Stg. Kirk vol. IV – Il Rifugio della Montagna – Recensione
Pubblicato il 3 Maggio 2013 alle 16:30
Rizzoli/Lizard continua a proporre le avventure del Sergente Kirk, memorabile fumetto disegnato dal padre di Corto Maltese e sceneggiato dal mitico autore de L’Eternauta! Non perdetevi la fenomenale collaborazione di Hugo Pratt e Héctor Germàn Oesterheld!
Stg. Kirk vol. IV – Il Rifugio della Montagna
Autori: Héctor Germàn Oesterheld (testi), Hugo Pratt (disegni)
Casa Editrice: Rizzoli/Lizard
Genere: Western
Provenienza: Argentina
Prezzo: € 22,00, 21 x 28, pp. 176, b/n
Data di pubblicazione: aprile 2013
Rizzoli/Lizard sta proponendo da tempo molti lavori di Hugo Pratt e i lettori hanno così avuto modo di scoprire opere pregevoli finora di difficile reperibilità. Pratt non è stato solo l’autore di Corto Maltese ma nel corso della sua più che decennale attività realizzò fumetti di vario tipo. Di conseguenza, è positivo poter leggere gli splendidi racconti di guerra disegnati per l’inglese Fleetway; per esempio, o la saga western del Sergente Kirk, giunta adesso al quarto volume.
Pratt illustrò il personaggio nel periodo in cui si stabilì in Argentina e la serie fu creata in un arco di tempo che va dal 1953 al 1959. Ebbe subito grande successo e assunse un’aura mitica anche perché a scrivere le sceneggiature fu un altro nome fondamentale della letteratura disegnata mondiale, Héctor Germàn Oesterheld, conosciuto per quel capolavoro assoluto che è L’Eternauta. Insieme diedero vita alle avventure dai toni western di Kirk, appunto, e a quelle di Ernie Pike.
Benché il serial presenti tutti gli ingredienti tipici del western, è peculiare. Non mancano sparatorie, inseguimenti, indiani e desolate praterie ma le story-line di Oesterheld hanno una grande profondità psicologica, un incedere riflessivo e malinconico e testi che, giudicati con il metro odierno, possono sembrare didascalici ma la cui laconicità conradiana rende suggestiva la lettura. Oesterheld non ricorse alla convenzionale distinzione tra buoni e cattivi. Nella tradizione western mutuata dalle pellicole di John Ford, infatti, i cowboys erano presentati in una chiave positiva mentre gli indiani erano i cattivi per antonomasia. Oesterheld, invece, e parecchi anni prima di ‘Soldato Blu’, descrive i pellerossa con rispetto; in poche parole, sono esseri umani né più né meno di Kirk e dei suoi alleati. E la malvagità può annidarsi in chiunque e vale per i bianchi quanto per gli indiani.
In questo volume Kirk avrà a che fare con capi tribù non privi di nobiltà d’animo; però non mancano nemmeno indiani infidi e perfidi. Analogamente, tanti bianchi sono leali e coraggiosi e altri poco di buono. Questo, dal punto di vista morale, conferisce credibilità e onestà alle situazioni descritte dall’autore. In ogni caso Oesterheld non dimentica di dover raccontare vicende avventurose, spesso lunghe e di ampio respiro, con personaggi ben caratterizzati: l’audace Corto; la bella Helen, figlia di un colonnello; due ragazzini indiani che aiutano Kirk o lo stesso sergente che, in linea con la migliore tradizione eroica, è il soldato perfetto. Anche le donne rivestono un ruolo importante: sono forti, hanno personalità e sovente suscitano la passione degli uomini, influenzandone i comportamenti.
Se Sgt. Kirk è valido per ciò che concerne i testi, si può affermare la stessa cosa per i disegni e non potrebbe essere il contrario, considerando la perizia grafica di Pratt. Questo volume è importante perché si può percepire l’evoluzione del suo tratto. Negli episodi precedenti Pratt si era collegato allo stile di Milton Caniff, uno dei suoi modelli di riferimento, e l’impostazione del disegno era realistica. Anche qui il realismo prevale ma Pratt inizia ad allontanarsi da Caniff per giungere a soluzioni visive più personali. Si incominciano ad intravedere le delicate stilizzazioni che rappresenteranno l’aspetto preponderante delle opere della maturità. Per giunta, Kirk inizia ad assomigliare in maniera incredibile al più famoso Corto Maltese.
È evidente nei riusciti primi piani del personaggio e la composizione delle tavole rivela particolari inventivi. In linea di massima, Pratt costruisce le pagine con vignette minuscole dall’impostazione canonica ma, specie nelle sequenze di lotta e di azione, si concede inquadrature più ampie e cinetiche. Va specificato però che persino nei momenti più tranquilli e riflessivi i personaggi evocano sempre tensione ed emozioni forti, esprimendo quindi un costante dinamismo. Insomma, il nuovo volume di Sgt. Kirk è da valutare positivamente e piacerà ai fan di Pratt e di Oesterheld e agli estimatori del western.