The Unwritten n. 6 – Recensione
Pubblicato il 6 Aprile 2013 alle 09:00
Continuano le vicende letterarie di Tommy Taylor che stavolta inizia a scoprire la verità sulla misteriosa cabala che da secoli manipola gli scrittori! Tutto questo nel nuovo volume di The Unwritten, una delle più intriganti serie Vertigo degli ultimi tempi!
The Unwritten n. 6
Autori: Mike Carey, Peter Gross (testi), Peter Gross, Michael Wm. Kaluta, Rick Geary, Bryan Talbot, Gary Erskine, Gabriel Hernandez Walta (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Fantasy
Provenienza: USA
Prezzo: € 19,95, 16,8 x 25,6, pp. 240, col.
Data di pubblicazione: marzo 2013
The Unwritten è sicuramente una delle serie Vertigo più interessanti degli ultimi anni e non potrebbe essere altrimenti considerando che l’autore, Mike Carey, non è banale ed è capace di realizzare opere particolari come la splendida Lucifer ma si trova pure a suo agio in contesti mainstream. E la vastità e la varietà delle atmosfere narrative sono il punto di forza del comic-book imperniato sulle rocambolesche vicissitudini del giovane Tom Taylor. La serie è originale poiché i tanti misteri della story-line sono collegati alla letteratura e alla scrittura. In poche parole, potremmo definirla un thriller letterario dall’impostazione post-moderna.
Il protagonista, Tom Taylor, è figlio di Wilson, celebre scrittore di romanzi fantasy che ha ottenuto successo e fortuna scrivendo una saga con protagonista una specie di Harry Potter, Tommy Taylor, ispirato al figlio. Questa era almeno la verità ufficiale perché, come sanno coloro che hanno letto The Unwritten sin dal principio, il povero Tom potrebbe veramente essere il maghetto in questione. Wilson è scomparso e il suo destino è solo il primo di un’incredibile serie di enigmi che caratterizzano la trama. Ben presto, Tom rimane coinvolto nelle complesse macchinazioni della Cabala, gruppo di individui che da secoli manipolano gli scrittori e controllano la letteratura e ogni tipo di fiction. Si sono quindi impadroniti dell’immaginario collettivo per ragioni incomprensibili.
Tom ha dovuto subire parecchi fastidi a causa della Cabala e lo stesso vale per Lizzie Hexham, una ragazza che si fa chiamare come un personaggio di Dickens e che si è innamorata di Tom, e per Richie, giornalista che lo aiuta allo scopo di ottenere uno scoop e che per giunta è un vampiro. Nei tp precedenti, la Cabala aveva attaccato ripetutamente, tramite lo spietato Pullmann e altri infidi individui, Tom ma questi non è esattamente indifeso, dal momento che sembra aver sviluppato poteri simili a quelli del suo corrispettivo letterario.
In questo sesto volume che include i nn. 31-35 del comic-book originale i nodi iniziano a venire al pettine e chiarisco che non va trascurato perché le rivelazioni saranno molte e non di poco conto. Innanzitutto, si scoprirà quali sono gli intenti della Cabala e Carey che in questa occasione è coadiuvato ai testi anche dal penciler Peter Gross introduce un altro concetto, quello della Griglia. Non mancano azione, violenza, inseguimenti, colpi di scena e i testi sono efficaci, con dialoghi di impronta cinematografica ben impostati. Con il pretesto di un fantasy, Carey prosegue la sua analisi dell’immaginazione, del sogno, dell’ispirazione e della creazione artistica con innegabile maestria. E Gross si dimostra funzionale e adatto a visualizzare gli sviluppi immaginifici inventati da Carey.
E il tp va segnalato per cinque numeri di appendice, usciti originariamente in America in albi singoli, che costituiscono back-up stories riguardanti i membri della Cabala, le origini della congrega e le cospirazioni che l’hanno tenuta impegnata nel corso dei millenni. E qui Carey si sbizzarrisce giocando con stilemi fantasy, horror, bellici, con echi della letteratura memorialistica (c’entrano i diari di Wilson) e ambientazioni variegate. Si passa dall’epoca di Gutenberg con l’invenzione della stampa ai segreti dell’editore Hearst; da un macabro e inquietante racconto su un caso di abuso minorile a vicende ambientate durante la guerra delle Fiandre con tanto di angeli che sembrano usciti da un episodio di Sandman o di Lucifer; dalle epopee bibliche di Gilgamesh alla storia di un tormentato esponente della Griglia e così via. I testi sono sempre ottimi e le back-up stories sono abbellite non solo dalle matite di Gross, con le rifiniture di Vince Locke e di Dean Ormston, ma anche da quelle di maestri del calibro di Michael Wm. Kaluta, Gary Erskine, Bryan Talbot, Rick Geary e Gabriel Hernandez Walta e basta questo per prendere in considerazione quello che è forse il miglior volume di The Unwritten finora uscito. Da non perdere.