Il Vampiro di Benares – Recensione Editoriale Cosmo
Pubblicato il 5 Aprile 2013 alle 14:00
Cosmo Edizioni propone un horror di area francofona ambientato nel contesto esotico dell’India. I vampiri esistono anche a Benares e ce li descrive Georges Bess, già collaboratore di Alejandro Jodorowsky, in un albo che inaugura una serie di one-shot.
Il Vampiro di Benares
Autore: Georges Bess (testi e disegni)
Casa Editrice: Editoriale Cosmo – Cosmo Serie Nera n. 1
Genere: Horror
Provenienza: Francia
Prezzo: € 4,90, pp. 160, b/n
Data di pubblicazione: marzo 2013
Cosmo Edizioni sta continuando a proporre fumetti di area bd in bianco e nero e in formato bonellide (trend che sembra stia ormai prendendo piede, considerando che anche altri editori si stanno orientando in questo senso) e oltre alle serie regolari ha deciso di tradurre miniserie da inserire nell’arco di un singolo albo. E perciò inaugura Cosmo Serie Nera, bimestrale che proporrà questo tipo di materiale con una formula auto-conclusiva.
Si inizia con Il Vampiro di Benares, scritto e disegnato da Georges Bess, uno degli autori di punta del fumetto di provenienza francofona e che molti ricorderanno per aver illustrato, tra le altre cose, due incisive opere del visionario Alejandro Jodorowsky, Juan Solo e Il Lama Bianco. Come è facile intuire dal titolo, il genere di appartenenza è l’horror e presenta una vicenda di vampiri. Tuttavia, la trama non è ambientata in Transilvania o in un luogo tipico delle saghe vampiresche ma in un contesto inconsueto, quello dell’India.
E va da sé che, trattandosi dell’India, le leggende ancestrali di questa terra, il misticismo e le suggestioni dell’induismo giocano un ruolo importante. È qui che giunge il protagonista, Mircea, in cerca di un amico scomparso e presto sarà della partita pure la sua ragazza. Il giovane è il tipico occidentale che considera l’India un universo estraneo e incomprensibile. Impegnato nella ricerca, rimane coinvolto in una serie di situazioni che diventano sempre più inquietanti, collegate ad efferate uccisioni che sconvolgono persino le autorità locali. C’è un serial killer che si aggira nelle anguste e claustrofobiche stradine di Benares? O la risposta è più agghiacciante?
E se i responsabili degli omicidi fossero vampiri? E non si tratta di vampiri convenzionali. Non hanno l’aspetto di dandy eleganti e raffinati o di languidi e tormentati emo. No, i vampiri immaginati da Bess sono mostruosi, assimilabili ad orrendi ragni o a creature che fanno venire in mente arcaiche divinità. E magari gli déi non sono estranei alla vicenda.
Bess delinea una trama interessante e bisogna ammettere che si è sforzato di ideare una storia di vampiri che non ricorre ai soliti cliché. Tuttavia, ci sono troppi luoghi comuni nella rappresentazione dell’India. Benares è stereotipata e corrisponde alla visione che può avere un turista e l’autore non riesce a rendere in maniera convincente tutte le sfaccettature di quella società. Per giunta, si rilevano lungaggini che appesantiscono la lettura e questo, specialmente per un horror che dovrebbe fare del ritmo sincopato uno degli elementi essenziali, è un grosso errore.
Probabilmente Bess si è fatto influenzare dalle teorie cospiratorie di David Icke e di certi ufologi, applicandole alle leggende indiane. Le sequenze ambientate nella dimensione dei vampiri sono le parti più valide del fumetto ma in definitiva mi sento di giudicare Il Vampiro di Benares un lavoro parzialmente riuscito e senz’altro non privo di difetti.
Per ciò che concerne la parte grafica, Bess si dimostra efficace e funzionale e costruisce la tavola in maniera inventiva. Dimostra notevoli capacità nell’uso dei chiaroscuri e le pagine contrassegnate dalle ombre sono convincenti. Così come sono convincenti quelle in cui Bess rappresenta i terrificanti vampiri, le particolari architetture dei templi indiani, le stradine affollate di Benares e le immaginifiche dimensioni parallele popolate da demoni. Non abbiamo a che fare con un capolavoro ma l’albo potrà forse risultare gradito agli estimatori dell’horror.