Recensione Bakuman Vol. 1 – Planet Manga

Pubblicato il 31 Marzo 2010 alle 00:37

Autori: Tsugumi Ohba (testi);  Takeshi Obata (disegni)

Casa Editrice: Planet Manga

Provenienza: Giappone

Prezzo: 3,90 euro

A cura di Ennio “Boh!” D’Onofrio


Ed ecco in Italia (come potevamo farcelo mancare) l’ultima opera del duo OhbaObata (dobbiamo ricordare anche cosa hanno scritto?) che, ricordando un po’ Inoue che passò da Slam Dunk a Vagabond, si cimentano in tutt’altro genere, scegliendo una commedia ambientata nel mondo dell’editoria manga Giapponese.

Il protagonista è Mashiro Moritaka che, spinto anche dal suo amico Takagi Akito, decide di abbandonare i suoi propositi da “giapponese medio” ed inseguire un sogno: diventare un mangaka! La strada però è tutta in salita e non sarà assolutamente facile.

Lo ammetto, se non avessi saputo  che Bakuman è scritto da Ohba e Obata difficilmente mi sarei avvicinato, ma nonostante tutto sono stato abbastanza “critico” con quest’opera, lasciando da parte tutto l’hype che l’ha avvolto. Non è assolutamente un Death Note 2 (a parte la massiccia parte scritta, in perfetto stile Ohba), non aspettatevi mille congetture, mille colpi di scena e mille sfide, qui si parla di vita quotidiana di scolari delle medie con i loro sogni, i loro amori e le loro difficoltà anche nella vita quotidiana in Giappone. Ed è proprio per questo motivo (oltre che per l’argomento principale, cioè scoprire più o meno velatamente i retroscena non solo di un manga, ma anche di un mangaka, la strada che deve intraprendere, il sudore, le scelte, le gioie ed i dolori) che questo manga mi ha colpito e mi è piaciuto.

Nella loro ingenuità (forse eccessiva e forzata? Probabilmente, ma non mi stupirei se in Giappone qualcuno è ancora così), nei primi “rossori adolescenziali”, nelle loro discussioni con i genitori, nei loro sogni vedo molto slice of life giapponese, particolare da non sottovalutare assolutamente e che va ad aggiungere qualcosa ad un’opera che altrimenti sarebbe stata un trattato della vita di un mangaka.

Il ritmo della storia non è male, non parte sparato ma non se la prende neanche comoda, insomma appare abbastanza naturale e già dal primo volume possiamo prendere confidenza su cosa sia un name, i primi passi di un mangaka, i tempi per realizzare uno one-shot e altri particolari tecnici.

I disegni sono marchio Obata, e questo è già una garanzia: sono super dettagliati e molto realistici, ma ovviamente mi dilungo poco su questo particolare perché l’autore è famosissimo.

Per quanto riguarda l’edizione, complimenti alla Panini per aver tolto “dall’autore di…”, mossa alquanto inaspettata ma decisamente apprezzata (almeno da me) superando addirittura il Giappone (perché loro l’avevano messo!). Nota di demerito invece perché per dare spazio ai messaggi degli autori (a me interessa sia chiaro, ma c’era davvero bisogno di 2 pagine?) hanno tagliato il sommario che era carino, con un oggetto per ogni capitolo. Non è una mancanza grave per carità, però si poteva organizzare meglio per farci entrare tutto. Per il resto la solita “confezione shonen” che per il minimo sindacabile ti dà il minimo indispensabile, ma a questo ci siamo abituati.

In definitiva Bakuman è un manga senza alcuna pretesa particolare e lontano anni luce (come tema) da Death Note. Non è sicuramente (e non sarà credo) una pietra miliare dei manga, ma è un’opera gradevole, simpatica che si lascia leggere e che ci mostra molti dettagli dei “dietro le quinte” di un manga ed anche un po’ di quotidianità adolescenziale giapponese.


VOTO 7

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