Kazuo Umezu: il maestro del manga horror che ha ispirato Junji Ito
Due maestri del terrore
Pubblicato il 26 Agosto 2024 alle 19:00
Kazuo Umezu, spesso riconosciuto come uno dei pionieri del manga horror, ha influenzato profondamente il panorama culturale giapponese e, in particolare, le opere di Junji Ito, un altro gigante del genere. Umezu, nato nel 1936, ha creato un corpus di lavori che esplora la psiche umana, l’inquietudine e l’orrore in modi che hanno ispirato e continuano a ispirare autori e artisti in tutto il mondo.
La sua carriera, iniziata negli anni ’50, ha attraversato decenni di evoluzione artistica, durante i quali ha esplorato vari generi prima di abbracciare completamente l’horror. Le sue opere più celebri, come The Drifting Classroom e Hyouhon, sono caratterizzate da un senso di terrore primordiale, uno stile visivo distintivo e temi che scavano nel profondo delle paure umane.
L’influenza di Umezu su Junji Ito
Uno degli aspetti più inquietanti delle storie di Umezu è la sua abilità nel fondere l’innocenza dell’infanzia con l’orrore. In The Drifting Classroom, una scuola viene misteriosamente trasportata in un mondo post-apocalittico, dove gli studenti e gli insegnanti devono lottare per sopravvivere. Il contrasto tra l’ambientazione scolastica e gli orrori che i personaggi affrontano crea un effetto di dissonanza cognitiva che rende l’esperienza di lettura profondamente disturbante. Questa capacità di Umezu di trasformare ambienti familiari in scenari da incubo è una delle caratteristiche che hanno influenzato Junji Ito.
Junji Ito, nato nel 1963, ha spesso citato Umezu come una delle sue principali fonti di ispirazione. Cresciuto leggendo i manga di Umezu, Ito ha interiorizzato molti degli elementi stilistici e tematici del suo predecessore, reinterpretandoli e ampliandoli nelle sue opere. Uno degli aspetti che più accomuna i due autori è l’uso del corpo umano come veicolo dell’orrore. In Uzumaki di Ito, ad esempio, la spirale diventa un simbolo di follia e deformazione fisica, un tema che può essere ricondotto al lavoro di Umezu, dove il corpo e la mente sono spesso soggetti a mutazioni e orrori innaturali.
Il legame tra orrore psicologico e deformazione fisica
Un’altra eredità di Umezu che si riflette nell’opera di Ito è l’uso dell’orrore psicologico. Sebbene le opere di Umezu siano note per la loro crudezza visiva, è l’inquietudine psicologica che rimane più a lungo con i lettori. Ito ha affinato questa tecnica, creando storie in cui l’orrore non è solo esterno, ma nasce anche dalle paure e dalle ossessioni interiori dei personaggi. In Tomie, una delle serie più celebri di Ito, la protagonista è una donna immortale che induce coloro che incontra a commettere atti di violenza, esplorando così i lati più oscuri della psiche umana.
Anche l’uso del contrasto tra l’ordinario e il mostruoso è un tratto distintivo che accomuna i due autori. Umezu ha spesso utilizzato ambientazioni quotidiane, come scuole o case familiari, per poi trasformarle in scenari di puro terrore. Ito ha seguito questa strada, ambientando molte delle sue storie in piccoli villaggi o città apparentemente tranquille, dove eventi straordinari e spaventosi sconvolgono la normalità.
L’isolamento e la rassegnazione come temi centrali
Inoltre, il senso di isolamento e di impotenza è un altro tema centrale nelle opere di Umezu, che Ito ha fatto suo. I personaggi di Umezu sono spesso intrappolati in situazioni da cui non possono sfuggire, un tema che Ito ha esplorato in maniera ancora più estrema. In The Enigma of Amigara Fault, ad esempio, Ito racconta la storia di un gruppo di persone attratte irresistibilmente da una montagna in cui sono scavate delle sagome umane, creando un senso di destino inevitabile e ineluttabile che ricorda molto le trame di Umezu.
Mentre Umezu ha aperto la strada, Junji Ito ha ampliato e approfondito il genere horror, portando avanti l’eredità del suo maestro con storie che continuano a esplorare i confini della paura umana. Le loro opere condividono un’attenzione al dettaglio macabro e una capacità di trasformare l’ordinario in qualcosa di terrificante, ma mentre Umezu si concentrava spesso sull’orrore fisico e viscerale, Ito ha spostato l’attenzione verso l’orrore psicologico e metafisico, creando un mondo dove la follia e l’ignoto si fondono in modo inestricabile.
L’eredità di Kazuo Umezu nelle opere di Junji Ito
In conclusione, Kazuo Umezu non è solo un pioniere del manga horror, ma anche una figura di riferimento che ha modellato profondamente il lavoro di Junji Ito. I due autori, pur appartenendo a generazioni diverse, condividono una visione inquietante dell’umanità e della realtà, rendendo le loro opere imprescindibili per chiunque sia appassionato di horror. Il legame tra Umezu e Ito è evidente, non solo nelle tematiche che trattano, ma anche nell’approccio che adottano per spaventare i loro lettori: un orrore che nasce non solo dalla carne, ma dalla mente e dall’anima.