No smoking – Le Storie n. 4 – Recensione
Pubblicato il 17 Gennaio 2013 alle 10:21
A partire dalla bella copertina firmata da Di Gennaro e fino al sorprendente epilogo messo in scena da Ruju e disegnato da Ambrosini, il quarto tassello de Le Storie sa convincere e farsi apprezzare.
Le Storie n. 4 – No smoking
Autori: Pasquale Ruju (testi), Carlo Ambrosini (disegni).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Genere: Gangsteristico.
Prezzo: 3,50 Euro
Data di pubblicazione: Gennaio 2013
Il vizio del fumo, è risaputo, nuoce gravemente alla salute. Per questo smettere di fumare è un vero e proprio toccasana per chiunque sia mai stato un fumatore.
Lo sa bene il pavido e insignificante Angelo – Angelì, suo malgrado, per i tipi poco raccomandabili con cui si accompagna – che nella vita fa il rappresentate di orologi, ma che è finito in grossi guai a causa del gioco d’azzardo.
Ad aiutarlo, Eddie “bullet” Di Carlo, classico duro d’altri tempi, capace di tenere a bada gli uomini di cui si serve per eliminare il problema di Angelo alla radice: uccidere il boss a cui il compagno deve tanti, tantissimi soldi, per poi prenderne il posto.
“No Smoking”, quarto albo de Le Storie, è un’avventura di gangster e tipi duri, di malavita e malaffare, ambientata nella Chicago del 1936. Una storia classica, di quelle che siamo abituati a vedere soprattutto al cinema? No, non proprio.
Lo sceneggiatore Pasquale Ruju fa di tutto per rendere le 110 pagine del fumetto innovative: la seconda persona con la quale il protagonista parla a se stesso fin dall’inizio, l’alternanza tra presente e passato, il gran colpo di scena finale, la stessa mostruosa figura di Sonny Spataro, u lupinariu, il lupo mannaro, assassino senza scrupoli che beve il sangue ancora caldo delle proprie vittime.
Certo, Ruju non è alieno da stereotipi e topoi del genere, ma sa affrontarli col piglio giusto, riuscendo bene ad alternare la narrazione lenta con quella veloce.
Due gli epicentri dell’albo: la missione nella bisca del boss, tutta spari e violenze, e il sorprendente epilogo presso la discarica appena fuori città. In queste sequenze l’atmosfera che gli autori hanno saputo creare è preziosa e avvincente.
Del resto i disegni di Ambrosini sono davvero in perfetto accordo con lo spirito della storia, con la personalità nervosa e spaventata di Angelino, con la pericolosa e piovosa Chicago, città che riempie l’albo e finisce per diventare un personaggio a sé.
Il risultato è un albo ben riuscito, che si legge piacevolmente, che sa far affezionare ai personaggi e sussultare con loro. Unica pecca, forse, è che la lettura, alla fin fine, un po’ di voglia di fumare la fa venire.