Recensione Vertigo Voices – Grant Morrison – Il Mistero di Dio – Kill Your Boyfriend – Planeta DeAgostini
Pubblicato il 21 Luglio 2010 alle 11:14
Autori: Grant Morrison (testi), Jon J. Muth, Philip Bond (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 13,95
Planeta DeAgostini vara una nuova linea editoriale chiamata Vertigo Voices, dedicata agli autori che hanno reso grande la divisione adulta della DC Comics, fortemente voluta dall’editor Karen Berger. E non si poteva iniziare se non con Grant Morrison, il geniale sceneggiatore scozzese che di certo non ha bisogno di presentazioni. Planeta, per l’occasione, riunisce in un unico volume due tra le opere più anti-convenzionali e destabilizzanti mai realizzate dallo scrittore di Animal Man, Doom Patrol, JLA o Invisibles.
Si tratta di due one-shot che dimostrano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la varietà di ispirazione di Morrison, capace di trovarsi a suo agio in atmosfere super-eroistiche (per quanto sempre molto particolari) così come in situazioni narrative che con i super buffoni in calzamaglia non hanno nulla a che spartire. È il caso de Il Mistero di Dio, in originale The Mystery Play, che di certo piacerà a coloro che apprezzano le fantasie visionarie di Grant.
Come si può evincere dal titolo, l’elemento mystery è rilevante, poiché la struttura della trama segue, almeno apparentemente, le convenzioni di un thriller. Tuttavia, Morrison fa riferimento alla tradizione dei mystery plays, i cosiddetti ‘misteri’ medioevali: rappresentazioni allegoriche in cui attori mettevano in scena vicende a sfondo morale. In un paese britannico, un sindaco che ha alcuni scandali da far dimenticare alla popolazione, decide di far rappresentare a una compagnia di attori del posto un mystery play, allo scopo di ravvivare le antiche tradizioni.
Protagonisti principali del mystery sono Dio e il diavolo. Succede, però, che l’attore che interpreta Dio viene ucciso e le autorità incolpano colui che interpretava il ruolo del diavolo. Dopo poche ore giunge un detective di nome Carpenter per indagare sull’omicidio. È evidente che è spinto da motivazioni personali (che Morrison non rivela subito). Aiutato da una bella giornalista che lavora nel quotidiano locale, cerca di comprendere le finalità dell’assassino e, naturalmente, di scoprirne l’identità.
Tuttavia, come in un romanzo di Philip K. Dick, la realtà non è ciò che sembra. Innanzitutto, per quale ragione Carpenter è ossessionato dalle indagini? Come mai, di tanto in tanto, è tormentato da terribili e spaventose allucinazioni (sempre ammesso che lo siano davvero)? E quando alla fine si scopre la verità, il lettore non rimarrà indifferente. Morrison, con Il Mistero di Dio ci guida in un viaggio nell’ipocrisia della provincia, con pulsioni nascoste, devianze sessuali e lo spettro terribile della malattia mentale, filtrato da riferimenti religiosi, iconografie sataniche, citazioni poetiche, insomma, da tutte le suggestioni tipiche di Grant. La storia è dipinta dall’eccezionale Jon J. Muth, adattissimo, con il suo talento illustrativo, all’atmosfera dark e claustrofobica della graphic novel.
Apparentemente non c’è niente di claustrofobico in Kill Your Boyfriend, che considero uno degli esiti creativi migliori di Grant, coadiuvato dall’efficace Philip Bond, a sua volta valorizzato dalle chine di Disraeli. Ma, in verità, la vicenda di una ragazzina maliziosa, costretta a vivere in una famiglia di genitori moralisti e ipocriti, fidanzata con un ragazzo che non fa sesso con lei preferendo masturbarsi mentre guarda film hard, ha una valenza claustrofobica poiché è claustrofobica l’Inghilterra post-thatcheriana sfondo dell’azione. Quando però incontra un teppista decide di abbandonare la sua vita noiosa e di abbracciare la violenza e la follia. Analogamente a certi racconti di Ballard, vandalismo e omicidio diventano per lei una forma di salvezza.
Il quadro che descrive Morrison è desolante: i politici si travestono in privato e si concedono perversioni di ogni tipo; gli artisti presunti trasgressivi sono finti ribelli che elemosinano sovvenzioni statali; i genitori sono falsi moralisti e nascondono segreti scioccanti (aborti, riviste pornografiche per deviati e così via); le discoteche pullulano di sciroccati strafatti di ecstasy; e in tale quadro agisce una versione Made in UK dei Natural Born Killers di Oliver Stone. Dulcis in fundo: non manca neanche l’incesto. I dialoghi sono irriverenti, sarcastici, quasi comici, ma con un tocco di rabbia punk decisamente spiazzante. In poche parole, lo ripeto: Kill Your Boyfriend è uno degli esiti creativi migliori di Grant. E, in definitiva, la linea Vertigo Voices non poteva incominciare in maniera migliore.
Voto: 8