X-Statix Collection n. 6 – Recensione
Pubblicato il 1 Dicembre 2012 alle 10:00
Panini Comics ripropone le storie ancora inedite del più bizzarro X-team della Marvel. Cosa succederà agli strampalati X-Statix quando dovranno confrontarsi con la squadra di eroi più potenti della terra?
Autori: Peter Milligan (testi), Mike Allred, Nick Dragotta (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Genere: Supereroi
Prezzo: € 17,00, 17 x 26, pp. 192, col.
Data di pubblicazione: novembre 2012
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All’inizio della sua attività di editor in chief Marvel, Joe Quesada fece molto per svecchiare e innovare il parco testate della casa editrice e una delle sue iniziative consisté nel far lavorare autori che non avevano mai realizzato fumetti per la House of Ideas. I nomi più di spicco furono Grant Morrison e Peter Milligan, conosciuti e apprezzati per produzioni DC/Vertigo. In realtà, Grant aveva a suo tempo già ideato Skrull Kill Crew, strampalata miniserie imperniata sui celebri alieni mutaforma, senza lasciare il segno; e Milligan, oltre ad aver scritto varie storie in ambito mutante, si era in precedenza occupato del mensile di Elektra, non dimostrando però particolare inventiva.
Quesada decise di affidare loro alcune testate della linea X. Morrison delineò una run di X-Men tuttora discussa e controversa e Milligan prese le redini di X-Force, team nato dalle ceneri dei New Mutants. Con coraggio e radicalità cambiò drasticamente la line-up della squadra e le atmosfere narrative. La nuova X-Force, infatti, agiva non nel presente ma in un futuro non meglio specificato in cui l’odio e le discriminazioni nei confronti degli homo superior si erano affievoliti. Per giunta, i suoi mutanti, lungi dal piangersi addosso, erano sprezzanti, sicuri di sé, arroganti, provocatori e sfoggiavano la loro diversità in maniera oltraggiosa, alla stregua di rappresentanti di una sottocultura punk.
Inoltre non agivano da supereroi poiché spinti dall’idealismo ma perché desiderosi di fama, denaro e sesso, ed erano protagonisti di un reality-show di successo. Un altro dettaglio peculiare era dato dall’elevato grado di mortalità dei membri della squadra. Sovente molti di essi morivano per essere sostituiti da altri mutanti, scelti sulla base di sofisticate tecniche di marketing. Più che un comic-book di supereroi, quindi, X-Force era una feroce e spietata satira dell’ansia di notorietà della società occidentale. Il mensile fu considerato di rottura e la run di Milligan fu talmente fuori dagli schemi che la Marvel preferì chiudere l’albo per farlo ripartire dal numero uno con il nome X-Statix.
Da noi la serie fu pubblicata solo parzialmente e Panini ha deciso di proporla nella sua interezza con una collana di tp: X-Statix Collection. Questo sesto numero è importante poiché include i nn. 19-26 del comic-book originale, finora inediti, che ne costituiscono il finale. Tali episodi sono sfiziosi dal momento che l’incorreggibile Milligan mette gli X-Statix, pazzi, indisciplinati e disfunzionali, a confronto con il team più ufficiale e cerimonioso del Marvel Universe: i potenti Vendicatori.
In una situazione incasinata, i mutanti devono prima affrontare gli assurdi problemi di Vivisector, coltissimo ma ingenuo, che perde momentaneamente i poteri di licantropia e Milligan ne approfitta per analizzare i suoi traumi, i suoi complessi psicologici e il rapporto difficile che lo lega con il padre. Ma sono le vicissitudini del mostruoso Doop a finire sotto la luce dei riflettori. Il misterioso essere, infatti, viene rapito da un gruppo di terroristi e alcuni pezzi del suo cervello, per una serie di circostanze, vengono sparsi in vari luoghi, non solo della terra (uno di essi finisce addirittura ad Asgard!). Ovviamente, X-Statix intende recuperarli ma dovranno fare i conti con i Vendicatori per ragioni che saranno spiegate nel corso della story-line.
Milligan fornisce qualche notizia in più su Doop e coglie l’occasione anche per chiarire il ruolo della squadra nel Marvel Universe e per enfatizzare le caratteristiche che la differenziano da Cap e soci. Questi ultimi, pur dimostrandosi più responsabili dell’Anarchico, di Mister Sensibile, di Dead Girl e compagnia, non sono moralmente superiori. Iron Man, Cap e Occhio di Falco, per esempio, non si fanno scrupoli di usare l’inganno pur di raggiungere i loro scopi e, in un certo qual modo, vengono sottoposti alla visione distorta e revisionista dell’autore britannico. Ma la trama affonda le sue radici nella lunga e complessa storiografia Marvel ed è un evidente e ironico omaggio a uno degli scontri più importanti dei seventies, quello che coinvolse gli Avengers e i Difensori (che per giunta sono esplicitamente citati).
I testi hanno il consueto sarcasmo che ci si può aspettare dal Milligan più efficace e questi si concede una presa in giro cattivissima dello show business, del consumismo e del materialismo dilaganti in America. Il penciler Mike Allred fa un ottimo lavoro con il tratto pop filtrato da influssi underground e illustra con maestria le follie partorite dalla mente dello scrittore di Shade: Mr. Sensibile e Iron Man che lottano completamente nudi in territorio francese; il minuscolo Ant-Man che si aggira nel ventre di Venus Dee Milo (riferimento al celebre episodio della Guerra Kree-Skrull in cui il microscopico eroe entrò nel corpo di Visione); valchirie impazzite che agiscono in una spettrale Asgard; scienziati ex allievi di Xavier che architettano terribili inganni ai danni di Vivisector e così via. Un episodio è illustrato da Nick Dragotta che non fa rimpiangere Allred e ci delizia con un intrigante mix di underground e suggestioni retrò.
Come si concluderà la stranissima saga di X-Statix? Il gruppo vivrà nuove avventure o si scioglierà? Potrete scoprirlo in questo bel volume. In ogni caso, Milligan riprenderà alcuni elementi narrativi nella miniserie di Dead Girl, anch’essa inedita in Italia, e che costituirà il piatto forte della prossima e conclusiva uscita di X-Statix Collection. Da provare.