Dandadan: Junji Ito e le sue influenze horror emergono nell’episodio 11

Pubblicato il 15 Dicembre 2024 alle 15:06

L’undicesimo episodio di Dandadan rappresenta un cambio di tono sorprendente per la serie, immergendosi in un’atmosfera horror che sembra ispirata direttamente dai capolavori di Junji Ito. Intitolato “First Love”, l’episodio introduce Jiji, un amico d’infanzia di Momo e suo primo amore, il cui passato tormentato diventa il fulcro di una scena inquietante e disturbante. Per una serie che fino ad ora ha bilanciato comicità e azione sovrannaturale, questo momento di puro terrore segna una svolta significativa e dimostra come il mangaka Yukinobu Tatsu sia in grado di evocare un orrore genuino, degno del maestro del genere.

Horror e introspezione: l’introduzione di Evil Eye

L’episodio segna l’apparizione di Evil Eye, un’entità spettrale che perseguita la casa di famiglia di Jiji e che ha portato i suoi genitori all’ospedale. Nel raccontare la sua esperienza a Momo, Jiji descrive un flashback che è puro cinema horror trasposto in animazione. Le immagini mostrano foto che sembrano prese da un found footage, prima di trasformarsi in un vivido ricordo: Jiji è intrappolato da vene luminose e viola, incapace di muoversi, mentre una figura ombrosa si avvicina lentamente, aprendo due occhi malvagi che emanano un’aura di pura malevolenza.

Questa scena, per intensità visiva e tensione, si allontana nettamente dal tono leggero che ha caratterizzato gran parte della serie. Il contrasto è così netto che il pubblico, abituato a un mix di umorismo e azione, viene colto completamente alla sprovvista, amplificando l’impatto emotivo. È un omaggio implicito ma innegabile a Junji Ito, maestro dell’horror giapponese, che ha saputo trasformare il banale in incubo con opere come Uzumaki e Tomie.

Junji Ito: l’influenza evidente su Dandadan

Yukinobu Tatsu non ha mai nascosto l’influenza di Ito sul suo lavoro. In un’intervista prima della messa in onda dell’anime, il mangaka ha dichiarato:

“A volte mi riferisco ai lavori di Junji Ito. Mi chiedo: ‘Perché questo disegno è così inquietante?’ I suoi lavori combinano dettagli straordinari con un tocco surreale, e talvolta persino umoristico. Penso che paura e umorismo siano intrinsecamente legati.”

Questa dichiarazione trova una chiara conferma nella scena di Evil Eye. La presenza spettrale che avvolge Jiji e la sua casa è una rappresentazione tangibile dell’estetica horror di Ito: il senso di impotenza, la distorsione del corpo e la presenza di un’entità minacciosa ma mai completamente spiegata sono elementi ricorrenti nelle sue opere. Come nei lavori di Ito, l’orrore di Dandadan non risiede solo nell’immagine, ma nel disagio psicologico che lascia allo spettatore.

L’evoluzione di Dandadan: una serie che rompe i confini dei generi

Definire Dandadan una serie horror sarebbe fuorviante. La trama principale, con Momo e Okarun impegnati a recuperare i gioielli di famiglia rubati da uno yokai, è volutamente eccentrica e surreale. Tuttavia, è proprio questa leggerezza che rende i momenti di orrore ancora più incisivi. L’introduzione di Evil Eye non solo amplifica la posta in gioco, ma dimostra come Tatsu sappia manipolare i toni della sua narrazione con maestria, passando dall’umorismo al terrore senza soluzione di continuità.

L’estetica dell’horror, quando applicata a un contesto prevalentemente comico, funziona proprio perché rompe le aspettative dello spettatore. La scena di Jiji non è solo un momento isolato, ma un richiamo alle capacità narrative di Tatsu, che riesce a rendere ogni arco narrativo unico e memorabile.

Il futuro di Dandadan: cosa aspettarsi?

Con una sola puntata rimasta nella prima stagione, i fan potrebbero dover aspettare la seconda per esplorare appieno l’arco narrativo della Cursed House. Sebbene non ci sia ancora un annuncio ufficiale per la prossima stagione, il successo dell’anime rende quasi certa la sua continuazione. L’arco di Evil Eye ha il potenziale per diventare uno dei momenti più iconici della serie, combinando horror, introspezione e un umorismo surreale che è ormai il marchio di fabbrica di Dandadan.

In conclusione, l’episodio 11 non è solo un tributo al maestro Junji Ito, ma anche una dimostrazione della versatilità di Yukinobu Tatsu come narratore. Con questa puntata, Dandadan conferma il suo status di serie unica nel panorama degli anime, capace di unire generi apparentemente opposti in un mix irresistibile e sorprendente.

Fonte Comic book

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