Il ragazzo e l’airone: recensione del nuovo film di Hayao Miyazaki
Il film uscirà al cinema il 1° gennaio 2024 con Lucky Red.
Pubblicato il 24 Ottobre 2023 alle 17:59
Titolo originale: How Do You Live? – The Boy and the Heron
Scritto da: Hayao Miyazaki Dal romanzo di: Genzaburō Yoshino
Diretto da: Hayao Miyazaki
Musiche di: Joe Hisaishi
Fotografia: Atsushi Okui
Cast: Soma Santoki, Masaki Suda, Aimyon, Yoshino Kimura, Shōhei Hino, Ko Shibasaki, Takuya Kimura
Produzione: Studio Ghibli
Prodotto da: Toshio Suzuki
Distribuzione: 1° gennaio 2024, Lucky Red
Ci sembra incredibile dirlo ma l’attesissimo Il ragazzo e l’airone del visionario regista premio Oscar Hayao Miyazaki è stato presentato in anteprima nel programma di Alice nella Città e della Festa del Cinema di Roma 2023. Arriverà nei cinema italiani a Capodanno 2024 dopo il successo dell’uscita estiva in Giappone. Lo abbiamo visto in anteprima e siamo pronti a raccontarvi senza spoiler perché è (forse) l’ultimo capolavoro del Maestro.
Il ragazzo e l’airone: c’era una volta (forse) l’ultimo capolavoro di Hayao Miyazaki
Intitolato in originale How Do You Live? come il romanzo del 1937 di Genzaburō Yoshino, Il ragazzo e l’airone (titolo internazionale The Boy and the Heron) se ne discosta pur citando l’opera letteraria nel film insieme ai suoi temi filosofici. Ci troviamo ancora una volta – ricorrente nella filmografia di Miyazaki – ad un romanzo di formazione di un adolescente che deve ricominciare la propria vita da un’altra parte.
Mahito è un dodicenne orfano di madre che deve assistere alla nuova relazione del padre. La matrigna li accoglie nella loro nuova casa, una villa nella campagna giapponese, nel 1943 durante la Guerra del Pacifico. Sprazzi dell’infanzia e dell’adolescenza di Miyazaki si mescolano a quelli dei suoi personaggi, come spesso capita. L’elaborazione del lutto del ragazzo in questo caso deve affrontare anche una vita che verrà (nel grembo della matrigna). Una nuova famiglia che nasce da una costola di quella vecchia. Una nuova casa che deriva dal prozio della defunta, e quindi dal sangue della dinastia.
È tutto doppio e a metà strada tra la dimensione del sogno, del dormiveglia e della realtà in Hayao Miyazaki. In questo film ciò raggiunge forse il suo apice. Un continuo chiedersi se ciò che stiamo vedendo sia il Paese delle Meraviglie per antonomasia di Miyazaki oppure la realtà che un dodicenne è costretto a costruirsi per superare la difficile situazione che sta vivendo. Tutto è tanto affascinante quanto terrificante, a partire dal bellissimo uccello del titolo, che regala alcune delle sequenze più spettacolari e coinvolgenti in animazione. Così come gli altri animali che si possono ammirare nella pellicola, come i parrocchetti. In fondo la nascita, la vita e la morte sono solo punti diversi su una stessa linea.
Il ragazzo e l’airone: il testamento fantastico di Hayao Miyazaki
Se nel 2013 sembrava che il Maestro ci salutasse per sempre andando in pensione con Si alza il vento, forse la più terrena e pragmatica delle sue pellicole animate, Il ragazzo e l’airone lascia ai posteri un testamento fantastico. In cui ancora una volta ricorrono i temi tanto cari a Miyazaki, una sorta di summa della propria carriera e soprattutto delle caratteristiche della propria poetica.
Il coming of age che spesso avviene attraverso un profondo trauma ed una violenza. La creazione e l’esplorazione di mondi fantastici e visionari che solo lui è stato capace di realizzare e farvi viaggiare gli spettatori. Il ritorno alla campagna e ai valori di un tempo. La disparità sociale – come il padre considera il figlio il suo “prediletto” e come vuole venga accolto a scuola dai compagni, sfoggiando anche eccessivamente la propria ricchezza accompagnandolo in automobile.
È impossibile non lasciarsi affascinare e coinvolgere dai riconoscibilissimi tratti del suo character design e da ciò che racchiudono nei personaggi. I dolcissimi warawara, spiritelli che rinasceranno sotto forma di esseri umani. Le vecchine domestiche che governano la villa e ne custodiscono i segreti, oltre a proteggere chi vi abita. L’airone antropomorfo del titolo. Una biblioteca segreta. Un attraversamento via mare che sembra uscito direttamente da Dante Alighieri (con tanto di citazione in latino). Ci sono anche gli aerei, altra grande passione di Miyazaki, omaggiati dal Maestro in una sorta di cameo quando scopriamo che la fabbrica del padre del protagonista ne è costruttrice.
Non sappiamo se, all’età di 82 anni suonati, Hayao Miyazaki ci regalerà un altro capolavoro animato come sembra si stia già adoperando per fare. Ricordiamo che, per motivi economici e legati alla pandemia, ci sono voluti sette anni allo Studio Ghibli per realizzare questo film. Nell’attesa, però, lo ringraziamo per averci regalato una gioia per gli occhi e uno stimolo per la mente – e soprattutto per il cuore – ancora una volta.
Ricordiamo che dopo la presentazione in anteprima alla Festa di Roma e Lucca Comics and Games, Il ragazzo e l’airone sarà distribuito in Italia da Lucky Red dal 1° gennaio 2024.
In Breve
Giudizio Globale
9.0
Sommario
Hayao Miyazaki a 80 anni suonati con Il ragazzo e l'airone ci regala (forse) il suo ultimo capolavoro animato, che torna alla dimensione del fantastico e del coming of age dopo il più terreno e pragmatico Si alza il vento. Una summa delle sue tematiche, del suo character design unico e riconoscibile, dei suoi personaggi e dei suoi mondi fantastici che popolano una delle menti più visionarie della storia dell'animazione.