I Vendicatori della Costa Ovest – Recensione Marvel Gold
Pubblicato il 22 Novembre 2012 alle 12:26
Panini Comics ripropone una delle migliori sequenze della gloriosa storia dei Vendicatori! Scoprite cosa accade alla filiale californiana del gruppo alle prese con la pazzia di Scarlet in un volume scritto e disegnato da John Byrne!
Marvel Gold – I Vendicatori della Costa Ovest
Autore: John Byrne (testi e disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Genere: Supereroi
Prezzo: € 17,00, 17 x 26, pp. 208, col.
Data di pubblicazione: novembre 2012
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Negli anni ottanta John Byrne era uno dei cartoonist più popolari e apprezzati dai lettori americani. L’artista inglese si era messo in luce in casa Marvel verso la fine dei seventies disegnando storie per quasi tutte le testate della Casa delle Idee. In coppia con Chris Claremont realizzò episodi memorabili di Marvel Team-Up, collana dedicata alle alleanze dell’Uomo Ragno, di Iron Fist e di Uncanny X-Men. John ebbe la fortuna di illustrare le sequenze più importanti della serie mutante e dopo la storica saga della Fenice Nera entrò nel novero dei penciler più amati.
La creatività di John era notevole e presto sentì l’esigenza di scrivere e non solo di disegnare fumetti e quando gli fu data l’opportunità di occuparsi di Fantastic Four Byrne accettò con entusiasmo l’incarico e si rese responsabile di una lunghissima run tuttora considerata inferiore solo a quella classica degli immortali Lee & Kirby. Pur innovativo, Byrne restò fedele alle caratteristiche originarie dei personaggi (è suo il motto ‘back to the basics’) e riuscì a recuperare lo spirito delle avventure tradizionali, interpretandolo con uno stile al passo con i tempi.
Malgrado il grande riscontro di pubblico, però, John ebbe contrasti con l’allora editor in chief Jim Shooter e con i supervisori che non accettavano volentieri certe sue idee (e sarà una costante nella sua carriera) e il dissidio fu talmente aspro al punto da fargli abbandonare la Marvel. La DC, cogliendo al balzo l’occasione, gli offrì il Superman post-Crisis e Byrne si assunse il compito di creare la versione moderna del primo supereroe dei comics. Anche in casa DC Byrne fece ottime cose, ottenendo un successo di pubblico e di critica senza precedenti, ma quando Shooter fu scacciato dalla Marvel decise di tornare all’ovile.
La sua seconda stagione marvelliana fu altrettanto valida ma controversa. Dopo essersi occupato di Starbrand, serial ideato dall’odiato Shooter, varò una serie regolare di She-Hulk e si dedicò ai Vendicatori. Il gruppo di eroi più potenti della terra era protagonista di due comic-book: Avengers e quello della filiale californiana del team, West Coast Avengers, che non era mai stato particolarmente intrigante. Per quanto riguarda la collana madre, Byrne si limitò a scrivere i testi in maniera poco convinta ma con West Coast Avengers si cimentò sia nelle sceneggiature che nei disegni delineando un’incredibile story-line che suscitò tante discussioni ma che, con il senno di poi, è da reputare seminale.
Questi episodi vengono ora meritoriamente proposti da Panini Comics in un volume della linea Marvel Gold e sono da annoverare tra le produzioni migliori della Casa delle Idee. A differenza del suo solito modo di procedere, Byrne non ritorna alle origini; anzi, stravolge a più riprese la vita dei character con una pletora allucinante di colpi di scena e concentrandosi in prevalenza sulla splendida Scarlet.
Qualcuno rapisce la Visione per motivi che saranno spiegati nel corso della saga e questo è solo il primo dei terribili shock emotivi che la bella Wanda Maximoff dovrà subire. È sufficiente dire che il sintezoide muterà radicalmente e il matrimonio con la strega mutante arriverà a un punto di rottura. Come se non bastasse, Byrne fornisce impensabili rivelazioni sui figli della coppia (i futuri Wiccan e Speed) ma nemmeno Occhio di Falco, leader del gruppo, e la moglie Mimo se la passeranno meglio; quest’ultima, addirittura, compirà gesti discutibili e Wonder Man, dal canto suo, farà sconcertanti confessioni che getteranno nuova luce sull’eroe.
In un turbine di avvenimenti sempre più sconvolgenti, arriverà poi USAgent che assumerà le redini del team e il buon Byrne, notorio fan dell’era Timely, ripescherà la gloriosa Torcia Umana Originale. Dulcis in fundo, Tigra avrà problemi collegati alla sua natura felina. Ed esordiranno i bizzarri Vendicatori dei Grandi Laghi. Ma è nulla al confronto di ciò che capiterà a Scarlet. Il suo equilibrio psichico si farà sempre più instabile e, nelle intenzioni originarie di Byrne, costei sarebbe dovuta diventare una psicopatica e, insieme al fratello Quicksilver e al padre Magneto, avrebbe riformato la prima Confraternita dei Mutanti Malvagi. Questo, però, fu troppo per i boss Marvel che impedirono a John di andare fino in fondo (e su Avengers gli proibirono di inserire l’Uomo Ragno in pianta stabile nella squadra!). Ma i semi narrativi da lui gettati saranno poi ripresi da Bob Harras e da Brian Michael Bendis e, alla luce dell’odierna situazione, è incredibile pensare a quanto Byrne avesse precorso i tempi.
I testi sono incisivi come non mai e i dialoghi non hanno perso smalto. La struttura narrativa delle story-line è influenzata da quella delle soap (e dall’incedere labirintico di Claremont con le sue X-storie, specie quelle della Fenice Nera) e il disegno ha una fluidità, un senso del movimento, un’eleganza e una raffinatezza formali indiscutibili. Byrne realizza stupende versioni degli Avengers, enfatizzando la sensualità di Scarlet, la freddezza inquietante e disumana di Visione, la maniacalità di USAgent con il suo sguardo fisso da schizoide, la natura animalesca e feroce di Tigra e il tormento interiore di Wonder Man con una bravura mozzafiato.
Insomma, il volume è da non perdere e chi non conoscesse queste storie dovrebbe colmare la lacuna perché è qui che nascono i presupposti di sequenze importanti come House of M e di eventi Marvel dirompenti come l’M Day. Da provare.