Cassandra di Leonardo Valenti e Marco Caselli – Recensione
Pubblicato il 5 Marzo 2013 alle 11:00
Si può creare un fumetto ispirandosi a un racconto noir di Giancarlo De Cataldo? Naturalmente sì e ce lo dimostrano Leonardo Valenti e Marco Caselli con Cassandra, graphic novel targata Tunué consigliata a tutti gli estimatori dei thriller a forti tinte!
Cassandra
Autori: Leonardo Valenti (testi), Marco Caselli (disegni)
Casa Editrice: Tunué
Provenienza: Italia
Genere: Noir
Prezzo: € 14,90, 17 x 24, pp. 160, col.
Data di pubblicazione: ottobre 2012
Negli ultimi anni gli scrittori italiani noir hanno attirato l’attenzione di un folto numero di lettori con risultati spesso interessanti. D’altro canto, bisogna considerare che questo tipo di narrativa sin dalla sua nascita ha rappresentato una denuncia e un’acuta analisi dei mali e delle storture della società occidentale. Nell’Italia degradata di oggi, quindi, in cui le devianze abbondano, gli autori noir nostrani stanno riuscendo a descrivere la realtà nazionale in maniera più profonda di quella di altri romanzieri non classificabili nella categoria.
Tra essi non si può non citare Giancarlo De Cataldo, noto al grande pubblico per Romanzo Criminale, divenuto un telefilm di grande successo, e per altre opere incisive. Cassandra, pubblicato da Tunué, è l’adattamento a fumetti di un suo racconto incluso nella raccolta Teneri Assassini. A scrivere la sceneggiatura è Leonardo Valenti che peraltro è uno degli autori del serial tv Romanzo Criminale, appunto, così come di RIS e altri lavori analoghi. Abbiamo perciò a che fare con uno scrittore che conosce l’universo narrativo di De Cataldo e gli stilemi del noir urbano contemporaneo.
Cassandra è un lavoro di qualità, avvincente sin dalla prima pagina. L’Italia in cui si muove il protagonista, un poliziotto tormentato da traumi e dolori del passato, sembra uscita dalle cronache: il razzismo dilaga (la storia inizia con l’assassinio di un pakistano), il crimine è ovunque e l’atmosfera del paese è invivibile. L’agente inizia ad occuparsi del caso e la sua strada incrocia quella di Cassandra, un transessuale che potrebbe sapere qualcosa sulla vicenda.
I due incominciano a frequentarsi ed è evidente che Cassandra conosce gente losca e pericolosa non estranea all’accaduto. Si tratta quindi di un tipico caso di indagine sotto copertura ma cosa accade se le cose prendono una piega imprevista? Che succede se il poliziotto si innamora, ricambiato, di Cassandra? E i suoi amici poco di buono possono tollerarlo? E quali sono i motivi degli incubi ricorrenti che assillano l’agente, legati al tragico ricordo di un fratello morto e a certi lati nascosti della sua personalità?
Valenti gioca con la suspense e il mystery dosando abilmente momenti di azione e introspezione, suddividendo la story-line in segmenti introdotti da sequenze oniriche e spiazzanti che avranno un senso preciso alla fine del libro. Benché Cassandra sia un prodotto tipicamente ‘crime’, non è banale e affronta tematiche importanti come quelle della violenza di estrema destra e dell’omofobia. Inoltre, malgrado i personaggi rientrino in una tipologia specifica (il poliziotto problematico, i colleghi sarcastici e prepotenti, i malavitosi sboccati e volgari), Valenti va oltre gli stereotipi e ciò vale specialmente per Cassandra. In questo caso, non c’è il solito trans tutto mossette e battutine che certa televisione trash ci propina. No, Cassandra è innanzitutto un essere umano, con le sue ansie, le difficoltà, i dolori e le sofferenze che vivere comporta.
Tra citazioni di Patty Pravo e testi intensi e secchi di matrice hard-boiled, Cassandra ha un ritmo sincopato e coinvolgente da telefilm americano e costituisce un esito creativo impeccabile. Il penciler Marco Caselli, al suo esordio come professionista dopo alcune autoproduzioni, svolge un buon lavoro. Il suo stile forse non è innovativo ma è efficace con la sua impostazione tipicamente bonelliana, perfetta per una vicenda made in Italy che fa della quotidianità l’elemento fondamentale. Caselli caratterizza abilmente ogni personaggio, costruisce la tavola in maniera inventiva e mai confusionaria e si rivela a suo agio sia nelle sequenze più dinamiche e violente, valorizzate da un’ottima sensibilità cinematica, che in quelle più tranquille e riflessive. Insomma, Cassandra è da provare e potrà piacere agli estimatori del poliziesco all’italiana.