Batwoman n. 2 – Recensione
Pubblicato il 21 Gennaio 2013 alle 09:00
Ritornano le avventure di Kate Kane, alias Batwoman. Cosa succede alla bella vigilante di Gotham alle prese con inquietanti esseri demoniaci? Ce lo riveleranno J.H. Williams III e W. Haden Blackman!
Batwoman n. 2
Autori: J.H. Williams III, W. Haden Blackman (testi), J.H. Williams III, Amy Reeder Hadley (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Provenienza: USA
Genere: Supereroi
Prezzo: € 9,95, 16,8 x 25,6, pp. 96, col.
Data di pubblicazione: dicembre 2012
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Kate Kane, alias Batwoman, è una delle eroine più intriganti del mercato statunitense e il suo comic-book ha una valenza eversiva. Non è infatti facile utilizzare character gay evitando luoghi comuni o facili provocazioni e Kate è semplicemente una ragazza che vive storie d’amore con donne, né più né meno delle sue coetanee etero. Attualmente, dopo la burrascosa relazione con Reneé Montoya, si è messa con Maggie Sawyer, altro personaggio lesbo inventato da John Byrne nella sua run anni ottanta di Superman.
La serie, tuttavia, è incisiva anche per le storie scritte da J.H. Williams III e da W. Haden Blackman che si discostano parecchio da quelle dei bat-mensili. Benché Batwoman agisca a Gotham City alla stessa stregua di Nightwing, Batgirl e compagni, le atmosfere narrative sono improntate su elementi mistico/esoterici e horror certamente peculiari. Le trame, oltre ad essere avvincenti, risultano inquietanti e adulte nei toni e fino a un certo punto il comic-book può essere considerato mainstream.
Negli episodi precedenti gli autori avevano introdotto la Batwoman del reboot: una vigilante tormentata dal senso di colpa (non è riuscita a evitare la morte della malvagia sorella), da un rapporto difficile con il padre, il tipico militare tutto d’un pezzo, e dalla convivenza non facile con la cugina Bette, alias Flamebird. Inoltre prova diffidenza nei confronti di Batman che pure le ha offerto di entrare nella Batman Inc. In tale contesto si inseriscono le macchinazioni di una società segreta dedita all’occultismo che ha attaccato persino i temutissimi membri della Setta di Caino. E un’entità spettrale, denominata Donna che piange, ha iniziato a rapire bambini per motivi sconosciuti. Last but not least, l’agente Cameron Chase, notoriamente ostile ai supereroi, è arrivata a Gotham dietro ordine dell’agenzia D.E.O. e ha preso di mira proprio Kate.
Sono queste le premesse della serie e gli sceneggiatori nel secondo tp che include i nn. 4-7 della testata originale partono in quarta e il ritmo già serrato delle trame accelera ulteriormente. Flamebird andrà incontro a guai seri, i bambini continueranno ad essere rapiti e la vita di Kate si farà più incasinata. Chase giocherà un ruolo preponderante nelle story-line e influenzerà notevolmente l’attività di vigilante di Kate. Non mancano riferimenti all’occultismo, con donne dedite alla magia nera, sacrifici di innocenti e mostruosità dilaganti.
I testi di Williams e Blackman sono ben impostati e i due, pur scrivendo un fumetto di intrattenimento, delineano le psicologie dei personaggi in maniera profonda, affrontando la tematica dei fallimentari legami famigliari (i padri non dialogano con le figlie, madri snaturate causano disgrazie alla prole e così via). La struttura delle sceneggiature è complessa e sofisticata, ricca di flashback e flashforward che richiedono una lettura attenta. A ciò si devono aggiungere vari enigmi che presumibilmente si dipaneranno con ritmi dilatati e si potrà perciò comprendere la validità di un serial non banale.
Un altro punto di forza di Batwoman è rappresentato dall’aspetto grafico. Coloro che hanno già avuto modo di ammirare lo stile di J.H. Williams III sanno che è un talento eccezionale. La costruzione della tavola è inventiva e il penciler concepisce vignette incastonate tra loro che suscitano un senso di claustrofobia adatto alle situazioni macabre e dark della serie e all’opprimente devianza degli aspetti più perversi di Gotham City. Due episodi sono illustrati dalla brava Amy Reeder Hadley che alcuni ricorderanno per Madame Xanadu. Anche lei svolge un buon lavoro, cercando di collegarsi all’impostazione di Williams e all’estetica degli story-board cinematografici.
I due penciler caratterizzano degnamente ogni personaggio: Kate, Cameron e Maggie sono sexy ed evocano erotismo; gli sguardi dei bambini indifesi esprimono fragilità e paura; i membri della setta esoterica emanano perversione; e mostri come Killer Croc risultano disgustosi come non mai. A mio avviso, Batwoman è la migliore bat-serie in circolazione nonché una delle più riuscite del reboot DC e questa seconda uscita lo conferma. Ignorarla sarebbe quindi un peccato.