Blue Beetle n. 1 – Recensione

Pubblicato il 15 Febbraio 2013 alle 13:00

Arriva la serie reboot dedicata a Jaime Reyes, il nuovo Blue Beetle dell’Universo DC! Cosa succede a un adolescente problematico di origine ispanica quando diventa suo malgrado un supereroe? Ce lo spiegheranno Tony Bedard e IG Guara in questa serie deludente

Blue Beetle n. 1

Autori: Tony Bedard (testi), IG Guara (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Provenienza: USA

Genere: Supereroi

Prezzo: € 12,95, 16,8 x 25,6, pp. 144, col.

Data di pubblicazione: gennaio 2013


Con il reboot la DC Comics ha deciso di dare spazio a personaggi considerati minori e di secondo piano, spesso con risultati pregevoli. Tra costoro va annoverato indubbiamente Blue Beetle. Tuttavia, i fan più nerd della casa editrice potrebbero rimanere perplessi leggendo questa affermazione ma specifico che non mi riferisco al primo Blue Beetle, alias Ted Kord, che negli anni ottanta ebbe una certa popolarità grazie alla serie della Justice League di Giffen, DeMatteis e Maguire, rimasta nel cuore di molti lettori.

No, mi riferisco all’attuale Blue Beetle e cioè al giovane Jaime Reyes, adolescente di origine ispanica legato al mistico Scarabeo Blu che gli conferisce grandi poteri.  A dire il vero, questa versione del supereroe esisteva già in epoca pre-reboot ma adesso i dirigenti della casa editrice statunitense hanno varato un comic-book a lui dedicato, affidando le sceneggiature a Tony Bedard.

Per chiarezza, specifico che Bedard non mi è mai piaciuto e, al pari di Judd Winick, lo considero uno degli scrittori peggiori del comicdom a stelle e strisce e non sono mai riuscito a capire per quale ragione lo facciano lavorare. Le sue storie infatti non vanno mai al di là dei soliti cliché, la sua ispirazione è convenzionale e banale e i testi risultano piatti e standardizzati, degni di un teen drama da quattro soldi. E gli stilemi del teen drama imperano nella serie di Blue Beetle.

Jaime va al liceo, è timido e sensibile, ha una cotta per una compagna di scuola che lo considera solo un amico e non è popolare. Abbiamo quindi a che fare con roba vista e rivista in centinaia di altri prodotti; ma per una serie di circostanze diventa il corpo ospitante di un misterioso insetto alieno che all’occorrenza lo trasforma in un supereroe corazzato e che tende a controllarlo. E se c’è un’entità aliena in circolazione, ci sono naturalmente malintenzionati, extraterrestri e non, che le danno la caccia. In questa testata, in definitiva, non c’è niente di nuovo e i personaggi sono risaputi come non mai: l’amico fedele, la ragazza amata dall’eroe che però è la nipote di una malavitosa che cerca lo Scarabeo ed è dedita alla magia nera, i genitori severi che non comprendono i problemi del figlio e così via.

L’unico elemento di originalità (ma si tratta comunque di poca cosa) è legato all’origine ispanica del protagonista e la story-line è ambientata nella comunità che si esprime in ‘Spanglish’ e che ormai è una presenza non irrilevante nella società nordamericana. Ma Bedard non approfondisce un simile background che pure potrebbe essere interessante, limitandosi a descrivere lotte prive di costrutto, inseguimenti e situazioni violente che lasciano il tempo che trovano. La dicotomia Jaime/Scarabeo (i due non vanno d’accordo) magari riserverà qualche sorpresa in futuro ma in questi primi sei episodi del serial la mediocrità è onnipresente, la psicologia dei character inesistente e Blue Beetle si riduce ad essere un fumetto commerciale nel senso deteriore del termine.

Se Bedard è pessimo come non mai, la parte grafica, pur accettabile, non contribuisce ad elevare il livello del serial. Il penciler IG Guara non fa un cattivo lavoro e nel complesso si dimostra funzionale ma il suo stile non si allontana dai canoni tipici dei comic-book americani. Manca di personalità e non c’è nemmeno un dettaglio che mi spinga a pensare:  ‘ecco, questo l’ha disegnato Guara e si vede!’).

Blue Beetle, a mio parere, è una delle serie più inutili e trascurabili del catalogo DC e RW-Lion avrebbe potuto evitare di tradurla (e lo stesso dicasi per Batwing, Firestorm o Green Arrow, giusto per citare altri comic-book che è un eufemismo definire spazzatura). Può darsi che possa piacere agli estimatori più fanatici del DCU che apprezzano ogni area di questo affascinante universo ma se non hanno troppi soldi da spendere e sono costretti a selezionare è meglio che lo lascino perdere.


Voto: 5

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