La mia Lucca – Reportage dal Lucca Comics & Games 2012
Pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 11:33
E’ fatta di persone, la mia Lucca, di immagini e di nuvole che parlano, di tavole splendide che non chiamare quadri sarebbe un’offesa, opere che hanno tutto il diritto di essere definite opere d’Arte.
Il mio tributo a questi quattro meravigliosi giorni è questo articolo in cui lo sguardo del bambino incontra il cuore dell’appassionato. Quindi spero mi perdonerete se non sarà esaustivo, o scientificamente accurato: perché io questa Lucca l’ho vissuta intensamente, dopo l’assenza dello scorso anno, e la voglio raccontare così, guardando ai dettagli e mostrandovi delle istantanee.
Lucca è unica perché il centro storico vive e respira insieme alla fiera: nelle vetrine dei negozi più disparati si può trovare qualcosa che acceda all’immaginario fumettistico, da uno Zio Paperone di cartoncino e polistirolo che si getta tra le sue monete (che nella fattispecie sono gli ottoni di una ferramenta), a delle copie vecchissime del Corriere dei Piccoli tra paia di scarpe, fino ad un fruttivendolo che ha cambiato la sua insegna in “Puffolandia”, ed i cui lavoratori, ivi compreso il proprietario, sono vestiti come gli omini blu di Peyo e vanno così in giro a portare la spesa ai propri clienti.
Non mere trovate commerciali, quanto piuttosto la dimostrazione che la comunità tutta ha accettato e sente ormai proprio questo singolare pellegrinaggio, spesso fatto di individui vestiti in modo strano, che brandiscono asce bipenne di cartapesta o sfoggiano maschere inquietanti.
Grande affluenza il giovedì, grandissima il venerdì (che io credevo invece sarebbe stato, da giorno feriale, meno gettonato, ed invece ho dovuto ricredermi), nuovamente grande sabato ed in calo domenica, come lo sono le code.
Moltissime famiglie con bambini che affollavano l’area “Junior” e non solo. Ma più dei carrozzini tra la folla davanti agli stand mi piace ricordare da un lato queste farfalline coloratissime disegnate perfettamente intorno agli occhi di bambine dagli sguardi sognanti, e dall’altro un’intera famiglia vestita da “Gli Incredibili”, un Vegeta quarantenne con la propria figlia/Trunks di dieci anni con tanto di spada ed un altro gruppo a tema “Inuyasha” con la madre (as Kagome) che aveva in braccio il proprio figlioletto travestito da Shippo.
L’altro lato dei cosplayer: uomini e donne con un certo senso dell’umorismo ed una passione smodata per i propri idoli. Persone “comuni” che incarnano lo spirito carnevalesco che è una delle anime di questa convention.
Lucca Comics & Games non è una fiera, è un luogo ed un tempo, una realtà a quattro dimensioni fuori dall’ordinario, che si sovrappone ad una città (il cui centro storico è davvero meraviglioso) come in un romanzo fantastico ambientato in un universo quantistico dove Zenigata mangia un panino su una panchina insieme a Lupin, dove gli Stark di Grande Inverno sono vivi e vegeti, ed insieme camminano tra edifici medioevali e Goku sfida Sirio il dragone per la gioia dei fotografi. Altro che mondi alternativi, altro che crossover! Al Lucca C&G accade di continuo, perché al Lucca C&G la fantasia è reale.
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LE CASE EDITRICI
E se state per chiederlo no, io non li ho incontrati i tre Kitemmuòrt! (meno male).
In compenso ho rincontrato Makkox, allo stand Rizzoli con il quale ho scambiato quattro chiacchiere mentre mi faceva un piccolo zio Silvio sul suo nuovo volume The Full Monti. Tra le avanguardie del fumetto “verticale”, Makkox è uno dei vignettisti contemporanei più forti, ma anche un ottimo narratore (Ladolescenza, Se muori siamo pari) che sta avendo, oggi, la visibilità che merita.
Allo stand di Rizzoli, dicevo, che ha beneficiato di un trend positivo, ritengo, oltre che per i bei libri che pubblica e per la massiccia campagna pubblicitaria del gruppo RCS, anche per gli sconti fino al 25% dell’operazione promozionale partita il 27 ottobre con termine il 25 novembre, e che non può che meritare un encomio.
In generale ho visto molti avventori agli stand, quasi da far ricredere quei corvacci del malaugurio che parlano solo di crisi senza uscita.
E invece chi lavora bene, vende bene, salvo, purtroppo, alcune eccezioni.
Ho visto con gioia lo stand Nicola Pesce Editore crescere anche quest’anno in metratura quadrata (ne ricordo uno piccolissimo qualche Napoli Comicon fa), arricchendo il proprio catalogo ad esempio con il Texone di Buzzelli o il doppio volume Disney Italiani, e portando in fiera il nuovo libro di Roberto Recchioni Asso (la cui recensione potete leggere qui).
Sono passato anche per altri stand di editori più o meno grandi, ed ho apprezzato alcune delle novità della fiera, come ad esempio la pubblicazione di Rohan au Louvre di Hirohiko “Jojo” Araki e del secondo volume di Holmes, che speriamo di vedere presto in distribuzione, da parte di 001 Edizioni. Bello il volume Il cacciatore del tempo di Breccia, presente allo stand per i disegni e le dediche. Un’edizione di classe, ma 79 euro… Non dico che non li valga, perché li vale tutti, ma magari la scelta di un “doppio binario”, con un’edizione più abbordabile avrebbe potuto essere presa in considerazione almeno per far godere anche al grande pubblico una delle opere più belle del Maestro argentino.
Saldapress, che con lungimiranza in tempi non sospetti acquistò The Walking Dead di cui ha portato in fiera il nuovo numero inedito della serie regolare, uno speciale su Michonne (che consiglio solo ai collezionisti) e la nuova ristampa nuova di zecca formato Bonelli per l’edicola. Certo, in questo modo perde di qualità, ma considerata la notorietà della serie ed il nuovo approccio confido sarà un successo.
Bello anche lo stand Magic Press, che con gli integrali di volumi francesi sta facendo, a mio avviso, un ottimo lavoro (da ultimo La casta dei Meta-Baroni), oltre che con la riedizione di Sin City di Frank Miller, le opere di Mike Mignola ed una linea manga in continua espansione.
E poi il maxi-stand Alastor – Lion che hanno portato a Lucca nomi notevoli tra cui Jim Lee, Geoff Johns, Tyler Kirkham, Gary Frank, Lee Bermejo, Goran Sudzuka (e moltissimi altri, anche nostrani Riccardo Burchielli, Giuseppe Camuncoli, Stefano Landini, Alberto Ponticelli) che hanno inevitabilmente attirato, come una calamita, decine e decine di appassionati.
Ma tra gli stand di questo padiglione, oltre a quello Disney dove quel mito che è Giorgio Cavazzano faceva dediche e disegni a grandi e piccini, due mi hanno colpito più di tutti per la diversa aria che lì si respirava.
Il primo è quello Bao Publishing, gremito, ogni giorno, ma nonostante il caos fatto di persone sempre cortesi e sorridenti.
Ho visto lì un ragazzo piuttosto minuto fare dediche e disegni su pile e pile di libri: il suo nome è Michele, ma tutti lo conosciamo come Zerocalcare.
Ci ha allietato, e continua a farlo, sul suo blog, strappandoci delle risate nei nostri lunedì mattina a lavoro, o in una pausa dallo studio.
Ha scritto e disegnato due bei libri, La profezia dell’armadillo ed Un polpo alla gola che approcciano a temi più universali e “seri”, dimostrando di saper andare al di là del pur godibilissimo e mitico intrattenimento da pausa caffè cui ci ha abituati.
Questo ragazzo, pur essendo il fenomeno italiano del momento, ha dimostrato, come già accaduto a Milano per ben due volte, un’umiltà incredibile ed una dedizione ai propri lettori fuori dal comune, personalizzando qualche migliaio di libri, distrutto ma sempre con il sorriso sulle labbra.
Ecco un dettaglio da ricordare. Per quanto mi riguarda, il rinnovamento del fumetto italiano passa per persone come lui. E come il suo editore, Bao Publishing, che ha già dimostrato così tanto in così poco tempo e che ha portato a Lucca anche Barbara Canepa ed Anna Merli (insieme su End un bellissimo volume, anch’esso esaurito in fiera), Kevin O’Neill (La lega degli straordinari gentlemen), Frazer Irving (Il clown con la pistola superbo noir futuristico ambientato nell’universo di Judge Dredd), Luca Vanzella & Luca Genovese (Beta, robottoni all’italiana), Alex Crippa & Emanuele Tenderini (Dei). Bao ha anche vinto due Gran Guinigi con La profezia dell’armadillo Zerocalcare e Cyril Pedrosa (che fanno il paio con i due di Coconino Press con I segreti del Quai d’Orsay e Manu Larcenet con Blast), fatto annunci interessantissimi per il prossimo anno e confermato di essere un vero faro della nuova editoria “a fumetti” italiana, con un catalogo che va dai grandi nomi del fumetto mondiale ad opere meno note ma sempre di elevata qualità.
Il secondo è quello Renoir (e Nona Arte, recentemente acquisita), parimenti uno stand fatto di persone calorose e cordiali, che conoscono approfonditamente sia il catalogo (ben fatto e piacevolmente differenziato per generi e tematiche) che i singoli volumi, che sono informate sul piano editoriale e sui tempi presumibili di uscita dei nuovi libri, e che così facendo dimostrano di crederci veramente, che in Italia è privilegio di pochi.
Peccato abbiano esaurito Le spade di vetro così presto (con Laura Zuccheri co-autrice del manifesto di quest’anno e la mostra monografica c’era da aspettarselo), ma preferisco piuttosto parteciparvi dell’atmosfera conviviale dell’orario di chiusura di sabato, con Guillaume Bianco ed Antonello Dalena a dedicare copie del leggero e delicato Ernest & Rebecca, a prendersi amichevolmente in giro ed a raccontarci i loro nuovi progetti.
Ho rivisto vecchi amici e ne ho conosciuti di nuovi, tra questi stand, incontrato persone meravigliose del network di MF che conoscevo solo via internet, e di cui è stata una gioia fare la conoscenza dal vivo. Persone che hanno dedicato il loro tempo, come fanno quotidianamente, per raccontare a chi non ha avuto la fortuna di essere lì, il Lucca Comics & Games. Persone a cui va tutta la mia stima, oltre che il mio affetto, per l’impegno, la passione e la dedizione che profondono sotto il segno della nostra bandiera.
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LE CASE EDITRICI “INDIPENDENTI”
Ho visitato anche il mondo del fumetto indipendente, dell’editoria che seppure non è nella massima divisione, con entusiasmo e risolutezza va avanti nonostante le difficoltà.
C’è GCS, (Green Comm Services), un’esponente di quella che definirei “editoria etica”, con il notevole e ben fatto volume 2020 Visions scritto da Jamie Delano e disegnato da Frank Quitely, James Romberger, Warren Pleece e Steve Pugh, con una bellissima copertina di Davide de Cubellis.
Etica, dicevo, coraggio e capacità.
Etica, perché è una realtà territorialmente radicata e che tiene in gran conto il contesto economico, sociale e produttivo di provenienza (nella fattispecie la Sardegna).
Coraggio perché non gli importa di venire a Lucca con un solo volume perché sarà pure unico, ma è fatto bene, ha grandi nomi ed una bella edizione variant. Encomiabile.
Capacità perché ci hanno portato Jamie Delano in persona, con il quale ho avuto la fortuna ed il privilegio di discutere un po’ sulla sua carriera, sulle scelte artistiche e personali e sul mercato mondiale del fumetto; presenza assolutamente non pubblicizzata di un grande autore che è stato, tra le altre, il primo a dar vita a John Costantine su Hellblazer.
Anch’egli impavido nell’abbandonare il mainstream per qualcosa di più “adulto”, e per questo trai miei preferiti (mi è piaciuto moltissimo, ad esempio, Nazione Fuorilegge, in Italia per Edizioni BD). Alla fine della conversazione, Jamie mi ha dedicato la mia copia di 2020 Visions con una frase del “suo amico John Costantine” che racchiude il senso dei nostri tempi: “You’re never alone in the 21th century”. Se anche voi, come me, siete suoi fan, restate sintonizzati su questo portale, amici lettori, ci sarà una sorpresa per voi.
Ci sono i “magnifici 7” (6+1) di Villain Comics che mi hanno fatto subito una gran bella impressione per la qualità grafica dei loro volumi e la cura delle relative copertine. E’ vero che non è da questo che si giudica un libro, ma le premesse sono davvero buone. Prometto, a breve, una review dell’intero pacchetto.
C’è Allagalla, un piccolo editore che pubblica anche volumi di qualità, come Il pellegrino delle stelle (Trillo – Breccia), Custer (Trillo – Bernet) e Magda & Moroni (D’Antonio – Toppi), che ha fatto un lavoro encomiabile su Pantheon (Willingham – Leeke – Williams) ridisegnando integralmente le copertine a cura di autori italiani, e che resiste nonostante la crisi e le difficoltà della distribuzione, portando allo stand giovani promesse come Giorgio Gualandris.
Ci sono poi gli amici di Manicomix che hanno presentato, insieme a Verticalismi, l’iniziativa di cui MF è media partner “Story of Mad”, che si inserisce nella più generale attività di talent scouting che essi svolgono, e della quale potete scoprire i dettagli qui.
Ancora, c’è un editore indipendente fatto di autori, di gente capace, di persone appassionate che lottano contro le avversità. Quest’editore si chiama Crazy Camper, fa fumetto italiano, e lo fa anche bene. Madadh è un’opera notevole sulla quale hanno lavorato moltissimi talentuosi autori del nostro Paese; lo stesso è Evo pubblicata in collaborazione con Double Shot.
Dispiace pensare che lavori di questo tipo non abbiano la diffusione ed il successo che si meritano.
Dispiace pensare che realtà come questa rischino l’estinzione in tempi di crisi, magari perché non hanno la giusta visibilità. E allora bisogna mettersi in gioco in prima persona per sostenere chi se lo merita, e per fare informazione sana, o sana informazione, che è poi il nostro compito.
Infine una passeggiata in Self Area era d’obbligo, e lì ho visto ragazzini che credono di aver capito tutto della vita e che si comportano come le rockstar con 10 copie vendute, e che così facendo stonano davvero con gente in gamba come Pau&Vinci che presentavano il volume RadioPunx, opera già apparsa su Verticalismi , o Simone Campisano (Albatros, Hood Boys) autore eclettico e “verticalista” nell’animo, oltre che vincitore della giuria popolare dell’edizione 2010.
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LE MOSTRE, LE PROIEZIONI E VARIE
Mostre splendide come al solito:
Veri e propri quadri le opere di Laura Zuccheri e sempre migliori le tavole di Sara Pichelli (impressionante il “making of” digitale).
Enrique Breccia enigmatico e surreale, soprattutto nei dipinti (alcuni dei quali con un certo appeal picassiano) e strabiliante nelle matite del Texone di futura pubblicazione.
Chris Ayers geniale nei suoi animali in caricatura da un lato e sorprendentemente realista in quelli a matita dall’altro (al gorilla mancava solo la voce).
E poi le opere di Rébecca Dautremer, che altro che per bambini, sono dei gioielli di grafica tra il fantastico, lo steampunk ed il fiabesco.
Degli acquerelli di Cyril Pedrosa ho già detto moltissimo: lasciano senza parole. E ricordate la recensione di Portugal , che ho descritto come un libro da ascoltare? Beh, neanche a farlo apposta, alcune delle tavole avevano la colonna sonora con tanto di cuffie…
Molto singolari e divertenti le opere degli autori olandesi che dipingevano “live”, componendo la mostra passo dopo passo.
Al contrario molto essenziale, zen direi, i lavori di Yoshihiro Tatsumi (pubblicati in Italia Lampi per Coconino Press ed Una vita trai margini per Bao Publishing).
Menzione speciale finale alla minimostra di quadri sulla Terre di mezzo, direttamente dalla Svizzera: un tuffo nel fantasy d’autore di matrice tolkieniana, ed alla insospettabile mostra di Gary Frank, in un palazzo come tanti (e non per questo meno bello), che una saletta ospitava delle bellissime tavole di questo Gigante del fumetto supereroistico, da Superman a Batman, da Swamp Thing a Midnight Nation.
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Abbiamo anche scoperto con grande gioia le proiezioni, in particolare assistendo all’anteprima di Iron man 3 (un contenuto speciale consistente in una nuova scena di “vestizione” con un Robert Downey Jr. istrionico ed in formissima come al solito) ed all’intero film Loopers, un thriller futuristico a tema viaggi nel tempo con Bruce Willis.
Ma il novero degli appuntamenti è stato di tutto rispetto, tra Hotel Transilvania, Frankenweenie di Tim Burton e La collina dei papaveri di Miyazaki Jr.
Bello anche il padiglione celebrativo di Assassin’s Creed 3, con una mostra di disegni e tavole a tema e postazioni per provare il nuovo videogame.
Peccato non aver potuto vedere la rievocazione della battaglia di Bunker Hill, ma o ci si anticipava di qualche ora, o si riusciva solo, come ha detto un amico, a “vedere gente che guardava la battaglia di Bunker Hill”. Consolatevi su youtube.
Il Japan Palace è, come al solito, molto grazioso: un bagno nella cultura (e nella gadgettistica) nipponica, condito con un’altissima concentrazione di otaku, cosplayers e Nerd.
Per i Games, non me ne vogliate, ma dopo l’esperienza traumatica degli anni passati, ho desistito.
Siamo invece andati a vedere la mostra fotografica di David LaChapelle, genio visionario, fotografo e regista statunitense (che esordì alla fotografia da professionista con Andy Warhol, scusate se è poco). 53 scatti dal provocatorio al surreale, dalle nature morte del ventunesimo secolo alla folle rivisitazione di opere classiche (L’estasi di Santa Teresa starring Angelina Jolie).
Il tutto al Contemporary Center Art dove attualmente ha sede… L’imbuto, lo splendido ristorante (recentemente trasferitosi a Lucca da Viareggio) di Cristiano Tomei, chef giovane e fuori dal comune per abilità e creatività, che ha fortemente voluto che vi fosse questa assoluta compenetrazione e fusione con il museo, in quell’incontro di arti che ben conoscono e apprezzano i veri appassionati del fumetto.
Un’altra perla regalataci da Lucca poco prima della nostra partenza, a coronamento di quattro splendidi giorni al Lucca Comics & Games, la cui organizzazione mi permetto di ringraziare a nome di tutto il team di MF.
Ci vediamo l’anno prossimo, Maya permettendo…