La Banda Stern – Enoch/Stassi – Recensione
Pubblicato il 8 Gennaio 2013 alle 09:45
Arriva una graphic novel imperniata sull’efferata Banda Stern, simbolo di uno dei più controversi momenti della tormentata storia di Israele, scritta da Luca Enoch, disegnata da Claudio Stassi e pubblicata da Rizzoli/Lizard.
La Banda Stern
Autori: Luca Enoch (testi), Claudio Stassi (disegni)
Casa Editrice: Rizzoli/Lizard
Provenienza: Italia
Genere: Storico
Prezzo: € 16,00, 17 x 24, pp. 136, b/n
Data di pubblicazione: ottobre 2012
Mi infastidisce molto scrivere questa recensione. La faccio per spirito di servizio e basta. Chiarisco subito che la lettura de La Banda Stern mi ha irritato e non appena ho chiuso il libro il mio commento a caldo è stato piuttosto colorito. Ma vanno altresì chiarite altre cose: quando si ragiona sulla politica dei governi israeliani non riesco a stare calmo poiché la reputo, specie nei confronti del popolo palestinese, criminosa oltre ogni dire.
Non apprezzo nemmeno l’ipocrisia che spinge questi governi a sputare sentenze sul terrorismo quando di fatto gli unici, veri atti terroristici sono compiuti da Israele a danno dei palestinesi e in certe occasioni, grazie al Mossad, pure di coloro che si permettono di esprimere una critica. Mi urta inoltre la compiacenza di tanti paesi occidentali, pronti a giustificare Israele per motivi legati al conformismo e a convenienze di bassa lega. Infine, reputo il sionismo un’ideologia malsana e perniciosa e prima di procedere ulteriormente chiarisco un altro punto.
Il sionismo è, appunto, un’ideologia politica, come il fascismo, il comunismo e così via. Può essere o no condivisa. Avversarlo non ha nulla a che fare con l’anti-semitismo. Lo scrivo poiché persone intellettualmente disoneste cercano a più livelli di far passare l’idea che essere anti-sionisti significhi essere anti-semiti. Ci sono ebrei che non sono sionisti e il sionismo non equivale necessariamente all’essere ebreo.
Perché tanti preamboli? Perché La Banda Stern, graphic novel scritta da Luca Enoch e disegnata da Claudio Stassi, mi ha indignato. L’autore sceglie di narrare un periodo controverso della tormentata storia di Israele, concentrandosi sulla Banda Stern. I membri di tale gruppo sionista si resero colpevoli di efferati atti di terrorismo, uccidendo, per esempio, un mediatore delle Nazioni Unite e organizzando un attentato all’Ambasciata britannica a Roma e queste sono appena due delle ‘prodi’ gesta di quel manipolo di macellai. Dopo lo scioglimento della Banda Stern, i componenti furono addirittura integrati nell’esercito israeliano e in seguito ottennero persino un’onorificenza (e pazienza se uno di loro era propenso ad allearsi con i nazisti pur di eliminare gli inglesi!). Nel libro Enoch narra questi e altri dettagli con una dovizia di particolari e un compiacimento sconcertanti.
Stante il fatto che trovo a priori discutibile dedicare un fumetto ai terroristi, ciò che ho trovato deplorevole è il fatto che l’autore non abbia inserito la story-line in una cornice etica e morale, trincerandosi dietro un pavido atteggiamento di equidistanza. Non c’è mai un commento sulle azioni compiute dalla Banda Stern; mai un giudizio; e la situazione dei popoli arabi, autentiche vittime della violenza israeliana, è sistematicamente trascurata e l’autore si guarda bene dal condannare la situazione orribile dei palestinesi. In cambio, è pronto a spiegare le ragioni di Israele con affermazioni agghiaccianti del tipo ‘Ovviamente anche gli arabi hanno i loro diritti ma i nostri sono molto più importanti e le nostre necessità passano sopra le loro!’. E ciò Enoch lo scrive come se niente fosse.
E qui vengo alle questioni per me cruciali: non capisco per quale motivo Enoch ha realizzato un libro del genere. E mi chiedo: da che parte sta? È contro la prevaricazione di Israele o la pensa come quelli della Banda Stern? Altrimenti a che scopo mettere sotto la luce dei riflettori degli assassini, per giunta presentandoli come eroi? La post-fazione da lui scritta non mi aiuta a formarmi un’idea precisa e l’ambiguità prevale. Comunque, l’opera in sé è mediocre, con lungaggini inutili e dialoghi piatti e noiosi. Quanto ai disegni, Claudio Stassi fa un buon lavoro con un tratto sporco e grezzo, funzionale ai fini della narrazione. Ma i disegni non mi spingono a promuovere il volume e non posso che bocciarlo. Un merito comunque ce l’ha: dimostra che Israele, riguardo al terrorismo, non può fare la morale a nessuno. Viva la Palestina.