Si alza il vento: il testamento animato di Hayao Mizayaki prima de Il ragazzo e l’airone
Tutti pronti per l'ultimo film del Maestro alla vigilia dell'anno nuovo.
Pubblicato il 30 Agosto 2023 alle 15:00
C’è una strana congiunzione astrale anime in corso in Italia. È tornato in sala Si alza il vento ed è stata annunciata la data di uscita de Il ragazzo e l’airone, il nuovo film di Hayao Miyazaki.
Si alza il vento chiude la seconda edizione di “Un mondo di sogni animati“, la rassegna di Lucky Red dedicata ai capolavori dal Maestro dell’animazione giapponese e dello Studio Ghibli. Al tempo quando uscì nel 2013, dieci anni fa, era stato pensato per essere l’ultimo film del Maestro. Una summa del suo cinema e della sua poetica che chiudeva in modo semi-autobiografico la propria carriera. Eppure adesso sta per uscire una nuova pellicola da lui diretta.
Hayao Miyazaki, il progettista di anime
Si alza il vento è l’adattamento dell’omonimo manga dello stesso Miyazaki e a sua volta ispirazione del romanzo di Tatsuo Hori. In parte biopic in parte testamento animato. Racconta in maniera romanzata la vita di Jirō Horikoshi (1903–1982), progettista realmente esistito e inventore del Mitsubishi A5M e del modello successivo Mitsubishi A6M Zero. Ovvero gli aerei da caccia usati dalla Marina imperiale giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. Progettista poiché miope e quindi impossibilitato ad essere un pilota. Proprio come viene espresso dai dialoghi che durante il film il protagonista ha con lo spirito del suo mito, il progettista italiano Giovanni Battista Caproni.
È interessante che per quella che doveva essere la sua ultima opera – il Maestro aveva oltre 70 anni all’epoca – Hayao Miyazaki abbia scelto un soggetto così ambivalente. Questo perché la posizione del regista è sempre stata fortemente antimilitaristica. Qui ci troviamo invece di fronte ad un personaggio che rappresenta in un certo senso un suo alter ego che non vuole che gli aerei che costruisce diventino armi. Lo fa per l’armonia dei velivoli che gli ricordano le spine di pesce e per la magia della fisica che li fanno volteggiare in aria. Proprio come l’animazione affascinante del Maestro, pura artigianalità.
Una summa della sua poetica cinematografica e della sua vita, dicevamo: Nahoko, l’amore della vita di Jirō che tornerà da lui ciclicamente come il vento, è affetta da tubercolosi. Proprio come la madre del Maestro quando era piccolo, costretta in ospedale per molto tempo. E come anche la madre delle due protagoniste de Il mio vicino Totoro. L’Hotel in cui alloggiano i personaggi è ispirato, come spesso capita nella filmografia del Maestro, da un vero luogo da lui realmente visitato. In questo caso il Kamikochi Imperial Hotel in Giappone. Miyazaki, inoltre, è sempre stato appassionato di aeronautica e dell’Italia, presenti entrambe nel film.
Proprio come Jirō è un progettista di aerei, anche Miyazaki lo è per gli anime, ma in un certo senso è anche il loro pilota, dato che ne cura tutto lo sviluppo fino a dirigerli e consegnarli al pubblico. Una pellicola estremamente delicata e poetica che racconta parallelamente l’amore per la scienza e per il progresso ma anche quello per la persona che ci completa, ricordando anche alcuni fatti storici traumatici come il terremoto che colpì il Kantō nel 1923 oltre alla Guerra Mondiale.
C’è il grande dilemma etico che emerge dalla pellicola data l’ambivalenza del personaggio principale, che fece molto discutere all’epoca dell’uscita. Eppure è proprio in queste domande senza risposta e in questa poesia piena di maturità che risiede la potenza e la magia di quest’opera. I protagonisti infatti non sono dei bambini, come di solito capita nei film del Maestro, ma si tratta in fondo di un romanzo di formazione per giovani adulti. “Le vent se lève, il faut tenter de vivre” (Si alza il vento, bisogna tentare di vivere)” dicono Caproni e Jirō nel film e dobbiamo fare tesoro di questo insegnamento.
Si alza il vento: verso Il ragazzo e l’airone
Si alza il vento doveva essere l’ultima opera di Hayao Miyazaki e la terzultima dello Studio Ghibli. Sarebbero seguiti la chiusura del co-fondatore dello Studio, Isao Takahata, con La storia della principessa splendente, e Quando c’era Marnie di Hiromasa Yonebayashi. Tralasciando la parentesi 3D del figlio Goro con Earwig e la Strega, nel 2017 il regista è tornato sui propri passi insieme allo Studio di cui ha fatto la storia e la fortuna.
Il 1° gennaio 2024 vedremo infatti anche in Italia – dopo il successo al box office giapponese questo luglio 2023 e la presentazione al Festival di Toronto – Il ragazzo e l’airone. Questo il titolo italiano scelto per How Do You Live? (Kimi-tachi wa dō ikiru ka – E voi, come vivrete?), tratto dal romanzo per ragazzi del 1937 di Genzaburō Yoshino. Titolo internazionale The Boy and the Heron.
Poche o quasi nulle informazioni sulla trama e nemmeno un trailer se non un teaser poster prima dell’uscita in terra nipponica. Per poi arrivare a qualche giorno fa con le prime immagini ufficiali che mostrano tutta l’artigianalità che ha sempre caratterizzato l’animazione del Maestro in 2D. Lui oggi ha 82 anni e anche per questo ha creato un minuto di film al mese in media per poter raggiungere il risultato voluto.
Non vediamo l’ora di vederlo e ci chiediamo se questo sarà, questa volta per davvero, il suo testamento animato.