Batman: Shadow of the Bat vol.1 | Recensione
I primi dodici numeri della collana cult del Cavaliere Oscuro, scritta dal grande Alan Grant !
Pubblicato il 27 Novembre 2024 alle 07:00
Autori: Alan Grant (storia), Norm Breyfogle, Dan Jurgens, Tim Sale, Mike Collins, Vince Giarrano (disegni)
Formato: 17X26, 328p., C., colori
Prezzo: 34,00 euro
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Casa editrice: Panini Comics
Data di pubblicazione: 23 mag. 2024
Siamo nel 1992, nel pieno di quella che molti definirono la “bat-mania”. Dopo il grande successo di Batman, la pellicola di Tim Burton del 1989, uscì infatti il suo seguito, Batman Returns, mentre sul piccolo schermo debuttava quel gioiello dell’animazione che è Batman: The Animated Series, di Bruce Timm e Paul Dini.
Un periodo d’oro e particolarmente florido, dunque, per il Cavaliere Oscuro, tanto che gli editor Dc decisero di affiancare una terza serie regolare alle storiche Batman e Detective Comics, ovvero Batman: Shadow of the Bat, affidandola nelle sapienti mani di Alan Grant.
Lo scrittore nato a Bristol, in Inghilterra, e vissuto in Scozia, fu uno dei più prolifici autori degli anni Novanta, e non solo. Dopo essersi fatto le ossa sulla celebre rivista britannica 2000 AD, insieme all’amico John Wagner, approdò alla Dc Comics verso la fine degli anni Ottanta, dove realizzò lunghi cicli di Detective Comics e Batman, per poi passare a Shadow of the Bat, una collana creata appositamente per lui che portò avanti per ben 96 numeri, quasi tutti scritti dallo stesso Grant.
Nel primo story-arc di questa nuova testata debuttarono Jeremiah Arkham, l’ambiguo direttore del celebre manicomio, che finirà per essere sempre più “contagiato” dalla follia che lo circonda, come del resto i suoi predecessori e familiari. Ma tra i pazienti esordirà anche Victor Zsasz, un brutale serial killer che ha l’abitudine di infliggersi una cicatrice sul proprio corpo ogni volta che commette un omicidio.
Questo arco di storie, intitolato The Last Arkham, colpisce soprattutto perché vedrà lo stesso Batman rinchiuso e incatenato nel tetro manicomio, nel tentativo di risolvere l’enigma legato a una scia di omicidi, collegabili proprio a Zsasz, nonostante anche lui risulti internato ad Arkham…
Grant riesce a costruire una trama incalzante, intrisa di suspense, mistero e azione, supportata dalle esplosive tavole di un altro mostro sacro come Norm Breyfogle, celebre per il suo tratto dinamico e guizzante, che riesce a conferire pathos e grande espressività ai personaggi, con una costruzione delle tavole moderna e mai scontata.
Ritroveremo Breyfogle anche nella storia successiva, dalle tinte altrettanto drammatiche e angoscianti, in quanto verrà affrontato lo spinoso tema della droga e dei devastanti effetti che provoca la dipendenza. Il vigilante Black Spider, infatti, porterà avanti una vera e propria crociata contro gli spacciatori che hanno rovinato la vita alla sua famiglia, ma i suoi metodi poco ortodossi lo porteranno a scontrarsi anche con Batman.
Lo scrittore dimostra di essere molto attento alle tematiche sociali, anche le più controverse, e in un altro racconto mette alla berlina il razzismo e il campanilismo esagerato di molti americani, rappresentato in questo caso da una sorta di “super-soldato” creato dalla CIA, poi fuggito dai suoi mandanti per cercare la figlia. Questo personaggio ricorda molto il Nuke di Frank Miller, visto su Daredevil, ed è probabile che Grant si sia ispirato proprio a lui.
Ai disegni stavolta troviamo un altro veterano come Dan Jurgens, noto soprattutto per i suoi lavori su Superman, tra cui la famosa storia della sua “morte”. Il suo stile plastico ed energico, che delinea in maniera precisa ed elegante ogni personaggio, è chiaramente riscontrabile anche in questo racconto.
Segue poi un trittico di storie che vede all’opera un giovanissimo Tim Sale, compianto autore di memorabili avventure in coppia con lo scrittore Jeph Loeb, sia in Marvel che in Dc, dallo stile inconfondibile.
Il suo tratto morbido e caratteristico, molto essenziale nei dettagli, stavolta si occupa del classico gruppo di losers, ovvero supercriminali di serie Z che uniranno le forze per tentare il grande colpo: rapire il sindaco di Gotham City, il commissario Gordon e Bruce Wayne, per poi richiedere un riscatto milionario !
Falena Assassina, Catman, l’Uomo Calendario e un nuovo arrivato che si fa chiamare Azzardo, non sanno di aver rapito Batman in persona, ma per sua fortuna ci sono anche Tim Drake/Robin e un evaso in cerca di redenzione sulle loro tracce…
I criminali di mezza tacca sono sempre divertenti da vedere in azione, e Grant riesce ad amalgamarli sapientemente, con un piano che metterà in seria difficoltà persino il Cavaliere Oscuro. Se amate lo stile di Sale, poi, non potrete che apprezzare anche questo suo lavoro, davvero godibile.
In quasi tutte le sue storie, oltre ad una buona dose di azione e avventura, Alan Grant inserisce anche qualche elemento melodrammatico, come il caso del Dr. MacAbre (il nome è già tutto un programma), il quale costruisce un labirintico castello che sembra uscito da un quadro di Escher, dove vive insieme al suo deforme figlio.
Il dramma del parto, che portò alla morte della moglie, coinvolse proprio il dott. Thomas Wayne, padre di Bruce, e Batman dovrà intervenire per salvare gli altri responsabili di quella triste vicenda, riuniti nel castello di MacAbre per consumare la sua vendetta.
Una storia drammatica, come detto prima, ma con un risvolto finale inaspettato, sempre creato ad arte dal geniale scrittore scozzese. Mike Collins, ai disegni, ci presenta un tratto molto tradizionale, che ricorda in parte lo stile plastico e ben marcato di Jurgens, anche se meno personale e convincente.
Chiude questo corposo volume, che presenta i primi dodici numeri della serie, un doppio racconto dove l’Uomo Pipistrello dovrà affrontare il folle Mortimer Kadaver (anche questo nome dice tutto…) e un altro strambo criminale con costume/armatura da Pulce (!).
Grant infatti si diverte ad utilizzare personaggi dai nomi e costumi bizzarri, che da sempre hanno affollato le buie strade di Gotham City, ma conferendogli comunque una loro dignità, magari raccontandone trascorsi drammatici o storie familiari sfortunate. La Pulce, ad esempio, commetteva furti per aiutare il nonno, il quale sfruttava i minuscoli animaletti per allestire piccoli spettacoli e guadagnare qualche soldo, ma con scarsi risultati.
Kadaver invece è il classico villain crudele in tutto e per tutto, senza zone di grigio, ma anche personaggi di questo tipo hanno lo scopo di far risaltare le storie di chi li circonda, con una caratterizzazione più complessa e tridimensionale.
Vince Giarrano al tavolo da disegno ha certamente uno stile particolare, anche se un po’ grezzo e caricaturale. Il suo Kadaver infatti ha una dentatura prominente, un po’ come quella del Joker, mentre il Cavaliere Oscuro ricorda quello di Simon Bisley, col viso allungato e lunghe orecchie appuntite.
A livello grafico risulta essere il più debole, rispetto agli altri artisti finora citati, ma comunque porta a casa il compito in maniera dignitosa, seppur scimmiottando (in peggio) lo stile di altri.
Batman: Shadow of the Bat vol. 1 è dunque un’ottima occasione per recuperare questa serie cult degli anni Novanta, di cui forse si parla troppo poco. Lo stesso vale per il grande Alan Grant, un autore che ha saputo dare lustro al Cavaliere Oscuro sfornando centinaia di avventure e personaggi, poi entrati nel mito (vedi Zsasz, il Ventriloquo ed Anarky, giusto per citarne alcuni), per cui meriterebbe di essere celebrato decisamente di più.
In Breve
Storia
7.5
Disegni
7
Cura editoriale
7.5