Batman: Legends of the Dark Knight Collection 3 – Preda | Recensione

In questa acclamata saga di Doug Moench e Paul Gulacy, Batman dovrà affrontare il subdolo dott. Hugo Strange, uno psichiatra ossessionato dal vigilante di Gotham, che farà di tutto per sottometterlo sia fisicamente che psicologicamente !

Pubblicato il 29 Novembre 2023 alle 07:00

Autori: Doug Moench (testi), Paul Gulacy (disegni)

Formato: 17X26, 144pp., B., colori

Prezzo: 15,00 euro

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Casa editrice: Panini Comics

Data di pubblicazione: 23 nov. 2023

Marco -Spider-Ci- Novelli
Marco -Spider-Ci- Novelli
2023-11-29T07:00:22+01:00
Marco -Spider-Ci- Novelli

Autori: Doug Moench (testi), Paul Gulacy (disegni) Formato: 17X26, 144pp., B., colori Prezzo: 15,00 euro Genere: Supereroi Provenienza: USA Casa editrice: Panini Comics Data di pubblicazione: 23 nov. 2023

Batman: Legends of The Dark Knight è stata una delle serie più apprezzate dai fan del Cavaliere Oscuro. Merito sicuramente dei team creativi, sempre di ottimo livello, e di una formula vincente che prevedeva brevi story-arc autoconclusivi, perfetti da raccogliere successivamente in tp.

Una delle saghe più famose e riconosciute di questa serie è senza dubbio Preda, realizzata da un veterano come Doug Moench ai testi, già autore di innumerevoli storie con protagonista l’Uomo Pipistrello, accompagnato da Paul Gulacy ai disegni, col quale aveva già fatto coppia in diverse occasioni, tra cui la serie di Shang-Chi e i Maestri del Kung-fu, una miniserie con protagonista il celebre agente segreto 007, e il seguito di Batman vs Predator.

Una coppia rodata, insomma, che agli inizi degli anni Novanta sfornò un’avvincente saga in cinque parti, che avrebbe visto Batman contrapporsi a Hugo Strange, uno psichiatra ossessionato dal vigilante di Gotham City, tanto da volerlo impersonare e vestirsi come lui, pur di riuscire ad entrare dentro la sua testa.

Strange però non è un combattente o un uomo d’azione, per cui capisce presto che il duello non si può disputare sul piano fisico ma piuttosto su quello mentale, tentando innanzitutto di scoprire quali fossero gli eventi che dettero origine al Cavaliere Oscuro e sfruttarli contro di lui, per poi annientarlo psicologicamente.

E’ molto interessante, dunque, notare le macchinazioni di questo folle villain, che per mestiere dovrebbe curare i malati mentali e comprenderli, ma in realtà è ancora più malato di loro. Lo dimostrano i suoi comportamenti molesti e ossessivi, così come il suo rapporto con le donne, di fatto inesistente, tanto da essere costretto a rivolgere le sue attenzioni verso un manichino dalle sembianze femminili, incapace di ribellarsi.

Il suo ego smisurato non riesce ad accettare che qualcuno possa rifiutarlo o essere superiore a lui. Per questo l’annientamento di Batman diventa una vera e propria missione, che porterà avanti con ogni mezzo. Dopo essere entrato nelle grazie del sindaco, infatti, riuscirà a diventare consulente della polizia e a farsi passare tutti i loro fascicoli, per poter risalire all’identità di Batman.

Inoltre farà leva sulla mente debole e il fisico prestante del sergente di polizia Max Cort, sfruttando il suo odio nei confronti dell’Uomo Pipistrello, malvisto da buona parte del GCPD, che si sente umiliato e declassato per il lavoro che riesce a svolgere da solo, spesso in maniera più efficace di tutti loro messi assieme.

La mente contorta di Strange convincerà Cort a diventare egli stesso un vigilante, solo che molto più violento e spietato, così da alimentare la paura e l’odio dell’opinione pubblica nei confronti di questi personaggi mascherati. Il successivo rapimento della figlia del sindaco, stavolta con il costume di Batman, sarà il colpo finale inferto alla schiena del Crociato Incappucciato, il quale si troverà improvvisamente tutti contro, in un generale clima di rabbia e sfiducia.

Bisogna anche sottolineare, infatti, che questa storia si svolge agli esordi dell’attività del Cavaliere Oscuro come vigilante, con un Bruce Wayne già forte e determinato, ma ancora inesperto e fallibile. Anche i gadget e i mezzi di cui disponeva erano ridotti all’osso: la stessa batmobile era ancora in costruzione, per cui si trovava spesso a dover tornare a piedi fino alla villa, esausto e ferito.

Come detto prima, le forze dell’ordine erano molto reticenti nei confronti di Batman, ad eccezione di Jim Gordon, all’epoca non ancora commissario, ma che aveva subito riconosciuto in lui un valido aiuto, soprattutto in una città problematica e complessa come Gotham. Questo rapporto di fiducia, però, si stava appena costruendo, mattone dopo mattone, e Strange sapeva che sarebbe stato facile metterlo in discussione e farlo vacillare

Le Leggende del Cavaliere Oscuro: Preda si potrebbe quindi considerare una sorta di Anno Uno secondo Doug Moench, che non si focalizza sulle origini del personaggio, comunque centrali anche in questo racconto, ma ci mostra soprattutto i primi passi di un eroe che ancora deve affermare la sua presenza nel contesto di una metropoli dilaniata dal crimine e dalla corruzione, per di più affrontando una delle sue prove più difficili.

L’attacco combinato di Strange infatti agirà su più livelli, andando a toccare i nervi scoperti e le paure più recondite del Cavaliere Oscuro, in un testa a testa sia fisico che psicologico, che metterà in seria difficoltà persino l’animo impetuoso e apparentemente imperturbabile di Bruce Wayne, ovvero l’uomo sotto la maschera, a cui mira il perfido dottore.

Paul Gulacy ai disegni ci regala un Batman indubbiamente ispirato alla versione cinematografica di Tim Burton (del resto, gli anni erano quelli), ma con un occhio anche allo stile di grandi autori come Neal Adams e Norm Breyfogle. Non mancherà nemmeno una Catwoman dalle forme conturbanti, avvolte nella classica tutina viola vista nei comics. Hugo Strange invece spicca per il suo ghigno malefico, che spesso ricorda quello del Joker, e i suoi caratteristici occhiali rotondi, che celano costantemente gli occhi, così da renderlo ancora più inquietante e sinistro.

Nel complesso le tavole di Gulacy risultano efficaci, grazie a un tratto preciso e pulito, a volte però un po’ legnoso e statico. Di sicuro le ottime chine di Terry Austin hanno smorzato certe sue imprecisioni, anche a livello anatomico, spesso più evidenti nei suoi lavori successivi, ripassati da altri artisti come Jimmy Palmiotti.

Anche se generalmente non viene citato tra le letture essenziali dell’Uomo Pipistrello, Le Leggende del Cavaliere Oscuro: Preda è comunque considerato un “classico”, che ogni appassionato del personaggio dovrebbe avere. Non a caso è stato ristampato più volte anche qui in Italia, e la recente riedizione Panini è quindi un’ottima occasione per recuperarlo, insieme a tutte le altre Leggende.

In Breve

Storia

8

Disegni

6.5

Cura editoriale

7.5

7.5

Punteggio Totale

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