Land of The Brave n. 2 – Il Mio Peggior Amico – Recensione
Pubblicato il 22 Aprile 2013 alle 16:30
Continuano le drammatiche vicende di Gauntlet, il supereroe più ricercato d’America! Ma è veramente una minaccia o la realtà è molto più complessa e inquietante? Scopritelo nel secondo numero di Land of The Brave, il comic-book supereroico realizzato da autori italiani!
Land of The Brave n. 2
Il Mio Peggior Amico
Autori: Paolo Maini, Massimo Rosi (testi), Peppe Gallà (disegni)
Casa Editrice: Bookmaker Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: Italia
Prezzo: € 2,99, 17 x 26, pp. 28, col.
Data di pubblicazione: febbraio 2013
Il supereroe è un concetto che ormai non appartiene esclusivamente all’immaginario americano, sebbene i fumetti imperniati sui giustizieri in calzamaglia siano nati proprio negli Stati Uniti e ancora oggi rappresentino il prodotto più tipico del mercato USA. Non si può negare infatti che il successo di Superman, Batman, l’Uomo Ragno, Wolverine e così via coinvolga anche altri paesi, Italia compresa. E come era prevedibile, nel corso del tempo si sono affermati cartoonist influenzati dai comic-book statunitensi, sia dal punto di vista grafico che narrativo.
Bookmaker Comics, consapevole di ciò, sta pubblicando vari serial che presentano evidenti suggestioni mutuate dai comics USA, a colori e in formato comic-book, e nella fattispecie di Land of The Brave, recensendone il primo numero, scrivevo che non aveva niente da invidiare a tante blasonate testate Marvel e DC. Si tratta, appunto, di un fumetto di supereroi e il protagonista, Gauntlet, è una specie di Superman o di Thor ma non ha quasi nulla di positivo. In un certo qual modo ricorda i supertipi discutibili del revisionista The Boysi; ma già nell’episodio iniziale si intuiva che le cose non sarebbero state prevedibili.
La vicenda è ambientata nell’America degli anni sessanta ma non ci sono atmosfere ingenue e solari da Silver Age. Kennedy è stato ucciso (e forse Gauntlet potrebbe c’entrare in qualche maniera) e il vigilante più importante del paese è diventato una minaccia. È impazzito perché non si è iniettato il siero che gli dona straordinarie capacità e perciò l’astinenza lo spinge a compiere gesti inconsulti? Oppure c’è un complotto ai suoi danni e la risposta è più inquietante? E qual è il ruolo del governo degli Stati Uniti?
Se nell’albo precedente i bravi Paolo Maini e Massimo Rosi, autori della sceneggiatura, avevano presentato il personaggio e impostato le premesse di una story-line piena di misteri, in questo secondo capitolo si divertono a spiazzare il lettore, complicando una vicenda già di per sé articolata. Gauntlet è infatti sempre nei guai ma stavolta l’attenzione dei due writer si concentra su un intrigante character femminile, Elise, agente della CIA che ha avuto una relazione con Gauntlet ed è implicata in una situazione difficile. Per giunta, l’esercito, rappresentato dal burbero colonnello Smith, decide di fare la sua mossa nel tentativo di eliminare il supereroe una volta per tutte.
Ma quali sono i veri motivi di tutto ciò? Si intende mettere fine a un pericolo o si vuole occultare un segreto scottante? L’esistenza di un fascicolo top secret sembrerebbe avvalorare la seconda ipotesi e l’abile duo Maini/Rosi inserisce elementi da spy-story in un contesto supereroico confermando la peculiarità di Land of The Brave.
I testi e i dialoghi sono di impronta statunitense e hanno il pregio dell’incisività. È apprezzabile la capacità dei due scrittori di non essere retorici e verbosi e di evitare cliché che spesso e volentieri si riscontrano nei comic-book statunitensi. Insomma, Land of The Brave non è una mera imitazione dei mensili Marvel e DC, tanto per intenderci.
La parte grafica è ottima e, come nel primo numero, il penciler Peppe Gallà fa un buon lavoro, caratterizzando ogni personaggio in maniera sopraffina e ricorrendo ad interessanti costruzioni della tavola, con un taglio di matrice cinematografica. Il suo stile è aggressivo e ovviamente ispirato a quello americano e se Gallà si mettesse a lavorare su qualche serie d’oltreoceano sarebbe certamente apprezzato. I disegni sono inoltre valorizzati dai colori del bravo Walter Baiamonte che riesce a trovare il giusto equilibrio tra sfumature cupe e crepuscolari e altre più vivaci, senza eccedere nell’una o nell’altra scelta e sempre ricorrendo a soluzioni cromatiche adatte ad ogni specifica sequenza.
In definitiva, se amate i supereroi ma siete stanchi di leggere i risaputi fumetti a stelle e strisce provate con una saga nostrana. Ne sarete intrigati.