End Elisabeth vol. 1 – Recensione
Pubblicato il 25 Febbraio 2013 alle 12:00
Arriva il primo volume di una suggestiva serie gothic ideata da Barbara Canepa e Anna Merli: End Elisabeth! Seguite le vicissitudini di una ragazzina morta, di sua sorella e di strani animali in un fumetto di grande livello espressivo!
End Elisabeth
Autori: Barbara Canepa (testi), Barbara Canepa, Anna Merli (disegni)
Casa Editrice: Bao Publishing
Provenienza: Francia
Genere: Fantasy
Prezzo: € 15,00, 22 x 31, pp. 60, col.
Data di pubblicazione: ottobre 2012
Si parla spesso di talenti italiani costretti ad andare all’estero e ciò vale anche per il fumetto. Ci ho pensato dopo aver finito di leggere il pregevole End Elisabeth, primo volume di una complessa e avvincente saga ideata dalla brava Barbara Canepa.
L’opera infatti è stata pubblicata in Francia da Soleil per la linea editoriale Collection Metamorphose, gestita dalla stessa Canepa, e c’è da domandarsi: se fosse stata proposta a qualche editore nostrano sarebbe stata accettata, considerando la miopia e il provincialismo che caratterizza la categoria? Mi permetto di dubitarne. Fortunatamente Bao Publishing ha deciso di tradurla ed è un bene perché il prodotto è meritevole di attenzione.
Benché la lettura risulti scorrevole, la story-line è articolata e complessa e offre tanti spunti di riflessione. Dal punto di vista del genere di appartenenza è fantasy ma non mancano influssi horror, suggestioni della narrativa gotica e rimandi al romanticismo anglosassone. Potrà piacere agli emo ma pure a coloro che si sono lasciati conquistare dal Sandman di Neil Gaiman (d’altronde, le situazioni oniriche sono rilevanti) e posso affermare senza tema di smentita che End Elisabeth non ha nulla da invidiare a tante celebrate produzioni Vertigo. Ci sono inoltre elementi thriller e mystery e, come avrete modo di vedere, i misteri nella trama non latitano.
Tutto ruota intorno a due sorelle. La prima, Elisabeth, dovrebbe essere morta (il condizionale è d’obbligo poiché non esistono certezze al riguardo); la seconda, Dorothea, ne piange la scomparsa nell’atmosfera opprimente di un collegio degno di un romanzo d’appendice dell’ottocento. Elisabeth si trova in una strana dimensione popolata da animali parlanti, o meglio, da creature che sono un mix di svariati animali. A quanto pare, in questo mondo ognuno deve essere sottoposto a una prova che gli conferisce particolari capacità ma nello stesso tempo lo trasforma. La stessa Elisabeth, del resto, ha le mani coperte da nastri e guanti neri, segno che è accaduto qualcosa.
Dorothea si convince che Elisabeth sia ancora viva; forse sta sviluppando poteri paranormali e, con la complicità di alcune compagne di collegio, inizia a fare indagini sulla faccenda. L’atmosfera della scuola è intimidente, degna di un horror della Hammer, di una pellicola di Hitchcock o di un romanzo di Daphne Du Maurier, e le monache che lo gestiscono nascondono molti segreti. Potrebbe addirittura c’entrare il satanismo e nei prossimi volumi ne sapremo di più. Barbara Canepa, in questo capitolo iniziale, si diverte ad introdurre elementi disparati che si intrecceranno, formando un incisivo arazzo narrativo. Prevalgono, come ho scritto, i riferimenti al romanticismo (i nomi femminili sono tipici di una poesia sepolcrale o di un racconto di Poe: Elisabeth, Dorothea, Nora, e così via), e ci sono echi biblici e una generale attitudine dark e introspettiva e, malgrado i testi risultino a tratti leziosi, nel complesso ci troviamo di fronte a un esito creativo non trascurabile.
E il volume non va ignorato nemmeno per la parte grafica. Barbara Canepa, coadiuvata dall’abile Anna Merli, realizza un gioiello. I personaggi femminili hanno vaghe ascendenze manga e si contrappongono al certosino realismo degli sfondi e delle ambientazioni. Le strutture architettoniche e gli interni, in particolare, evocano cupezza e risultano minacciosi e intimidenti e in questo caso le due artiste si collegano alla gloriosa tradizione illustrativa europea. Molte tavole abbondano di dettagli e simboli che hanno il pregio di fornire ulteriori spunti interpretativi.
Alla suggestione contribuiscono le scelte cromatiche effettuate dal duo Canepa/Merli. Prevalgono tonalità crepuscolari e tenui, perfette per i giochi d’ombra presenti pressoché in ogni pagina, che mi hanno fatto pensare ai libri di fiabe illustrate e ad alcune copertine dei dischi dei gruppi dark anni ottanta (alla fine del volume, per esempio, c’è una lettera, che peraltro contiene accenni importanti ai fini della comprensione degli enigmi, corredata da immagini ‘d’epoca’, che non avrebbe sfigurato sulla cover di un qualsiasi album della 4AD).
Ci sarebbe ancora altro da scrivere su End Elisabeth ma credo di aver reso l’idea di ciò che intendevo esprimere: che siamo cioè di fronte a una gemma testuale e visiva, contrassegnata da un’ottima qualità di stampa, che non può mancare nella vostra libreria. Con buona pace degli editori che non investono sugli autori italiani.