Batman: The Brave and The Bold vol.1 – La carta vincente | Recensione
Tom King e Mitch Gerads ci raccontano, secondo la loro personale visione, il primo scontro tra il Cavaliere Oscuro e la sua nemesi per antonomasia, Joker !
Pubblicato il 2 Luglio 2024 alle 16:44
Autori: Tom King (testi), Mitch Gerads (disegni)
Formato: 17X26, 112p., C., colori
Prezzo: 18,00 euro
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Casa editrice: Panini Comics
Data di pubblicazione: 28 mar. 2024
The Brave and The Bold è una storica testata antologica della Dc, inizialmente riservata a personaggi minori, per poi passare anche ai grandi nomi della casa editrice e in particolare Batman, che a partire da metà degli anni Sessanta inizierà a diventare personaggio fisso, dividendo sempre la scena con altri colleghi supereroi.
Conclusasi negli anni Ottanta, la serie adesso è stata rilanciata all’interno dell’iniziativa Dawn of Dc, proponendo cicli di storie realizzati da diversi team creativi, sempre in formato antologico.
Ad inaugurare questa nuova fase sono stati chiamati due nomi di primordine, che già hanno fatto faville su serie come Batman, Mister Miracle, Strange Adventures e Sheriff of Babylon, ovvero Tom King e Mitch Gerads, una coppia ormai più che rodata…
Memori anche dell’ottimo one-shot dedicato all’Enigmista all’interno della collana Batman: Una brutta giornata, i due stavolta hanno voluto concentrarsi sulla nemesi per eccellenza dell’Uomo Pipistrello, ovvero Joker, rinarrando il suo primo incontro con il vigilante di Gotham.
Proprio come nel mitico Batman n.1 del 1940, di Bob Kane e Bill Finger, il Pagliaccio del Crimine inizierà a farsi conoscere pianificando delitti apparentemente impossibili, riuscendo sempre a prendersi gioco di Jim Gordon e i suoi poliziotti, ma anche dello stesso Batman, che dovrà tribolare non poco prima di riuscire a catturarlo. A questi, però, King aggiunge anche omicidi efferati e del tutto casuali, per sottolineare la natura malvagia e imprevedibile del folle Clown.
Joker di fatto segna l’inizio di una nuova era per il crimine di Gotham City: la vecchia guardia, composta da gangster e mafiosi, verrà presto soppiantata da variopinti freak privi di scrupoli e violenti, che metteranno sotto scacco la città e daranno parecchio filo da torcere al Cavaliere Oscuro.
Joker si può considerare il capostipite, e senza dubbio il più pericoloso e malvagio.
Notevole in questo senso la realizzazione grafica di Mitch Gerads, che riesce a trasmettere perfettamente la natura mefistofelica del folle Clown, non solo per il suo iconico ghigno, ma anche con uno sguardo apparentemente vuoto e privo di anima, caratterizzato da pupille bianche e un contorno nero cenere intorno agli occhi.
A lui si contrappone un Cavaliere Oscuro ancora alle prime armi, sicuro di sé e spinto dall’impeto della giovane età, ma che presto dovrà fare i conti con qualcosa di totalmente diverso da quello che era abituato a combattere. L’imprevedibilità e il caos assoluto rappresentato dal Joker indubbiamente lo spiazzeranno e lo metteranno in seria difficoltà: si tratta di un male nuovo, con cui dovrà iniziare a fare i conti sempre più spesso, da ora in avanti…
King decide quindi di non scrivere una storia di origini, come del resto era già stato fatto nel The Killing Joke di Alan Moore, ma di ispirarsi e rendere omaggio alla primissima apparizione del Pagliaccio del Crimine, rielaborandola però in maniera più moderna e aggiungendo dettagli non di poco conto.
Per quanto apparentemente senza senso, infatti, le azioni del Joker seguono sempre una sua folle logica, come se fosse la struttura di una barzelletta, con una premessa e poi la sorpresa finale, alternando delitti premeditati e annunciati ad altri del tutto casuali, e non sempre con lo stesso ordine.
Il dialogo finale con Batman nella cella dell’Arkham Asylum sancisce di fatto l’inizio di una lotta che non avrà mai fine, come quella tra bene e male, ordine e caos. Due opposti che si attraggono e non smetteranno mai di combattere, finché l’uno non prevarrà sull’altro.
Singolare poi la scelta dello scrittore di non far parlare in maniera diretta il Clown, ma di utilizzare scritte a tutto campo, come nel cinema muto, così da rendere ancora più straniante e inquietante la sua figura e il modo con cui interagisce con gli altri.
La colorazione pittorico-digitale di Gerads, poi, conferisce realismo e profondità al racconto, unita a uno storytelling molto cinematografico e serrato, scandito con tavole composte spesso da lunghe vignette orizzontali o la classica griglia a nove vignette, utile anche per inserire i suddetti dialoghi “fuori campo” del Joker.
Questo primo volume di Batman: The Brave and The Bold è dunque indicato sia per i neofiti, trattandosi di una storia seminale, che per i fan di lunga data, visto che ripropone il mitico Batman n.1, ma con una visione decisamente più moderna e personale.
In Breve
Storia
7.5
Disegni
7.5
Cura editoriale
7.5