Grendel n. 0 – Il Diavolo Nelle Azioni – Recensione
Pubblicato il 11 Marzo 2013 alle 11:00
Inizia la pubblicazione di una delle opere fondamentali del comicdom anni ottanta: Grendel! Fatevi avvincere dalle spiazzanti e inquietanti vicende di Hunter Rose realizzate da un maestro del fumetto americano: Matt Wagner!
Grendel n. 0 – Il Diavolo Nelle Azioni
Autori: Matt Wagner (testi), Matt Wagner, Jill Thompson (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Thriller
Provenienza: USA
Prezzo: € 3,00, 17 x 26, pp. 48, col.
Data di pubblicazione: marzo 2013
Una volta lessi su una fanzine americana un’affermazione che mi colpì e cioè che il diavolo fa i fumetti migliori (l’autore dell’articolo si riferiva a Lucifer di Mike Carey) e lo stesso valeva per i film, i dischi e i serial televisivi. E ci ho ripensato con il numero zero di Grendel, disponibile in fumetteria insieme al primo volume della fenomenale saga ideata dal grande Matt Wagner. E questo perché il concetto del demoniaco, inteso come impulso malvagio, ha parecchio a che vedere con le inquietanti vicissitudini di Hunter Rose (peraltro l’albo si intitola Il Diavolo Nelle Azioni).
Bisogna specificare che negli anni ottanta ci fu un memorabile periodo denominato Rinascimento Americano e in quella straordinaria stagione creativa autori come Frank Miller, Alan Moore, Art Spiegelmann, i fratelli Hernandez e Dave Sim, tra gli altri, contribuirono a svecchiare e a rivoluzionare i fumetti a stelle e strisce, realizzando autentiche pietre miliari della letteratura disegnata. Molti di essi si misero in luce nell’ambito delle etichette indipendenti e tra costoro va annoverato Matt Wagner che con Grendel spiazzò e sconcertò i lettori dell’epoca.
Effettivamente ‘sconcertante’ (in senso positivo) è un termine che può essere attribuito a Grendel. E non tanto per le atmosfere narrative cupe, macabre e claustrofobiche; né per la story-line complessa e articolata che, pur collocata negli eighties e influenzata dal clima culturale e immaginativo dell’epoca, si dipanava nell’arco di millenni; e neanche per i testi sofisticati e per lo stile grafico originale di Wagner e la costruzione innovativa delle tavole. No, ciò che rendeva Grendel sconcertante era la natura del character principale, Hunter Rose.
Chi è costui? Ufficialmente è uno scrittore che ha ottenuto fama e successo con i suoi romanzi. Ma ha un segreto. Per ragioni imperscrutabili, la notte indossa un costume e assume l’identità di Grendel. Ma non agisce da supereroe. Grendel è un criminale. E man mano che la saga procede, arriverà a compiere azioni indicibili per il semplice gusto della malvagità. Messa così, la serie potrebbe sembrare risaputa ma coloro che hanno già avuto modo di leggerla sanno che Grendel è tutto tranne che banale. Inoltre, va tenuto presente che negli eighties gli anti-eroi erano ancora un fatto relativamente nuovo e quindi si può intuire lo stupore di tanti lettori americani.
Panini Comics propone l’edizione definitiva (e completa) della serie che esordisce con questo numero zero e sarà strutturata in dieci volumi. Chiarisco subito che l’albo che include due estratti da Grendel Red White & Black si apre con la morte di Grendel. Sì, esatto, la saga inizia con il decesso del personaggio principale ma ne capirete di più seguendo regolarmente il serial (ne vale la pena) e sin dal suo scioccante prologo Wagner introduce il cast: oltre ad Hunter Rose, infatti, ci sono il lupesco Argent, acerrimo nemico di Grendel, e la piccola Stacey Palumbo che giocherà un ruolo fondamentale nelle vicende.
Wagner scrive testi intensi e delinea una trama influenzata dal noir e non mancano suggestioni dei comic-book supereroici più dark. Il tratto grafico di Wagner si collega in parte a quello di Frank Miller ed è da notare il lay-out di ogni pagina, la cui concezione inventiva fa venire in mente lo stile liberty con echi di P.C. Russell. Non è da trascurare nemmeno l’aspetto cromatico di Grendel. Formalmente è un fumetto a colori ma di fatto ci sono solo tre sfumature: il bianco, il nero e il rosso e l’effetto contribuisce a rendere ulteriormente sconcertante (ma affascinante) l’opera. Il secondo episodio, invece, è imperniato sulle attività di Grendel viste però dall’ottica della piccola Stacey. E poiché si tratta di una bambina (almeno all’inizio, leggendo la storia capirete che intendo dire), ad illustrarla è la bravissima Jill Thompson, veterana dei comics con personaggi infantili (basti pensare a Strega Madrina), che con un elegante e raffinato stile pittorico realizza un gioiello, sempre corredato dai testi di Wagner.
Insomma, se non avete mai prestato attenzione a Grendel, è giunto il momento di non trascurarlo.
Avrete a che fare non solo con uno dei migliori fumetti indie di sempre ma con una saga appassionante, adulta, ricca di pathos e di colpi di scena, che non potrà non conquistarvi.
Grendel è un capolavoro.
Come ogni opera attribuibile al diavolo.