Okko vol. 1 – Il Ciclo dell’Acqua – Recensione Panini Comics

Pubblicato il 17 Aprile 2013 alle 18:00

Panini Comics propone una delle saghe fantasy più acclamate del fumetto di area francofona: Okko, realizzata dal grande Hub! Non perdete le avventure di Okko, il samurai senza padrone, impegnato in una missione pericolosa nel Giappone dell’anno 1108!

Okko vol. 1 – Il Ciclo dell’Acqua

Autore: Hub (testi e disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Genere: Fantasy

Provenienza: Francia

Prezzo: € 13,00, 19,5 x26, pp. 96, col.

Data di pubblicazione: febbraio 2013


Quando si ha a che fare con un fumetto di ambientazione giapponese imperniato sui ronin, i samurai senza padrone, è facile pensare a un manga. Ma non è necessariamente così, dato che ormai l’immaginario del Sol Levante è trasversale e cartoonist di svariate nazionalità ne sono stati influenzati. È il caso di Hub, alias Hubert Chaubel, una delle rivelazioni della letteratura disegnata di area bd, che ha ottenuto notevole successo di pubblico e critica con Okko, il cui primo volume è ora tradotto da Panini Comics.

Se dal punto di vista grafico l’opera non presenta suggestioni manga, la trama potrà senz’altro risultare gradita agli estimatori dei fumetti giapponesi (ma, chiariamolo subito, non solo a loro). La vicenda è ambientata nel Giappone dell’anno 1108. Ci troviamo quindi nell’epoca dell’impero di Pajan e non si tratta di un periodo tranquillo, considerando che le lotte tra clan rivali sono all’ordine del giorno e non per nulla si parla dell’era di Asagiri (cioè, della nebbia).

Il protagonista della vicenda è Okko, un ronin che per una serie di circostanze è impegnato in una pericolosa missione insieme a Noburo, guerriero che si nasconde dietro una maschera rossa; a Noshin, monaco non tanto asceta e soprattutto al giovane Tikku che riveste anche il ruolo del narratore. Ed è proprio Tikku uno degli elementi che creano i presupposti dell’azione. La sua splendida sorella, infatti, una geisha definita Piccola Carpa, viene rapita da un gruppo di pirati per ragioni enigmatiche e Tikku chiede ad Okko di aiutarlo a trovarla.

Almeno in principio, la missione pare ridursi a una ricerca ma man mano che la storia si dipana le situazioni diventano più complesse e si intuisce che Okko è una saga articolata non priva di colpi di scena. Ovviamente gli amanti dell’azione troveranno pane per i loro denti poiché non mancano le sequenze violente ma ci sono pure momenti di riflessione che rendono intrigante l’opera. Inoltre, Hub inserisce elementi tipicamente fantasy (in questo primo volume appaiono spiriti acquatici), alcuni per giunta mutuati dalle tradizioni orientali; ma l’autore gioca altresì con concetti horror come quelli dei vampiri. Si tratta comunque di vampiri più assimilabili agli spettri delle leggende nipponiche che ai succhiasangue della fiction occidentale.

Un’importante chiave di lettura di Okko è rappresentata poi dal bushido e Hub dimostra di conoscere profondamente questo sistema di valori che influenza sia il protagonista sia i suoi avversari. I testi sono ben impostati, a tratti lirici ed evocativi, con dialoghi mai banali e per ciò che concerne la parte testuale l’opera è sofisticata.

Ma nemmeno i disegni sono trascurabili. Come ho scritto all’inizio della recensione, lo stile di Hub non presenta influenze manga ed è in linea con la tipica attitudine di area bd. Il penciler è realistico e rappresenta abilmente le emozioni dei character: dal tormento interiore di Okko alla spietatezza intimidente dell’aggressivo Noburo; dalla farsesca attitudine di Noshin allo stupore ingenuo di Tikku. Inoltre, vanno presi in considerazione il gusto e la raffinatezza che Hub dimostra nella raffigurazione dei personaggi femminili. Piccola Carpa, per esempio, evoca erotismo e sensualità senza eccedere in volgarità; e una perfida principessa esprime un sadismo che fa pensare alle donne terribili dei film di Takashi Miike.

Per giunta, Hub dimostra una maniacale attenzione nei confronti dei particolari degli sfondi, dei vasti territori giapponesi, degli interni delle magioni o dei sotterranei pieni di cadaveri fatti a pezzi o popolati da uomini ridotti a uno stato di disumanità. L’unico appunto riguarda l’uso dei colori, a mio avviso troppo cupi,  e sebbene risultino appropriati per l’atmosfera dark della storia non sempre valorizzano i numerosi dettagli presenti nelle vignette. Ma ciò non compromette la qualità dell’opera nel complesso. Okko è una proposta da sostenere e vale la spesa.


Voto: 8

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