Nina Stardust vol. 1 – Recensione JPOP

Pubblicato il 18 Marzo 2013 alle 11:00

Un robot abbandonato, una ragazza fuori dagli schemi e un mondo fantastico dove tutto può accadere. Satoshi Fukushima risplende nella sua prima opera.

Nina Stardust

Autore: Satoshi Fukushima

Casa editrice: JPOP

Provenienza: Giappone, 2010

Target e Genere: Seinen, Fantascienza

Prezzo: € 5,90, 12×18, 200 pp, b/n + col., 3 (serie in corso)

Data di pubblicazione: Marzo 2013


Una luna che parla, un robot lanciato da una macchina in corsa in una discarica per rifiuti, un monito: “Cercati un nuovo padrone! Buono a nulla!”, una faccina buffa e simpatica e un cuore che funziona a colpi di batterie. Nonsense allo stato puro? Certo che no! È solo la prima pagina del manga Nina Stardust dell’autore Satoshi Fukushima. Il primo volume, edito dalla JPOP e appena uscito nelle fumetterie, si dimostra all’altezza delle aspettative.

Le vicende si svolgono nella città di Via Lattea, dove possiamo normalmente trovare delle teste di serpente spaziali (molto simili alle nostre balene) che perdono l’orientamento e volano nel cielo della città seminando il panico tra gli abitanti, dove i motorini servono per sfrecciare tra le nuvole ed escono da zainetti scolastici come se niente fosse, dove il sole e la luna non disdegnano quattro chiacchiere con gli abitanti… È proprio qui che il dolce robot viene abbandonato al suo destino. La batteria deve essere ricaricata in fretta, alla sospensione di ogni attività mancano appena 30 secondi e questo è il suo problema più grande. Deve assolutamente trovare un padrone che sia disposto a cambiargli le batterie prima che lui si spenga. I robot non muoiono mai, ma ogni volta che si spengono la loro memoria viene cancellata.

Per volere del destino il piccolo robot viene trovato e riparato da Nina, una ragazza tutta pepe e grinta che però accetterà di essere la sua padrona solo ad un patto: che il robot vada a prendergli una stella. Niente di più facile e complicato. È impossibile prendere una stella, ma se consideriamo che le stelle sono pianeti che brillano nel cielo anche un sasso della terra può diventare parte di una stella! Geniale e banale allo stesso tempo! Nina e il robot, che lei chiamerà Hoshikuzo – polvere di stelle –, da quel momento saranno inseparabili. Lei accetterà di essere la sua maestra, insegnargli più cose possibili e farlo crescere cambiandogli periodicamente le batterie. Storia di una vita insieme, di un’amicizia che va oltre la morte e di un insegnamento sempre ripetuto: non mentire a te stesso.

È presto per dare dei giudizi, ma il primo volume di Nina Stardustsi presenta come un antipasto che ha già dentro tutti gli ingredienti del pranzo principale. Le vicende scorrono veloci a colpi di tre anni dopo, sei anni dopo, cinquanta anni dopo, tutte segnate dal “tiki, tiki tiki” di Hoshikuzo, il suo verso distintivo.

Satoshi Fukushima accelera così tanto il tempo che vien quasi spontaneo chiedersi: ed ora? Cosa potrà dirci nei successivi due volumi di prossima pubblicazione? Staremo a vedere!

Intanto mi sento di promuovere il primo numero, soprattutto per i disegni. A prima vista potrebbero infastidire,ammettiamolo. Ho fatto fatica ad abituarmi ai tratti marcati dei volti e ai corpi quasi evanescenti, pronti a dissolversi. La grandezza di Fukushima sta nel paesaggio, nella città inventata, tanto uguale alle nostre metropoli ma così diversa per i suoi caratteri fuori dal comune.

Un manga da scoprire, come prima opera di Satoshi Fukushima pubblicata in italiano pienamente promossa! Voto d’incoraggiamento, il mio, più che complessivo, un sette e mezzo che attende le prossime uscite per confermarsi, abbassarsi o, come penso, elevarsi. A voi la scelta!


VOTO: 7 1/2

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