The Invisibles n. 8 di Grant Morrison – Recensione

Pubblicato il 16 Marzo 2013 alle 08:00

Si conclude l’opera più geniale e controversa di Grant Morrison con l’ultimo volume di Invisibles! Cosa succederà a King Mob e compagni alle prese con il piano finale degli Arconti? E cosa sceglierà il genere umano? La schiavitù o la consapevolezza?

The Invisibles n. 8

Autori: Grant Morrison (testi), Sean Phillips, Steve Yeowell, Ashley Woods, Steve Parkhouse, Philip Bond, Jill Thompson, John Ridgeway, Rian Hughes, Paul Johnson, Michael Lark, Chris Weston, Pander Bros, Cameron Stewart, Mark Buckingham, Dean Ormston, Grant Morrison, Frank Quitely (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Genere: Fantascienza

Provenienza: USA

Prezzo: € 13,95, 16,5 x 25,2, pp. 144, col.

Data di pubblicazione: febbraio 2013


Ci sono fumetti che non vanno semplicemente letti ma analizzati con attenzione e che richiedono a più riprese profonde riflessioni. E ciò vale senza ombra di dubbio per The Invisibles, opera omnia del geniale Grant Morrison, nonché serie tra le più discusse e controverse mai pubblicate dalla Vertigo. Coloro che la conoscono sanno che la story-line non è mai stata facile e non tanto per l’impervia struttura narrativa quanto per la mole abnorme di accenni, citazioni, messaggi (a volte espliciti e in altre impliciti) e rimandi alla scienza, la letteratura, la politica, la filosofia, l’arte e così via. Insomma, leggere un episodio del comic-book era come farsi bombardare il cervello da un ordigno informativo senza precedenti.

È risaputo che Morrison, con il pretesto di un albo a fumetti, ha utilizzato The Invisibles per veicolare informazioni sul generale stato di controllo globale ormai sotto gli occhi di tutti. Durante un’esperienza di tipo mistico avvenuta in India, alcune entità extradimensionali gli comunicarono vari messaggi che divennero parte integrante della trama. Bisogna inoltre specificare che il serial fu concepito molto prima del 2012 e le profezie dei Maya relative a quella data giocarono un ruolo importante nel corso degli episodi. Tuttavia, Grant non alluse al 2012 come alla fine dell’umanità. Secondo lui si trattava dell’inizio di un nuovo ciclo esistenziale contrassegnato da una maggiore consapevolezza.

Queste erano almeno le premesse che preludevano all’ultima sconvolgente sequenza narrativa di The Invisibles, inclusa in questo volume che comprende i nn. 6-1 del mensile originale (la terza stagione della serie aveva una numerazione a ritroso). Grant aveva chiarito che il genere umano è controllato e manipolato dagli Arconti, esseri crudeli e malvagi che intendono instaurare un Nuovo Ordine Mondiale entro il 2012, appunto, con l’aiuto di agenti terreni. Ad essi si contrappone la cellula terroristico/anarchico/esoterica degli Invisibili, guidata da King Mob, alias Gideon Stargrave, alter ego dello stesso Morrison. Ma gli Invisibili esistono da secoli e nel corso del tempo persino Lord Byron, Percy Bysshe Shelley e il Marchese De Sade ne hanno fatto parte.

L’infido Sir Delacourt è stato momentaneamente messo fuori gioco dagli Invisibili ma è sulle loro tracce poiché intende instaurare il regno del mostruoso Moonchild, facendolo diventare il Re d’Inghilterra, con la complicità dei servizi segreti, del demone Orlando, di Maschera Gialla e altri numerosi character che hanno fatto parte della lunga saga degli Invisibili, e a dare quindi il via all’Armageddon. Ma King Mob, coadiuvato da Jolly Roger, dalla recente acquisizione Helga e da Mister Six e i componenti della Divisione X, cercherà di mettergli i bastoni tra le ruote. E non bisogna scordarsi del giovane Jack Frost che, secondo una profezia, dovrebbe essere il nuovo Buddha e dell’anziana Edith che non saranno trascurati dall’autore scozzese.

Morrison riesce abilmente a concludere tutte le vicende in sospeso, chiarendo altresì tantissimi elementi che in precedenza parevano privi di significato e che invece di colpo assumono un senso. In parole povere, Morrison dimostra con questa conclusione di avere avuto idee precise sin dal primissimo numero. The Invisibles, quindi, può essere annoverato come la summa del poliedrico pensiero dello sceneggiatore e come un eccezionale, intricato (e logico) arazzo narrativo. L’ultimo episodio funge da commento all’intera serie e se qualcuno ancora si faceva domande sull’enigmatico destino della splendida Ragged Robin troverà tutte le risposte.

Il volume non è solo imperdibile perché porta a compimento la saga e non solo perché i testi di Morrison, inventivi, visionari, burroughsiani e lisergici come non mai, sono Letteratura allo stato puro. No, è imperdibile anche per la parte grafica. Sean Phillips illustra con perizia e abilità i primi due episodi; gli altri sono invece un esaltante mix grafico realizzato da numerosi penciler. Segnalo tra i tanti l’oscuro John Ridgeway di Hellblazer, Chris Weston, Mark Buckingham, persino Grant che disegna una tavola, e la lista potrebbe continuare. E va tenuto d’occhio il numero finale disegnato dal grandissimo Frank Quitely. Insomma, The Invisibles è una lettura fondamentale. E riflettete a fondo su ciò che Morrison ha cercato di dirci in questi otto volumi. Non si tratta di fiction. È tutto vero.


Voto: 8 1/2

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