesso borderline tra Bene e Male.
Cantino dedica ampio spazio alla figura e all’importanza dell’antagonista, nonché alle regole e alle strategie usate durante i combattimenti che seguono quasi sempre lo stesso schema con il protagonista che all’inizio è in netta inferiorità rispetto all’avversario, poi recupera e quindi, dopo aver intuito la strategia del nemico, vince.
Gli scontri si rifanno al modello delle arti marziali, spesso anche in maniera simbolica.
Ken il guerriero, è il padre di tutti i guerrieri; un uomo nato per combattere, il prescelto dalle cui azioni dipende il destino del mondo.
Cantino rivela che per la costruzione del personaggio è stato preso come modello di riferimento Bruce Lee.
Si rifà invece all’antica leggenda di Son Gokun il famosissimo anime Dragon Ball; Goku, il protagonista, si distingue dagli altri guerrieri perché combattere lo diverte da matti.
Con i Cavalieri dello Zodiaco ( 1986) inizia l’era dei guerrieri con tanto di corazza. La dedizione di Pegasus e dei suoi amici, è qui rivolta a una donna. Cantino critica la saga definendola, a ragione, un po’ sconclusionata e quasi un continuo lavoro in corso.
Viene quindi introdotto Capitan Harlock, il guerriero-pirata per eccellenza, e conquista un ruolo di tutto rispetto anche Sailor Moon, prima guerriera donna.
Il saggio si chiude con un riferimento ai ninja, una particolare tipologia di guerrieri: Cantino racconta la trama della serie più famosa del genere: Sasuke, il piccolo ninja.
Quella del guerriero è una figura misteriosa e affascinante, che ha colpito l’immaginario collettivo dai temi più remoti. E ancora di più, nella fattispecie, quella del guerriero orientale, così intrisa di simbologie, di miti e leggende lontanissime – per certi versi – dal vissuto e dalla concezione occidentale.
Cantino sofferma la sua analisi sul codice comportamentale del guerriero orientale trasposto nelle versioni animate. Un eroe che oltre a lottare per gli altri, lotta in primo luogo per rispondere alla chiamata della sua missione di predestinato. Che sia un ninja, o un cavaliere dall’armatura scintillante, una studentessa vestita alla marinaretta o una scimmietta che vola su una nuvola, l’eroe guerriero orientale ha in sé qualcosa di magico e spirituale… e sullo sfondo di ogni sua avventura, petali di ciliegio dondolati al vento.