Il Meglio di Simon e Kirby – Recensione

Pubblicato il 25 Febbraio 2013 alle 11:00

Arriva in libreria una delle proposte editoriali più rilevanti del 2013: Il Meglio di Simon e Kirby, eccezionale volume che include varie storie realizzate da una delle coppie più importanti della storia del fumetto americano: Joe Simon e Jack Kirby, creatori di Capitan America!

Il Meglio di Simon e Kirby

Autori: Joe Simon (testi), Jack Kirby (disegni)

Casa Editrice: Bao Publishing

Provenienza: USA

Generi: Storie con vari generi

Prezzo: € 27,00, 22 x 31, pp. 240. Col.

Data di pubblicazione: gennaio 2013


Ritengo di avere una buona conoscenza di ciò che ogni mese viene pubblicato e quando esamino le novità le classifico in proposte valide, buone ed evitabili. Ma difficilmente trovo albi o volumi che mi spingono a definirli ‘eventi editoriali’. E Il Meglio di Simon e Kirby, pubblicato da Bao Publishing, appartiene a questa categoria.
Si tratta di un evento non solo perché presenta storie di grande livello
ed è dedicato a una coppia leggendaria dei comics, Joe Simon e Jack Kirby che, tra le altre cose, inventarono il celeberrimo Capitan America; ma anche per le caratteristiche stesse del libro.

Non alludo alla qualità di stampa (ottima), alle accurate traduzioni e al ricco apparato redazionale: quelli sono elementi che potremmo considerare scontati (malgrado esistano editori che li trascurano). No, questa è una lettura imprescindibile perché si tratta di un’iniziativa seria. E sulla serietà dell’operazione potrei prolungarmi all’infinito. Qui non troverete storielle trascurabili di Kirby, i curatori dell’opera hanno selezionato con criterio storie il più possibile rappresentative dei due autori.

Il volume è stato pubblicato dalla Titan e tra i responsabili c’è Mark Evanier, massima autorità per ciò che concerne Kirby, e basta tale nome per intuire che non abbiamo a che fare con una presa in giro.

Ma selezionare opere rappresentative di Simon e Kirby è impresa ardua, dal momento che i due, nel corso della loro lunga carriera, si sono occupati di svariati generi narrativi. Se Siegel & Shuster sono fondamentali avendo dato vita al genere supereroico con Superman e se Will Eisner, padre di Spirit, può essere considerato l’antesignano del fumetto come noi oggi lo intendiamo, lo stesso si deve affermare per Simon e Kirby. I due si conobbero nel 1939 alla Fox Comics e idearono, l’anno successivo, Capitan America. Ma, come vedremo, questa è la punta dell’iceberg. La coppia divenne subito celebre durante la Golden Age e coloro che, ragionando di Kirby, pensano al più noto periodo Marvel devono considerare che il Re aveva dunque già fatto parlare di sé. Ed è semplicistico affermare che Simon si occupava dei testi e Jack dei disegni. Joe, infatti, è stato  penciler, editor e ha svolto molte altre mansioni e il Re spesso e volentieri collaborava alla stesura delle sceneggiature (e lo stesso accadrà in seguito con Stan Lee).

Il libro è suddiviso in sezioni che costituiscono un’esaltante panoramica dei tanti generi affrontati dal mitico duo. La prima parte è ovviamente dedicata ai supereroi e si inizia con il n. 1 di Captain America Comics, pubblicato quando la Marvel si chiamava Timely. Gli estimatori della Casa delle Idee non possono perdersi il leggendario esordio del terribile Teschio Rosso (in una versione diversa da quella odierna) che affronta Cap e Bucky. La storia è un capolavoro di sintesi, contrassegnata da un ritmo adrenalinico e indiavolato basato sull’azione allo stato puro. Si passa poi a Marvel Mystery Comics n. 14 che ha come protagonista la Visione. Però non è il sintezoide dei Vendicatori ma la creatura extraterrestre che Roy Thomas usò come modello del noto androide. In questo caso le atmosfere della trama risentono degli stilemi horror e sono particolarmente suggestive.

Simon e Kirby diedero altresì  il loro contributo alla DC e i fan più nerd della casa editrice di Superman e Batman avranno pane per i loro denti con il n. 75 di Adventure Comics dedicato a Sandman. Il character è Wesley Dodds ma, come avrete modo di scoprire, non è lo stesso di Sandman Mystery Theatre e non aggiungo altro. L’episodio ha un sapore vintage e il giustiziere si confronta con un individuo che afferma di essere il Dio del Tuono Thor! C’è inoltre un’altra chicca: il n. 1 di Stuntman Comics, realizzato per la Harvey.

Stuntman era una specie di equilibrista mascherato che agiva da giustiziere e la story-line, benché risenta delle convenzioni del tempo, è densa di avvenimenti e articolata. Imperdibile è il n. 2 di Fighting American, supereroe patriottico e propagandistico creato sulla scia del più fortunato Cap, pure in questo caso per la Harvey, e chi ama l’azione kirbyana non rimarrà deluso. Non manca il primo numero di Adventures of the Fly, imperniato, appunto, sul supereroe The Fly, pubblicato dalla Archie. Anche stavolta la storia ha un ritmo serrato, per certi versi ancora moderno, e i fluidi disegni di Kirby fanno venire in mente le prime memorabili produzioni Marvel dei sixties.

La seconda parte del libro si concentra sulla fantascienza e chiunque abbia letto Fantastic Four o New Gods, giusto per citare un paio di serie, saprà che Kirby  dava il meglio di sé con le ambientazioni cosmiche. La storia tratta da Silver Streak Comics della Your Guide Publications è una tipica vicenda di astronauti e alieni e risente dei cliché space opera. C’è inoltre un episodio da Blue Bolt Comics della Funnies Inc., imperniato su Fulmine Blu, ennesimo supereroe partorito dalla fervida immaginazione di Joe e Jack; e in effetti la storia, sci-fi nell’impostazione, rimanda al genere supereroico e il protagonista che si rimpicciolisce e finisce in un mondo alternativo quasi fantasy popolato da perfidi guerrieri e crudeli regine può far pensare ad Ant-Man o al Microverso introdotto in uno dei primi numeri di Fantastic Four. E nel secondo albo dell’antologica Race For The Moon, i maestri ci deliziano con una breve e drammatica avventura di un astronauta alla deriva nello spazio.

Si continua con la terza parte del volume che prende in considerazione un altro genere narrativo fatto apposta per le capacità di scrittura di Simon e per la potenza illustrativa del Re: quello bellico. Il n. 1 di Boy Commandos, uno dei comic-book più amati della DC, è quasi rivoluzionario: nella storia infatti appaiono gli stessi autori, Sandman, in un curioso mix di war story e supereroi, e la Legione degli Strilloni e nessun DC fan può perdersi un gioiello simile. Il n. 5 di Black Cat Comics della Harvey invece è un avvincente fumetto di guerra con elementi da spy-story. È poi la volta di un capolavoro: il n. 2 di Foxhole della Mainline, una war story mozzafiato scritta da un Simon in stato di grazia e disegnata da un Kirby che anticipa la dinamicità e la cinematicità del Sgt. Fury marvelliano. Peraltro, la Mainline fu una casa editrice fondata da Joe e Jack, una delle tante innovazioni che possono essere loro attribuite, e ciò avvenne in un periodo in cui non era normale vedere un autore fondare una propria etichetta (McFarlane e Jim Lee non erano ancora nati!).

E dal momento che sto scrivendo di innovazioni, la quarta sezione del libro è dedicata al genere romance, ideato, tanto per cambiare, dall’inossidabile coppia. Simon e Kirby, infatti, si resero conto che non esistevano fumetti per un pubblico femminile e vararono comic-book appositamente pensati per questa fascia di mercato. Ebbero un successo clamoroso e tutte le case editrici statunitensi li imitarono. Si potrebbe ritenere che una storia basata su uomini e donne che dialogano in maniera sdolcinata non possano essere interessanti.

Be’, se le leggerete scoprirete che non è così: malgrado le story-line affrontino il tema dell’amore, se le si analizza attentamente si percepisce un’estrema tensione sessuale, spesso eversiva, e i contesti delle trame non hanno nulla a che fare con quelle dei romanzetti rosa.

Il n. 1 di Western Love, per esempio, della Prize Comics, è ambientato nel Far West e rivela l’influenza delle storie western, appunto; e il 22 di Young Romance Comics, della stessa casa editrice, è una vicenda amorosa sullo sfondo della guerra. Simon, l’autore delle sceneggiature, pur rivolgendosi alle lettrici, aveva una fantasia tipicamente maschile (quando non addirittura maschilista e sessista): i suoi uomini sono macho aggressivi e le donne, più che dolci e ingenue, hanno una sensualità decisamente esplicita per l’era del Comics Code, visualizzata da Kirby con palese entusiasmo.

E Simon e Kirby potevano evitare di realizzare opere crime? Certo che no. D’altronde, il thriller e il poliziesco erano popolari anche nei comics e, al pari dell’horror, spinsero un certo Dr. Wertham a imbastire una crociata contro i fumetti, considerati fonte di ogni male. Questo genere è presente nella quinta parte del volume. I curatori hanno selezionato il n. 24 di Headline Comics della Prize, sconcertante storia di un serial killer dove si affronta il tema della droga (anni prima che Stan Lee se ne occupasse nei famosi drug issues di Amazing Spider-Man!); il n. 4 di Real Clue Crime Stories della Hillmann, imperniato sulla famigerata Ma’ Barker, e il n. 1 di Justice Traps The Guilty che narra le vicende reali di Scarface. In queste produzioni la violenza non è mai eccessiva ma Simon e Kirby riescono a creare suspense giocando con atmosfere perturbanti.

Non manca il western e la sesta sezione presenta il n. 2 di Boy’s Ranch della Harvey che, secondo una scuola di pensiero, è il miglior fumetto seriale realizzato da Joe e Jack, e il n. 4 di Bull’s Eye della Mainline. Qui Simon e Kirby si divertono con pistoleri e avventurieri delle praterie, dimostrando di conoscere a menadito le regole del western, comunque trattate in maniera personale e originale. La settima parte invece è appannaggio dell’horror. Il n. 2 di Black Magic della DC, testata che più di tutte suscitò le ire dei fautori della crociata anti-comics, e il n. 3 di Strange Worlds of Your Dreams della Prize presentano situazioni macabre e oniriche che anticipano quelle di telefilm stile Ai Confini della Realtà e offrono a Kirby l’opportunità di sbizzarrirsi con dimensioni oscure e tenebrose di notevole impatto visivo.

Il volume si conclude con alcuni contributi che Simon e Kirby diedero al genere umoristico. Il n. 4 di My Date della Hillman è una parodia del romance che loro stessi avevano fatto nascere; e il n. 11 di From Here To Insanity  della Charlton prende in giro i film di fantascienza. Leggendoli scoprirete che lo humour era parte integrante della loro ispirazione. Inoltre ci sono alcuni brevi estratti da SICK, rivista sperimentale da essi creata sulla falsariga di Mad e che vide addirittura tra i collaboratori il grande e controverso Lenny Bruce!

Insomma, Simon e Kirby  impostarono le regole dello story-telling, fondarono una casa editrice, inventarono un genere fumettistico e diedero il la a riviste quasi sperimentali. Simon dimostrò di possedere grande versatilità nei testi e nei dialoghi, adattando il suo stile alle molteplici atmosfere da lui evocate: è hard-boiled nelle storie di Cap e in quelle crime; evocativo ed enfatico nei western; ridondante nelle avventure di guerra e piacevolmente verboso in quelle romance. Kirby, dal canto suo, costruì in maniera dinamica le tavole e le sue figure contorte trasmettevano un senso del movimento che ancora oggi lascia stupefatti.

Ne Il Meglio di Simon e Kirby avrete pure l’opportunità di ammirare le sue formidabili splash page. Alcuni sostengono che sia stato lui ad inventarle (e lo stesso vale per quelle doppie mutuate dai paginoni centrali di Playboy) ma non c’è unanimità di opinione al riguardo. Forse non è stato realmente lui il primo ad introdurle ma è certamente stato lui a rendere popolare una simile scelta visiva.

Ogni sezione è introdotta dalle prefazioni di Mark Evanier, ricche di aneddoti e informazioni, e il libro è corredato da un’accurata bibliografia e da illustrazioni e riproduzioni delle cover più significative disegnate dal Re. Insomma, come scrivevo all’inizio, questa proposta è un evento editoriale e Il Meglio di Simon e Kirby è un libro da prendere in considerazione ad ogni costo.


Voto: 8 ½

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