Recensione Kid Eternity – La Biblioteca di Lucien – Planeta DeAgostini
Pubblicato il 20 Luglio 2010 alle 11:05
Autori: Ann Nocenti (testi), Sean Philips, Sean Scoffield (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 30,00
Quando Grant Morrison, nella sua mitica run di Animal Man, entusiasmò i lettori americani con la complessa struttura post-moderna e meta-narrativa delle vicende di Buddy Baker, misconosciuto DC hero dei sixties, inserì anche, in una sequenza visionaria e psichedelica, altri personaggi come Jason Blood, controparte umana del demone rimatore Etrigan; lo Straniero Fantasma; e il misterioso Kid Eternity, il Ragazzo Eternità, un giovane dall’aspetto vagamente hippy, con capelli lunghi e occhialini alla John Lennon, intento a citare canzoni degli Electric Prunes.
Molti si chiesero chi fosse. Il bizzarro character era stato creato nel lontano 1942 dalla defunta Quality Comics. In seguito la DC acquistò i diritti dei personaggi di tale etichetta e li inglobò nel suo Multiverso. Kid Eternity, in particolare, visse numerose avventure su Terra S, sede della Famiglia Marvel, interagendo spesso con i suoi componenti.
Ma, come tutti sanno, nel 1985 Crisis On Infinite Earths stravolse e modificò radicalmente l’universo DC e Kid Eternity fu tra coloro che persero la vita nella drammatica saga creata da Marv Wolfman e George Perez. Tuttavia, Grant Morrison decise di ideare un nuovo Kid Eternity, il cui ingresso ufficiale nel DC Universe fu, appunto, rappresentato dall’apparizione in Animal Man. I fans del serial si incuriosirono e, dopo qualche tempo, Morrison, coadiuvato dal pittorico Duncan Fegredo, realizzò una splendida miniserie, rivelando i dettagli più salienti del personaggio.
Kid Eternity è un ragazzo che, per una serie di circostanze, è morto prima del tempo e rimane coinvolto nelle macchinazioni dei Signori dell’Ordine e dei Signori del Caos ed è dotato della capacità di evocare i morti pronunciando il termine ‘Eternity’. La mini colpì il pubblico per la visionarietà dei testi e delle situazioni, con tematiche scottanti come quella dell’abuso sui minori. Di conseguenza, quando Karen Berger creò la linea Vertigo, decise di varare una collana regolare dedicata al Ragazzo Eternità.
Stavolta ad occuparsi dei testi non fu Morrison ma Ann Nocenti, l’autrice più discussa, controversa e trasgressiva mai vista sulle pagine del Daredevil marvelliano. Nelle storie del Diavolo Rosso, la Nocenti aveva ideato trame dalla forte carica socio-politica e di denuncia, senza rinunciare a momenti di particolare trasgressione, almeno per gli standard Marvel. Basti pensare alla pazzesca sequenza di Devil nell’Inferno di Mefisto o alla story-line riguardante i diritti degli animali, gli orrori dell’ingegneria genetica e dell’inquinamento.
Senza farsi intimorire dal suo predecessore, la Nocenti parte proprio dal punto in cui la miniserie di Morrison si era fermata, concentrandosi sul terzetto Kid Eternity, Jerry Sullivan (un comico a lui collegato) e Val (una ragazza anch’essa coinvolta nelle macchinazioni degli Agenti dell’Ordine e del Caos). Tuttavia, l’inizio è ingannevole, poiché Ann rende subito marginali Jerry e Val, preferendo concentrarsi su personaggi di sua invenzione, a cominciare da Willie, un malinconico uomo di colore che suona il blues.
E se Morrison aveva dimostrato notevole follia con il Ragazzo Eternità, la Nocenti non è da meno e si sbizzarrisce con entità demoniache (e sexy) denominate Malocchi; déi dell’Olimpo che scendono sulla Terra per accoppiarsi con donne umane; serial killer ossessionati dalla verginità; ragazze cieche molestate dai genitori, e così via. E, considerando che Kid può evocare i morti, appaiono celebri defunti: Madame Blavatsky, teorica della teosofia; il fisico Nikola Tesla; Marilyn Monroe che viene uccisa in diretta televisiva; Sigmund Freud e Carl Gustav Jung; Neal Cassaday, amico di Jack Kerouac ed eroe del romanzo ‘On the Road’.
E dal momento che si tratta di una serie Vertigo, i riferimenti culturali sono numerosissimi: la Beat Generation, il surrealismo, l’esistenzialismo, il punk rock, la narrativa gotica, l’espressionismo astratto e questi sono solo i primi esempi che mi vengono in mente. E non mancano atmosfere horror e inquietanti, con viaggi psichici, dimensioni parallele, occultismo e stregoneria (Belzebù ha un ruolo fondamentale nei sedici episodi inclusi nel volume della linea ‘La Biblioteca di Lucien’, dedicata, appunto, ai serial Vertigo più interessanti). I testi della Nocenti sono ottimi, fortemente poetici e, come nel caso di Daredevil, politicamente impegnati, e i disegni di Sean Philips indubbiamente efficaci nella rappresentazione dei deliranti incubi nocentiani, con una impostazione sperimentale della pagina. Il volume, a mio avviso, pur difficile e non di intrattenimento, è realmente una proposta da prendere in considerazione.
Voto: 8