Hellraiser n. 1 di Clive Barker – Recensione
Pubblicato il 26 Febbraio 2013 alle 10:00
Ritornano i terribili Cenobiti ideati dal maestro dell’horror britannico Clive Barker in una produzione Boom! Studios tradotta da Bao Publishing! Cosa succede quando Pinhead e compagni decidono di riconquistare l’umanità perduta? Scopritelo nella prima uscita di una saga terrificante!
Hellraiser n. 1 – La Brama della Carne
Autori: Clive Barker, Christopher Monfette (testi), Leonardo Manco, Stephen Thompson (disegni)
Casa Editrice: Bao Publishing
Provenienza: USA
Genere: Horror
Prezzo: € 13,00, 16 x 24, pp. 128, col.
Data di pubblicazione: ottobre 2012
Negli anni ottanta Clive Barker fu considerato un innovatore del genere horror. Opere come Hellraiser e Books of Blood, oltre ad ottenere un successo strepitoso, colpirono il pubblico per l’assoluta mancanza di inibizione immaginativa. Rispetto ad altri autori, Barker era in grado di delineare atmosfere claustrofobiche e paranoiche di impronta tipicamente British con echi della new wave ballardiana. E se nei suoi racconti non mancavano brutture e mostruosità assortite, quest’ultime erano presentate in maniera decisamente anti-convenzionale.
I personaggi di Barker entravano in contatto con esseri mostruosi ma in un certo qual modo se ne sentivano attratti.
Bisogna poi aggiungere la forte tensione erotica dei suoi lavori, la predisposizione nei confronti del sesso estremo e della carne (basti pensare, per esempio, all’agghiacciante ‘Pig Blood Blues’) e la fascinazione per il sadomasochismo e le tendenze fetish e si può quindi comprendere la peculiarità della sua ispirazione. Nel giro di poco tempo, Barker divenne un personaggio di culto (la celebre rivista bondage Skin Two gli dedicò parecchi articoli) e ciò fu dovuto anche al fatto che lo scrittore si rivelò poliedrico e trasversale. Diresse alcune pellicole imperniate sugli orribili Cenobiti della saga di Hellraiser (da noi conosciuti come Supplizianti) e non mancarono sortite nel mondo dei comics.
La Marvel pubblicò versioni a fumetti di Hellraiser e Nightbreed e lo stesso Barker ideò per la Casa delle Idee il Barkerverse che non ebbe molta fortuna (tra gli autori coinvolti ci furono i fratelli Wachowski che in seguito sarebbero diventati famosi per la trilogia di Matrix) e anche altre case editrici adattarono a fumetti romanzi e short stories utilizzando personaggi e concetti narrativi da lui inventati. Non bisogna inoltre dimenticare che Barker è un illustratore. Abbiamo perciò a che fare con un artista a trecentosessanta gradi.
L’ennesima prova è data da un fumetto targato Boom! Studios che ripropone gli intimidenti Cenobiti: Hellraiser Pursuit of the Flesh, tradotto da Bao Publishing. È lo stesso Barker a scrivere la sceneggiatura, coadiuvato da Christopher Monfette, e dunque la story-line ha il tipico tocco barkeriano. Sin dal principio, inoltre, si intuisce che la trama sarà avvincente e articolata, ricca di tensione e pathos. Pinhead e soci svolgono come al solito la loro crudele attività, attirando malcapitati con la famigerata scatola demoniaca che tutti i fan di Hellraiser conoscono e sottoponendoli a una perenne serie di torture. Ma qualcosa è cambiato.
Pinhead e gli altri Cenobiti infatti intendono ottenere l’umanità e aspirano a diventare mortali, stanchi del ruolo che è stato loro imposto dall’alba dei tempi. E dal momento che stiamo ragionando dei Cenobiti, è evidente che non si fermeranno di fronte a nulla pur di raggiungere l’obiettivo e a farne le spese saranno alcuni individui che rimarranno invischiati in una serie allucinante di orrori ed efferatezze. Tra essi, risulta particolarmente importante la bella Kirsty Cotton che potrebbe essere in grado di ostacolarli ed è alla ricerca dei congegni che hanno condotto i Cenobiti nel nostro mondo.
Barker fa un buon lavoro, dosando abilmente introspezione (i Cenobiti in questa occasione sono più riflessivi e malinconici e rivelano un barlume di sentimento) e azione e abbondano incubi, visioni e le violenze tipiche di una storia appartenente al canone di Hellraiser. Peraltro la struttura della trama è complessa, a tratti frammentaria e post-moderna, e ha il pregio di incuriosire il lettore.
La serie è pregevole anche per la parte grafica. Il prologo e i primi due episodi sono illustrati dal grande Leonardo Manco, già avvezzo all’horror, come ben sanno coloro che hanno letto i suoi episodi di Hellblazer e di Hellstorm e, analogamente a quei due splendidi esiti creativi, si sbizzarrisce con i giochi d’ombra, l’oscurità del tratto e l’allure iperrealista di certe tavole. Sono suggestivi i primi piani dei personaggi (specialmente quelli femminili) e lo story-telling ha un’impostazione cinematografica di notevole impatto visivo. Il penciler Stephen Thompson invece illustra il terzo e il quarto episodio con uno stile più convenzionale ma valido e funzionale. In poche parole, se siete in vena di un buon fumetto horror Clive Barker è una garanzia e l’albo è da tenere d’occhio.