Conan il Barbaro n. 1 di Brian Wood e Becky Cloonan – Recensione
Pubblicato il 27 Marzo 2013 alle 11:00
È possibile proporre Conan in una versione più al passo con i tempi? Certamente sì e ce lo dimostra la Dark Horse con la nuova serie del Cimmero scritta dal celebrato autore di DMZ, Brian Wood, e disegnata dalla brava Becky Cloonan!
Conan il Barbaro n. 1
Autori: Brian Wood (testi), Becky Cloonan (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Fantasy
Provenienza: USA
Prezzo: € 3,30, 17 x 26, pp. 48, col.
Data di pubblicazione: marzo 2013
Come gli utenti sanno, la Dark Horse è in possesso da qualche anno dei diritti di Conan il Barbaro, celeberrimo eroe fantasy creato negli anni trenta da Robert E. Howard, ed è subentrata alla Marvel che aveva pubblicato storie a fumetti del personaggio a partire dal 1970. Per molti Conan, nella sua versione disegnata, era quello di John Buscema o di Barry Windsor-Smith e gli innumerevoli penciler che nel corso del tempo hanno illustrato le sue vicende hanno in linea di massima rispettato i canoni impostati dai due grandi artisti (è prevalso comunque l’esempio di Buscema, in verità).
Di conseguenza, le avventure di Conan, pur visionarie e fantasiose come ogni vicenda sword & sorcery che si rispetti, dal punto di vista grafico sono state tendenzialmente realistiche. La Dark Horse, tuttavia, nel tentativo di attirare le giovani generazioni ha varato una serie mensile, Conan The Barbarian, caratterizzata da uno stile narrativo e visivo più al passo con i tempi. Forse è un’iniziativa azzardata ma devo ammettere che la mia curiosità era elevata, anche e soprattutto a causa degli autori coinvolti.
A scrivere le sceneggiature, infatti, è stato chiamato Brian Wood, celebrato scrittore di DMZ, una delle serie Vertigo più dirompenti di sempre, nonché di Northlanders che malgrado non sia specificamente fantasy è imperniata sulle vicissitudini di un gruppo di vichinghi e ha quindi un’ambientazione arcaica. Pur essendo un fan di Wood, sono uno di quelli che per esempio non gradisce Northlanders e con Conan, in tutta onestà, non sapevo cosa aspettarmi.
Ma bisogna puntualizzare che Wood ha fatto un buon lavoro, perlomeno a giudicare dai due episodi introduttivi della serie pubblicati nel primo numero di questa testata Panini Comics attualmente in uscita. Il ritmo è più veloce e serrato, se paragonato a quello delle storie classiche di Roy Thomas, e i testi meno verbosi ma efficaci.
Wood inizia la saga concentrandosi su un evento molto importante per la vita del Cimmero, quello dell’incontro con l’affascinante piratessa Belit, colei che diventerà uno dei suoi più grandi amori.
E la Belit di Wood è più aggressiva e lasciva del modello tradizionale, in linea con le sexy girls in voga negli odierni comic-book americani. Malgrado questi aggiornamenti, però, l’autore non ha stravolto i character e ne rispetta le caratteristiche psicologiche: Conan è sempre un avventuriero in cerca di fortuna che per una serie di circostanze si unisce a un gruppo di pirati, senza farsi scrupoli sulle azioni da compiere per ottenere fama e fortuna; e Belit è una donna spietata e aggressiva divenuta il terrore dei mari.
La serie è moderna anche per ciò che concerne la parte grafica. A dare il via alle danze è Becky Cloonan che alcuni ricorderanno per American Virgin e che a prima vista potrebbe sembrare poco adatta a un fantasy. Invece la Cloonan, senza rinunciare al tipico tratto semi-underground, si dimostra a suo agio in tale contesto, riuscendo a rappresentare Conan, Belit (che evoca una sensualità estrema) e gli altri protagonisti della story-line con innegabile abilità, dando il meglio di sé nelle sequenze d’azione. La Cloonan comunque non sarà un artista fissa della serie poiché la testata ospiterà diversi penciler nel corso degli episodi successivi.
Non so come verrà accolta questa proposta negli Stati Uniti e in Italia ma a mio avviso è un esperimento decisamente interessante e di qualità. I lettori che apprezzano il fumetto a stelle strisce contemporaneo potrebbero trovare Conan The Barbarian intrigante ma ritengo che pure i fan storici del Cimmero, magari superando una naturale e iniziale diffidenza, potranno ritenersi soddisfatti. Bisogna segnalare, infine, le stupende cover del bravissimo Massimo Carnevale. Da provare.