Recensione Tex 593 – La mano del morto – Bonelli Editore
Pubblicato il 22 Marzo 2010 alle 14:40
Autori: Mauro Boselli (testi) e Alfonso Font (disegni).
Casa editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Prezzo: 2,70 Euro.
A cura di: Andrea Marchino
Torna Boselli, ormai vero e unico erede di Gianluigi Bonelli al timone di Tex, e le storie tornano ad essere con quella marcia in più che sono la sua caratteristica e garanzia.
La sua impronta si vede già dall’incipit, che si apre il 2 Agosto 1876, fatto assai inusuale per una storia di Tex dove i riferimenti, soprattutto così precisi a date storiche, sono per lo più evitati come la peste; tuttavia in questo caso è stato assolutamente necessario visto che tutta la vicenda prende l’avvio dall’assassinio di Wild Bill Hickok (fatto storicamente vero), freddato alla schiena al tavolo da poker (da cui il titolo “La mano del morto”), sul quale si innescano una serie di misteri e di loschi personaggi che si svelano poco a poco.
La trama è avvincente oltre che per lo spunto decisamente intrigante anche perché il mistero si infittisce man mano che si prosegue nella lettura, con l’entrata in scena di diversi protagonisti, più o meno ambigui, tra i quali si inseriscono poi anche Tex e il figlio da un lato e il vecchio Carson dall’altro, che scivolano nella vicenda per strade diverse, e con una scelta dei tempi praticamente perfetto; viene ripescato anche Buffalo Bill (apparso precedentemente su Tex 436) e il suo spettacolo teatrale itinerante (che sarà importante nel dare una svolta alla storia), al quale si aggiungono sicari prezzolati a profusione e soprattutto un singolare uomo in nero che pare il loro mandante.
Tutto ruota attorno all’omicidio di Wild Bill avvenuto in apertura e allo strano svolgimento del processo al suo assassino; l’albo si chiude lasciando il lettore decisamente in sospeso, molti pezzi sono stati messi sul tavolo, ma mancano ovviamente quelli fondamentali che scopriremo solo leggendo il prossimo numero.
Disegni sopraffini e curatissimi di Alfonso Font, un nome e una garanzia che non hanno bisogno di ulteriori commenti, se non che, in una sequenza cult a pagina 100, l’impatto notevole (quasi terrificante) di Tex e i suoi due pards mentre fanno capire che aria tira a quasi una decina di cow-boys, tra i quali potrebbe nascondersi un sicario, è anche in buona parte merito suo e delle efficacissime inquadrature usate nell’occasione (non si vedeva un Tex così da tempo!).
VOTO 8