Batman: Justice Buster vol. 1-3 | Recensione
Batman: Justice Buster è una rivisitazione in chiave manga del mito del Cavaliere Oscuro, secondo la fervida immaginazione di Eiichi Shimizu e Tomohiro Shimoguchi, gli autori di Ultraman !
Pubblicato il 10 Maggio 2024 alle 07:00
Autori: Eiichi Shimizu, Tomohiro Shimoguchi
Formato: 13X18, 192pp., B., b/n
Prezzo: 7,00 euro cad.
Genere: Supereroi
Provenienza: Giappone
Casa editrice: Panini Comics
Data di pubblicazione: set. 2023 – gen. 2024
E’ sempre interessante quando culture diverse si incontrano, per dare vita a qualcosa di nuovo, unico e sorprendente, che magari esca fuori dai canoni e preconcetti a cui siamo abituati. E’ il caso di Batman: Justice Buster, una reinterpretazione del mito del Cavaliere Oscuro, secondo la sensibilità nipponica tipica dei manga giapponesi.
Si tratta di un lavoro a quattro mani, realizzato da Eiichi Shimizu e Tomohiro Shimoguchi, che ci racconta di un Batman in attività da soli tre anni, in una Gotham City più tecnologica e futuristica rispetto a quella che conosciamo nei fumetti USA.
Lo stesso Cavaliere Oscuro è equipaggiato con un’imponente armatura, supportata da un’intelligenza artificiale chiamata Robin, che lo segue in ogni sua battaglia, oltre ovviamente al fidato maggiordomo Alfred. Ma alla lista degli aiutanti/partner di questo Uomo Pipistrello si aggiunge anche un intrepido investigatore privato di nome Jason Todd, che combatte il crimine indossando una maschera simile a quella dei luchador messicani, dalla quale salta all’occhio uno strano sorriso stilizzato disegnato sopra, e un nome di battaglia che non può lasciare indifferenti: Joker !
Questa è sicuramente una delle differenze più evidenti con il fumetto originale, che può spiazzare i fan più puristi, ma proprio per questo rende unica e così particolare questa trasposizione in stile manga. Joker infatti non è un nemico, stavolta, ma una figura che col tempo si guadagnerà sempre di più il rispetto e la fiducia di Batman, con il quale farà quasi coppia fissa nella lotta al crimine.
Attribuirgli la vera identità del famigerato secondo Robin non è stata una scelta casuale, ovviamente, e alla fine del terzo volume capirete perché, con tutti i rimandi del caso a una celeberrima saga batmaniana degli anni Ottanta, che di certo i fan di lunga data dell’Uomo Pipistrello avranno già intuito.
Shimizu e Shimoguchi, noti soprattutto per il loro lavoro su Ultraman, il supereroe giapponese per eccellenza, in questo caso si divertono a reinterpretare alcuni dei personaggi ed eventi storici di un mito occidentale (ma ormai possiamo dire mondiale) come Batman, conferendogli una loro personale visione, all’interno di un racconto fluido e serrato, con la dinamicità espressiva tipica del manga.
Dopo un primo volume di presentazione e world building, nel secondo la trama entra nel vivo, con un colpo di scena finale che rimetterà in discussione tutti gli eventi accaduti fino a quel momento, mentre nel terzo capiremo meglio l’inquietante figura di Joe Chill, l’assassino dei genitori di Bruce Wayne/Batman, che qui si rivelerà un personaggio ben più complesso dell’originale, legato a doppio filo anche col tragico passato di Dick Grayson…
Come abbiamo potuto vedere nei suoi ottantacinque anni di carriera, Batman è un personaggio che si presta alle più svariate interpretazioni, e i numerosi elseworld a lui dedicati ne sono la dimostrazione, ma vederlo in formato manga non è certo così usuale, anche se già in passato mangaka di spicco come Kia Asamiya e Jiro Kuwata si erano approcciati all’oscuro universo dell’Uomo Pipistrello, a dimostrazione di quanto questo personaggio sia apprezzato anche in Oriente.
Nella loro personale visione, Shimizu e Shimoguchi hanno inserito pochi cambiamenti rispetto all’originale, ma sostanziali, pur mantenendo intatta l’essenza del personaggio e del suo mondo. L’introduzione dell’armatura, l’I.A. e il Justice Buster, ovvero un bat-robottone comandato dal Crociato Incappucciato, sono innesti caratteristici del fumetto nipponico, che in un riadattamento di questo tipo ci stanno alla grande, conferendogli quell’unicità di cui parlavamo prima.
Graficamente è interessante notare il tratto nervoso e spigoloso di Shimoguchi, che dona dinamicità e impeto al racconto, mostrandoci un Cavaliere Oscuro assolutamente credibile, così come tutti i loschi figuri che si aggirano in una Gotham City tanto cupa quanto fredda ed austera.
Non meraviglia il fatto che entrambi gli autori siano dei character designer, visto come abbiano azzeccato le reinterpretazioni di tutti i personaggi, a cominciare dall’ultra tecnologico Batman fino al loro Joker, che con il suo completo a righe e il trench unisce perfettamente il look originale del Clown e quello del classico investigatore privato. Anche la sua maschera da luchador ha un design semplice, ma molto efficace, visto che con poche righe riesce a rendere il ghigno sinistro, quasi demoniaco, della storica nemesi del Pipistrello.
Per quanto riguarda i mecha-design, poi, i mangaka sono da sempre inarrivabili: la precisione e il dettaglio coi quali li rappresentano (ora anche grazie alla computer grafica) sono incredibili, e ne sono un esempio in questo caso la batmobile e il robot Justice Buster, entrambi super corazzati e imponenti.
In attesa di leggere l’ultimo atto, di cui non conosciamo ancora la data di uscita, possiamo quindi affermare che Batman: Justice Buster sia un’ottima rivisitazione in chiave nipponica di un’icona senza tempo del fumetto americano, che intrigherà tanto gli appassionati del Cavaliere Oscuro quanto i lettori di manga più sfegatati.
In Breve
Storia
7.5
Disegni
7.5
Cura editoriale
7.5