Fevre Dream – Recensione Bao Publishing
Pubblicato il 23 Novembre 2012 alle 11:20
Arriva l’adattamento fumettistico di una storia horror di George R. R. Martin targato Avatar! Nell’America del 1857 una secolare faida tra clan vampireschi coinvolge avventurieri, uomini di mare e creature delle tenebre in un complesso intreccio ricco di pathos e azione!
Fevre Dream
Autori: Daniel Abraham (testi), Rafa Lopez (disegni)
Casa Editrice: Bao Publishing
Provenienza: USA
Genere: Horror
Prezzo: € 17, 00, pp. 256, col.
Data di pubblicazione: marzo 2012
In numerose occasioni ho scritto che i vampiri non passano mai di moda e basta prendere in considerazione la mole abnorme di romanzi, telefilm e fumetti imperniati sulle fascinose creature delle tenebre per accorgersene. Ovviamente, non tutto è valido e spesso i succhiasangue sono descritti sulla base di cliché che possono risultare stucchevoli. George R. R. Martin, conosciuto e apprezzato per Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ha affrontato però la tematica con Fevre Dream, pubblicato negli USA dalla Avatar e tradotto da Bao Publishing.
Il volume è quindi l’adattamento fumettistico di un’opera dello scrittore e i testi sono stati affidati al bravo Daniel Abraham. Chiarisco subito che nella story-line non c’è nulla che possa essere definito rivoluzionario e innovativo; anzi, i vampiri in essa presenti rientrano nelle tipologie che tanta fiction ha contribuito a rendere popolari. Ma la trama è innegabilmente ben costruita e avvincente e si rimane colpiti dalla vastità e dalla profondità dell’intreccio.
Siamo negli Stati Uniti del 1857, precisamente nella regione del Mississippi, e la vicenda è imperniata, almeno in principio, sul capitano di una nave. Una sera è avvicinato da un gentiluomo misterioso che si offre di costruirgli un vascello enorme, a patto però che si metta al suo servizio per una missione non meglio definita. Naturalmente l’esperto uomo di mare accetta e in seguito ha la possibilità di guidare la maestosa Fevre Dream (e questo nome sarà foriero di cattivi sviluppi). Diventa presto evidente che l’enigmatico benefattore è strano: di giorno rimane sempre chiuso nella sua cabina, si fa vedere solo la sera e ha un pallore inquietante che mette tutti a disagio.
Come se non bastasse, efferati omicidi, eseguiti con modalità particolarmente cruente, avvenuti in vari luoghi del continente americano non contribuiscono a rasserenare il capitano e il suo equipaggio. L’ospite a bordo è un cacciatore di vampiri? E i vampiri esistono? Effettivamente, questi ultimi non sono leggende e le creature delle tenebre stanno compiendo stragi allucinanti e sembrano avere legami con il malinconico e cupo gentleman. Tutti i misteri ruotano intorno a una secolare faida che vede contrapposti clan di nosferatu dalle differenti concezioni esistenziali.
Nella storia sono evidenti le influenze della letteratura vampiresca e leziosa di Anne Rice ma non mancano echi del Dracula di Stoker o della sua versione filmica realizzata da Coppola e, in generale, l’estetica gothic gioca un ruolo rilevante. Così come sono ricorrenti le citazioni della poesia romantica di Byron e di Shelley (che in vita si atteggiarono, in effetti, a personaggi da romanzo gotico). E si rilevano pure rimandi alla narrativa avventurosa di Stevenson e suggestioni alla Melville. Tali debiti di ispirazione, tuttavia, non compromettono la trama; anzi, la nobilitano e la rendono ulteriormente avvincente.
I vampiri concepiti da Martin (e per riflesso anche da Abraham) sono crudeli ma non più del contesto in cui agiscono gli americani. E forse sono questi ultimi a risultare più discutibili, descritti come uomini senza scrupoli pronti a far scoppiare una sanguinosa guerra civile; o a considerare le persone di colore alla stregua di animali. La tematica dello schiavismo è costante, così come quella del razzismo e delle discriminazioni sociali: i vampiri schiavizzano i loro sottoposti esattamente come i rispettabili signori del sud schiavizzano gli afroamericani, in un tragico parallelismo.
Abraham scrive testi introspettivi, con dialoghi degni di una sceneggiatura cinematografica, e sono apprezzabili i riusciti flashback collocati durante il periodo della Rivoluzione Francese, con riferimenti a De Sade e ad altre ispirazioni culturali. Il penciler Rafa Lopez, pur non discostandosi dagli standard visivi del comicdom a stelle e strisce, si dimostra efficace e funzionale.
Il penciler, infatti, rappresenta con perizia gli interni delle lussuose case nobiliari, gli squallidi ambienti dei bordelli e dei locali malfamati, gli incredibili ed enormi vascelli, così come i vampiri simili a languidi dandies e le loro accolite voluttuose e sexy, e si dimostra a suo agio sia nelle sequenze tranquille che in quelle d’azione dove prevalgono dettagli macabri e a tratti splatter appropriati per un horror degno di questo nome.
Insomma, Fevre Dream è un ottimo fumetto che piacerà agli estimatori del genere vampiresco e va segnalato per la qualità di stampa e per la cura editoriale targati Bao Publishing. Da tenere d’occhio.