Transmetropolitan n. 5 – Recensione

Pubblicato il 16 Febbraio 2013 alle 08:00

Tornano le avventure di Spider Jerusalem! Cosa succede al nostro cronista preferito quando dovrà confrontarsi con la violenza delle forze dell’ordine e con la censura? Ce lo spiegheranno Warren Ellis e Darick Robertson nel quinto volume di Transmetropolitan!

Transmetropolitan n. 5

Autori: Warren Ellis (testi), Darick Robertson (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Provenienza: USA

Genere: Fantascienza

Prezzo: € 13,95, 16,5 x 25,2, pp. 144

Data di pubblicazione: gennaio 2013


Un Presidente amabile, sorridente e democratico che è un viscido opportunista pronto ad usare la censura pur di impedire la divulgazione di notizie scottanti che lo riguardano; rappresentanti delle forze dell’ordine che assistono impassibili al pestaggio e all’uccisione di un cittadino senza degnarsi di intervenire; lobbies di pedofili che si fanno promotori di un movimento che tende a legalizzare i rapporti sessuali tra adulti e minori; e poi droghe, cibi adulterati, malattie dilaganti, mercificazione imperante e cinici mass-media che sfruttano le tragedie ai fini dell’audience: tutto ciò è Transmetropolitan, serial Vertigo fantascientifico ideato dal sommo Warren Ellis.

Ma è fantascienza? Già, poiché al di là del labile sfondo sci-fi della trama, gli elementi da me evidenziati assomigliano in maniera spaventosa a tanti aspetti devianti del mondo reale. E Transmetropolitan è appunto questo: un’analisi critica e una condanna delle magagne della società occidentale. Coloro che conoscono Warren Ellis non si stupiranno, dal momento che l’autore appartiene a quella schiera iconoclasta, trasgressiva e incazzata di autori britannici che ha avuto il merito di innovare e svecchiare il comicdom americano. E se esiste ancora qualcuno che vive su Marte e non ha letto una sua opera potrebbe incominciare con Transmetropolitan, uno dei suoi migliori esiti creativi.

Nel quinto volume che include i nn. 25-30 del comic-book originale la situazione, almeno in principio, sembra tranquilla, specialmente dopo le dirompenti vicende avvenute in precedenza. Le elezioni si sono concluse e gli Stati Uniti hanno un nuovo Presidente, Callahan, che pur presentandosi come progressista tollerante è di fatto un reazionario della peggior specie. Solo pochi ne sono consapevoli e tra essi c’è il cronista Spider Jerusalem che naturalmente, ancora sconvolto dalla morte della bella Vita Severn, ex collaboratrice di Callahan uccisa per ragioni elettorali, non fa salti di gioia. Nei primi due episodi del tp Ellis usa toni riflessivi e malinconici con Spider che rievoca momenti del passato e della giovinezza caratterizzata dal doloroso senso della vulnerabilità delle cose e abbiamo modo quindi di scoprire un lato del personaggio finora non emerso.

Dopodiché Ellis si diverte ad utilizzare stilemi burroughsiani in un episodio, uno splendido cut-up di immagini e testi disparati, che illustra i molteplici aspetti dell’allucinante mondo distopico di Transmetropolitan, e poi si passa ad una story-line che inizia con un’atmosfera sarcastica e ironica, imperniata su un politico coinvolto in uno scandalo. Qualcuno ha infatti scoperto che l’uomo ha per anni finanziato l’industria del porno ma ciò prelude a drammatici avvenimenti che sconvolgeranno la vita di Spider e delle sue avvenenti assistenti Channon e Yelena. Un ragazzo dal dna modificato è stato ucciso in un pestaggio e la polizia non ha fatto niente per salvarlo. Che cosa c’è sotto? Solo razzismo o qualcosa di più preoccupante? Spider, ovviamente, scoprirà la spaventosa verità e farà il possibile per renderla nota all’opinione pubblica. Ma ci riuscirà? Come scoprirà a sue spese, stavolta la faccenda è veramente pericolosa e forse non vivrà per raccontarla.

Questa sequenza è uno dei vertici indiscutibili di Transmetropolitan, serial già di per sé di alto livello, e il sarcasmo e il divertimento che permeavano il comic-book in questa occasione cedono il passo alla serietà. Se prima Ellis aveva espresso la sua denuncia con l’arma dello sberleffo alla Monty Python e un’attitudine punk, ora è arrabbiato ed evidenzia la corruzione della politica e dell’informazione senza giri di parole, andando subito al sodo. Non ci sono fronzoli, insomma, e ciò è espresso con testi visionari e inventivi di matrice cyberpunk, con echi della stampa underground.

Dal canto suo, Darick Robertson, penciler regolare della serie, svolge un ottimo lavoro, caratterizzando in maniera efficace i personaggi, impostando la tavola in modo altamente creativo e rappresentando le incredibili architetture futuribili del mondo di Transmetropolitan, i club fumosi, gli interni hi-tech delle abitazioni e le squallide e malsane aree urbane in cui si aggira Spider con talento sopraffino. Transmetropolitan si conferma perciò una proposta essenziale che solo un lettore superficiale definirebbe fantascienza. Anche se, a pensarci bene, la fantascienza è simboleggiata proprio da Spider: un giornalista incorruttibile che scrive la verità. E in un paese come il nostro, dove non esistono giornalisti autentici ma solo pennivendoli al soldo dei potenti, non potrei immaginare niente di più fantascientifico.


Voto: 8

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