Star Wars: The Mandalorian – Stagione Due 1 | Recensione
L'adattamento prodotto dalla Marvel della celebre serie TV Disney+
Pubblicato il 16 Giugno 2024 alle 12:00
Autori: Rodney Barnes, Georges Jeanty, Steven Cummings
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: Stati Uniti
Prezzo: € 19,00
Cartonato a colori 17X26 – 144 pagine
Data di pubblicazione: 07/03/2024
La Stagione Due di Star Wars: The Mandalorian ha ricevuto un adattamento sotto forma di miniserie prodotta dalla Marvel, oltre che sotto forma di manga e di graphic novel, a certificare il grande successo della prima serie TV live action derivata dal mondo di Guerre Stellari.
Autori di Star Wars: The Mandalorian – Stagione Due sono Rodney Barnes (già autore TV) nei panni di sceneggiatore e Georges Jeanty e Steven Cummings, disegnatori che si alternano nei vari capitolo corrispondenti agli episodi della serie TV. Il tutto ovviamente basato sulla serie diffusa su Disney+ sviluppata da Dave Filoni, Jon Favreau, Christopher Yost e Rick Famuyiwa.
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In questo volume Panini Comics raccoglie i primi quattro episodi, ovvero metà della seconda stagione, che vedono il mandaloriano Din Djarin viaggiare per la galassia insieme al piccolo “baby Yoda”, ovvero il trovatello della stessa specie dello storico maestro Jedi su cui cellule ancora attive del vecchio Impero hanno messo gli occhi per scopi nefasti.
Star Wars: The Mandalorian – Season Two #2 by Rodney Barnes and Steven Cummings. [715/500] #my500comicgoal pic.twitter.com/8B1pKWCB26
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Lo scopo di “Mando” è trovare dei cavalieri Jedi a cui affidare il piccolo, ma la sua ricerca viene continuamente interrotta e deviata da una serie di “missioni secondarie”, in quello che si può definire un western spaziale che non nasconde le sue influenze da tante opere ormai classiche, di tutti i generi. Oltre al fin troppo ovvio Lone Wolf & Cub, con il guerriero solitario vagabondo accompagnato da un piccolo trovatello, in questo volume viviamo una sorta di remake de Lo Squalo ambientato nel deserto di Tatooine, e una sorta di omaggio ad Alien con degli spaventosi ragni glaciali al posto degli Xenomorfi.
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Come un po’ tutti gli adattamenti a fumetti di opere cinematografiche o televisive, la narrazione non procede sempre in maniera scorrevole: le sceneggiature televisive sono pensate in maniera completamente diversa da quelle fumettistiche, con la possibilità di inserire più azioni all’interno della stessa inquadratura e con un utilizzo dei dialoghi completamente diverso da quello che se ne fa sulla carta stampata. Barnes fa del suo meglio per adattare ciò che in schermo funziona benissimo su carta, ma non sempre ci riesce.
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I due disegnatori sono bravi nel cercare di riprodurre il dinamismo televisivo sulle loro tavole, ma spesso la ricerca della somiglianza tra i personaggi del fumetto e gli attori in carne ed ossa rende i volti poco espressivi. Con un personaggio come Mando, che per la totalità del tempo opera con il volto coperto da un elmo inespressivo, il linguaggio del corpo e la gestualità diventano mezzi fondamentali per veicolare emozioni e reazioni, ma le vignette non offrono le stesse opportunità della cinepresa.
In definitiva, un volume che racconta storie molto affascinanti e suggestive, in particolare per i fan di Star Wars, ma che soffrono inevitabilmente il fatto di essere un adattamento tratto da un mezzo di espressione che lavora con regole completamente diverse.
In Breve
Storia
6
Disegni
6
Cura editoriale
6.5
Sommario
Un volume che racconta storie molto affascinanti e suggestive, in particolare per i fan di Star Wars, ma che soffrono inevitabilmente il fatto di essere un adattamento tratto da un mezzo di espressione che lavora con regole completamente diverse