Battlefields vol. 4 – Valle Felice di Garth Ennis – Recensione
Pubblicato il 31 Marzo 2013 alle 11:00
Continua la serie Battlefields di Garth Ennis con un nuovo volume dedicato a un coraggioso gruppo di piloti alle prese con la minaccia nazista! Non perdetevi Valle Felice, scritto dall’autore di Preacher e disegnato da P.J. Holden!
Battlefields vol. 4 – Valle Felice
Autori: Garth Ennis (testi), P.J. Holden (disegni)
Casa Editrice: Magic Press
Genere: Guerra
Provenienza: USA
Prezzo: € 10,00, 17 x 26, pp. 80, col.
Data di pubblicazione: ottobre 2012
Magic Press continua a proporre i volumi di Battlefields, interessante progetto di Garth Ennis dedicato a splendide e intense vicende belliche ambientate durante la Seconda Guerra Mondiale e imperniate su vari personaggi. Di solito il celebrato autore di Preacher si concentra non sui grandi protagonisti del conflitto ma sui semplici soldati, quelli che a conti fatti fanno la guerra e spesso finiscono male, vittime della follia dei potenti.
È vale anche per questo quarto volume intitolato Happy Valley e che per certi versi (mi riferisco soprattutto alle sequenze d’azione) mi ha fatto venire in mente i classici war comics dell’inglese Fleetway, notoriamente amati dallo scrittore irlandese. La vicenda ruota intorno a un gruppo di piloti che hanno il compito di bombardare un’area di particolare importanza strategica per le forze del Terzo Reich. È quindi una missione pericolosa e non inizia con prospettive rassicuranti.
I superiori infatti hanno assegnato ai piloti un giovane comandante australiano, Ken Harding, vero e proprio pesce fuor d’acqua nel contesto descritto da Ennis. A differenza dei sottoposti, rudi e sboccati americani avvezzi alle brutture del conflitto, Ken è sensibile e non ama le volgarità. Insomma, è il prototipo del bravo ragazzo e fin qui non ci sarebbe nulla di discutibile se non fosse che Ken è al primo incarico. Per giunta, non ha mai partecipato a un attacco aereo e di conseguenza tutti si chiedono: come si può affidare il comando a una persona inesperta?
Sia come sia, Ken cerca di fare del suo meglio e ci riesce. Non solo i bombardamenti vanno a buon fine ma anche le azioni successive si rivelano un successo grazie all’intraprendenza, all’acume e all’abilità di un ragazzo che chiunque, in principio, aveva sottovalutato. Ed è qui che tra Ken e gli altri piloti si instaura un profondo cameratismo e un autentico affetto. Gli orrori della guerra tormentano ogni personaggio ma stimolano l’amicizia, il coraggio, il senso dell’onore.
Trattandosi però di una storia di Ellis è inutile aspettarsi un lieto fine. La tragedia incombe e presto si concretizzerà. Anche in questa occasione, Ellis, delineando una story-line ricca di suspense e contrassegnata da un riuscito equilibrio di azione e introspezione, denuncia la brutalità del Secondo Conflitto Mondiale, non risparmiando colpi bassi al lettore. E riesce ad umanizzare i character.
Il soldato volgare, per esempio, usa il turpiloquio come forma di difesa che gli impedisce di riflettere sull’atmosfera di morte dilagante; un altro pilota è orgoglioso di combattere i nazisti ma non può fare a meno di pensare alle donne e ai bambini tedeschi innocenti che muoiono a causa delle bombe; gli stessi superiori che si occupano del gruppo chiudono un occhio di fronte ai comportamenti sopra le righe di qualche soldato, consapevoli del persistente stato di tensione che li affligge.
E naturalmente il più umano è Ken, il ragazzo idealista che sembra uscito da una poesia di Rupert Brooke, che nei ritagli di tempo scrive un diario da destinare al padre alla fine della guerra. Il diario arriverà nelle mani dell’anziano genitore? Sì, ma non nel modo immaginato da Ken. Ennis, come di consueto, scrive una sceneggiatura impeccabile, con dialoghi incisivi che sono il marchio di fabbrica del suo stile. Ai disegni c’è un penciler irlandese, P.J. Holden, il cui tratto grezzo, oscuro e sporco è appropriato per le situazioni immaginate da Ennis.
Holden dà il meglio di sé nelle sequenze dei combattimenti aerei, dimostrando di possedere un notevole senso del movimento e un’ottima capacità di story-telling; mentre i character hanno un’impostazione a volte legnosa, benché i colori del bravo Tony Avina li rendano nel complesso accettabili. Così come è accettabile in ogni caso la quarta uscita di Battlefields, indubbiamente uno dei migliori comics di guerra attualmente a disposizione.