La Lega degli Straordinari Gentlemen: Century – Recensione

Pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 10:18

Torna la bizzarra Lega degli Straordinari Gentlemen in un capolavoro scritto dal Bardo di Northampton, Alan Moore, e disegnato da Kevin O’ Neill! Scoprite le incredibili vicende del gruppo in uno story-arc imperniato sull’arrivo dell’Anticristo!
La Lega degli Straordinari Gentlemen – Century

Autori: Alan Moore (testi), Kevin O’Neill (disegni)

Casa Editrice: Bao Publishing

Provenienza: USA

Genere: Fantascienza

Prezzo: € 21,00, 16 x 24, pp. 256, col.

Data di pubblicazione: novembre 2012

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Quando si ha a che fare con un’opera di Alan Moore si può stare certi che si tratterà di un lavoro di spessore e complessità notevoli e ragionarci nell’ambito di una recensione è compito assai gravoso. Perciò, chiarisco subito che non riuscirò ad evidenziare tutti gli elementi presenti ne La Lega degli Straordinari Gentlemen – Century, pubblicato in volume da Bao Publishing, dal momento che i riferimenti artistici, letterari e generalmente creativi sono numerosi.

Ma gli estimatori del Bardo di Northampton lo sanno, così come sanno che il più importante autore di fumetti a livello mondiale non è avvezzo a proporre comics di mero intrattenimento. Nello specifico della Lega, infatti, Moore delinea una story-line articolata, niente affatto banale, che richiede una lettura attenta, benché si mantenga sempre a un livello comprensibile. La Lega degli Straordinari Gentlemen è un gruppo composto da personaggi della letteratura che, secondo Moore, esistono realmente e difendono l’umanità da minacce di tipo occulto.

Il primo capitolo dell’attuale miniserie, intitolata Century, era già stato pubblicato da Planeta ma ora i fan hanno l’opportunità di leggerla in forma completa. Lo story-arc è vasto e la trama inizia nel 1910 e si conclude nel 2009. La formazione è diversa rispetto a quella del passato. Ci sono la splendida Mina Murray, l’ambiguo Orlando e Karnacki; e non mancano altri character. Dal momento che Moore è interessato da anni all’occultismo fa ruotare la vicenda intorno a una setta di stregoni che ha deciso di concepire un fantomatico Figlio della Luna che secondo alcune interpretazioni potrebbe essere l’Anticristo.

Nell’atmosfera nebbiosa e decadente dell’Inghilterra del 1910, quindi, la Lega tenta di ostacolare il piano del malvagio Haddo (una specie di Aleister Crowley), dedito alle pratiche della Thelema, e Moore si diverte giocando con citazioni di Brecht, usando fugaci apparizioni di Sherlock Holmes, e collegandosi alle storie del capitano Nemo (c’è la figlia che giocherà un ruolo importante nella trama) e ai terrificanti delitti di Jack lo Squartatore (con richiami a un’altra seminale opera di Moore, From Hell). La seconda parte, invece, vede la Lega agire nel 1969.

In questa sezione, Alan rievoca la stagione gloriosa della Swingin’ London, dei Beatles e dei Rolling Stones ma anche del coinvolgimento delle rockstar nella magia tantrica e crowleyana, con omaggi alla new wave di Moorcock (c’è pure una brevissima apparizione di Jerry Cornelius!), al Flower Power, alla pop art, alla stampa underground. Moore fa un incessante gioco citazionista, con rimandi a Rosemary’s Baby di Polansky, alla Chiesa di Satana di Anton LaVey, alla morte drammatica di Brian Jones e al concerto dei Rolling Stones ad Hyde Park.

La labirintica avventura si conclude nel 2009 e Moore si fa suggestionare dalle teorie cospiratorie contemporanee, permettendosi stilemi fantascientifici e di spionaggio che fanno pensare ad X-Files. Ciò che più sorprende dell’opera è il mix di disparati elementi: il post-modernismo, l’estetica gotica, la poesia romantica e decadente, gli esperimenti linguistici joyciani. Century risulta essere quindi un incredibile miscuglio di generi: è sci-fi, è spy story e a modo suo è pure una storia di supereroi.

I testi di Alan sono incisivi e i dialoghi hanno un costante tono di ironia che li rende irresistibili. E non bisogna trascurare gli splendidi racconti in prosa inseriti alla fine di ogni capitolo. Moore scrive testi apparentemente scollegati ma in realtà parti di un vasto affresco narrativo che ha molti punti di contatto con le vicende del fumetto.

Lo stile è mutuato dalla new wave e da riviste come New Worlds e qui Moore ripesca addirittura un classico supereroe inglese, Capitan Universo, creato da Mick Anglo nel 1956; in altre sezioni dei racconti, invece, Alan si abbandona a neologismi che a livello espressivo possono ricordare ‘Pog’, uno degli episodi più famosi di Swamp Thing. In ogni caso, questi sono solo alcuni dettagli presenti in questa opera immensa e se volete conoscerli tutti basta dare un’occhiata al sito della Bao Publishing.

Il penciler Kevin O’Neill, dal canto suo, fa un gran lavoro. Con il suo tratto ruvido e aggressivo, spesso contorto e dagli influssi underground, è appropriato per la rappresentazione delle incredibili fantasie del Magus. Sia che illustri squallide taverne, ville lussuose, ambientazioni hi-tech e futuribili, intimidenti sotterranei frequentati da adepti della magia nera, fumosi rock club o sale da concerto, O’Neill è perfetto e riesce a caratterizzare abilmente ogni personaggio, alternando tavole dalla composizione tradizionale ad altre più inventive (significative, per esempio, quelle dei trip).

In poche parole, questo è un volume da non perdere e va segnalata l’ottima cura editoriale dell’edizione Bao Publishing.


Voto: 8 ½

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