Sentieri di Gloria di Garth Ennis – Recensione Panini Comics

Pubblicato il 15 Aprile 2013 alle 16:00

Chi è il Corvo Rosso? Lo sa Joseph R. Dunn, un tormentato uomo delle praterie che vive in un Far West che sta per cedere il passo a un’epoca priva di ideali. E lo sa Garth Ennis che delinea una vicenda western a forti tinte con una miniserie Avatar tradotta da Panini Comics: Sentieri di Gloria!

100% Panini Comics – Sentieri di Gloria

Autori: Garth Ennis (testi), Mike Wolfer (disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Genere: Western

Provenienza: USA

Prezzo: € 14,00, 17 x 26, pp. 144, col.

Data di pubblicazione: febbraio 2013


Garth Ennis è un autore prolifico e in fumetteria si può trovare parecchio materiale che porta la sua firma. Dopo il successo clamoroso e controverso di Preacher, infatti, lo scrittore irlandese ha pubblicato, e continua a pubblicare, numerose opere e non tutte allo stesso livello. Diversi lavori sono pregevoli, altri possono essere definiti discreti e altri ancora poca cosa. Garth è abile e inventivo ma tende al manierismo e in linea di massima, quando si è in procinto di leggere un suo comic-book, si può indovinare quali saranno gli elementi della story-line: sangue, violenza, turpiloquio e blasfemia.

Di solito poi, indipendentemente dal genere, nei suoi fumetti sono evidenti le influenze western e delle war stories. Preacher, per esempio, pur ambientato in epoca contemporanea, doveva molto all’immaginario del Far West e alcuni episodi omaggiavano gli albi di guerra della Fleetway. A volte però Garth realizza veri e propri western ed è il caso di Streets of Glory, miniserie Avatar tradotta da Panini Comics. Bisogna chiarire subito che si tratta di un lavoro valido e non un passo falso.

La trama è ambientata alla fine dell’era del Far West e le atmosfere malinconiche e nostalgiche prendono il sopravvento. La vicenda è narrata da Pete, ottuagenario che rievoca un episodio giovanile rilevante nella sua formazione. È Pete infatti che si unisce al fratello maggiore che in una tipica cittadina di frontiera lavora in un saloon. Purtroppo costui viene ucciso da una banda di malviventi ma a fare giustizia pensa il freddo e spietato Joseph R. Dunn, uomo che ha combattuto contro gli indiani e che tanti reputano un eroe.

Dunn prende Pete sotto la sua ala protettiva, lo porta a Gladback, nel Montana, fa in modo che riesca a trovare un lavoro e ad interagire con la popolazione locale e tutto sembra andare bene. Ma è la calma prima della tempesta. A un certo punto, infatti, Gladback è terrorizzata dalla minaccia del terribile Corvo Nero, un indiano sadico e perverso che ha parecchi conti da regolare con Dunn. Si tratta quindi del classico scontro tra il buono e il cattivo? Niente affatto perché, ricordiamolo, questo è un fumetto di Ennis e le cose sono più complicate.

Corvo Nero è un personaggio negativo; ma non più di un uomo d’affari giunto a Gladback con la sua amante con pessime intenzioni nei confronti della cittadina. E man mano che la vicenda si dipana, Dunn si rende conto che il suo mondo, quello degli avventurieri delle praterie, pronti a tutto e individualisti ma non privi di un personale codice etico, sta cedendo il passo a una nuova società, quella del capitalismo, del business, del guadagno perseguito ad ogni costo: in poche parole, l’American Way of Life odierna.

I testi di Ennis sono intensi e riecheggiano lo stile di Cormac McCarthy e William Least-Heat Moon ma non mancano dialoghi sarcastici e sopra le righe e la violenza esplicita che fanno venire in mente i momenti più estremi di Preacher. Il merito di Ennis è stato quello di saper dosare azione e introspezione, analizzando in modo impeccabile la psicologia dei character: la cupezza, non esente da istanti di vulnerabilità emotiva, di Dunn; l’ingenuità e la solarità di Pete; il cinismo dell’uomo d’affari; l’opportunismo della sua amante. E nemmeno in questa occasione Garth rinuncia al suo essere poco ‘politically correct’. Si collega alla tradizione dei film con John Wayne e quindi l’indiano è cattivo per definizione, con buona pace di ‘Soldato Blu’. Le donne, invece, sono forti e hanno personalità e non rientrano nei cliché dell’angelo del focolare o della poco di buono. La donna amata da Dunn è un medico e ha dignità; la figlia che lei e Dunn hanno concepito non è da meno; e pure l’amante dell’affarista, in fondo, non si riduce al ruolo della semplice mantenuta.

La sceneggiatura è impeccabile, ogni elemento è al posto giusto, e la story-line si dipana in modo logico e plausibile. Senza spoilerare, suggerisco di ricordare una frase pronunciata da Dunn: ‘Quelli come lei non valgono un solo proiettile’. Quando arriverete alla fine del volume, comprenderete quanto tale frase anticipi la dirompente conclusione della storia.

La parte grafica è valida, sebbene il penciler Mike Wolfer dimostri qualche incertezza nella rappresentazione dei personaggi e le espressioni facciali sono ripetitive e risultano monotone. Va meglio con gli sfondi e qui Wolfer dà il meglio di sé disegnando gli immensi paesaggi del Montana, gli interni delle abitazioni e dei saloon, con una costruzione della tavola efficace. Nel complesso, Streets of Glory va annoverato tra i migliori esiti creativi di Ennis e piacerà ai suoi fan e agli estimatori dei western.


Voto: 8

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