Suburbans vol. 1 – Recensione
Pubblicato il 13 Dicembre 2012 alle 09:50
I vigilanti e i giustizieri possono essere di vario tipo: divinità nordiche, ex berretti verdi, studenti morsi da ragni radioattivi e anche… enormi topi avvistati a Napoli?! Certo che sì! Scopritelo in Suburbans, delirante fumetto realizzato da un collettivo di artisti americani e tradotto da 80144 Edizioni!
Suburbans vol. 1
Autori: T.I.N.A. Comics Lab (testi e disegni)
Casa Editrice: 80144 Edizioni
Provenienza: USA
Genere: Pulp
Prezzo: € 12,00, pp. 118, b/n
Data di pubblicazione: novembre 2012
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Spiazzante: è questo il primo termine che mi viene in mente per definire Suburbans, fumetto pubblicato da 80144 Edizioni, realizzato da un collettivo di cartoonist americani riuniti con il nome T.I.N.A. Comics Lab. Se devo essere sincero, non ho informazioni al riguardo e dalla ricerca compiuta in rete, almeno per quanto concerne i siti da me visitati, non sono stato in grado di scoprire ulteriori dettagli. In diversi momenti della lettura, inoltre, mi è venuto il sospetto che ci possa essere pure lo zampino di qualche autore italiano. In ogni caso, se alcuni utenti o la stessa 80144 Edizioni mi venissero in aiuto sarei riconoscente.
Ciò che più importa è ragionare sull’opera in questione che definire particolare è un eufemismo. Lo si capisce già dalla cover che allude ironicamente a una celebre copertina di un disco dei Beatles. E gli scarafaggi di Liverpool vengono sovente citati nella story-line e sono solo uno tra i numerosi riferimenti pop e mediatici presenti nelle sceneggiature. Ma quali sono le tematiche e le ambientazioni di Suburbans?
La vicenda si svolge in una Napoli grottesca e distopica che sembra la versione partenopea di Gotham immaginata da un pazzo. E il volume si apre con un’agenzia Ansa dei primi anni ottanta relativa alla presunta scoperta di un topo enorme di venti chili. La leggenda metropolitana fece il giro del mondo e avvistamenti simili si ebbero pure a New York, a Parigi e altrove. Il collettivo T.I.N.A. Comics Lab ci presenta dunque il suddetto topo che in realtà è un incrocio mutante e senziente di un ratto e di un essere umano (peraltro superdotato!). In possesso di un carattere aggressivo e capace di lottare e uccidere con facilità sconcertante, agisce da vigilante nella Napoli degradata della camorra.
È costretto però a nascondersi da un boss che intende farlo fuori poiché ne ha ucciso il figlio e tale avvenimento darà vita a una pletora di situazioni demenziali e assurde, contrassegnate da veloci ritmi narrativi, azione e tanta ironia. L’influsso dell’immaginario pulp è evidente e i dialoghi devono molto a Quentin Tarantino. Ma non mancano commenti sarcastici sui supereroi e Suburbans in effetti va interpretato come un fumetto sopra le righe che intende prendere in giro i comic-book Marvel e DC e non privo di finalità dissacranti (un gruppo di killer si fa addirittura chiamare Figli di San Gennaro). Una sezione della trama si svolge in Gran Bretagna e anche in questo caso gli autori si concedono continui giochi citazionisti con riferimenti a un componente dei Massive Attack, per esempio, a John Lennon e a Lady Gaga.
La parte grafica è ottima e scioccante. In tavole in cui predomina il color seppia, il lettore sarà avvinto (e sconvolto) dal taglio delle vignette caotico e distorto e da figure contorte non esenti da influssi indie e cartoon. Suburbans evoca un senso di velocità incredibile, con esiti quasi allucinatori, come se, in poche parole, si stesse sperimentando un trip da LSD. In alcuni momenti il tratto dei penciler rimanda agli stilemi della street culture newyorchese, dei graffiti e della stampa underground. Abbondano poi i giochi d’ombra di chiara matrice noir. E mi pare che gli autori abbiano tenuto presente, almeno nello spirito, l’attitudine arrabbiata e sprezzante della scuola britannica di area 2000 AD.
Ovviamente, con queste riflessioni sto solo cercando di fornire alcuni elementi che aiutino gli utenti a comprendere di che tipo di fumetto stiamo parlando. Ma specifico che Suburbans va letto; o meglio, sperimentato. È di sicuro inconsueto, nonché un tentativo di creare qualcosa di diverso, mantenendosi su registri ironici e divertenti. Da tenere d’occhio.