Hulk: Futuro Imperfetto | Recensione del volume Marvel Must-Have
In questo volume vengono raccolte due storie post-apocalittiche con protagonista Hulk, scritte dal suo autore di punta, Peter David, e disegnate da due talenti assoluti come George Perez e Dale Keown !
Pubblicato il 25 Agosto 2023 alle 07:00
Autori: Peter David (testi), George Perez, Dale Keown (disegni)
Formato: 17X26, 168pp., C., colori
Prezzo: 15,00 euro
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Casa editrice: Panini Comics
Data di pubblicazione: 11 mag. 2023
Peter David è uno dei più acclamati scrittori di comics contemporanei. Nel corso della sua quarantennale carriera ci ha regalato memorabili run di Peter Parker: The Spectacular Spider-Man, Spider-Man 2099, X-Factor, She-Hulk e molti altri, anche se il personaggio a cui deve buona parte del suo successo è sicuramente Hulk, che ha scritto per ben dodici anni.
Il suo contributo alla serie fu determinante, in quanto riuscì ad approfondire la psiche di Bruce Banner come pochi altri, scavando ad esempio nel suo torbido passato, segnato dagli abusi di un padre violento. Ma possiamo annoverare anche l’introduzione di nuove versioni del Gigante di Giada molto riuscite, tra cui l’arrogante e sbruffone Joe Fixit, un Hulk grigio che trovò sistemazione come buttafuori in un casinò di Las Vegas, e un Hulk “completo”, che finalmente riuscì a far convivere le varie personalità di Bruce Banner, mantenendo sia la sua intelligenza che la forza bruta del Pelleverde.
Durante questa lunga e fortunata gestione, David scrisse anche una storia speciale del personaggio, ambientata in un futuro distopico, dove una guerra nucleare aveva spazzato via tutto, compresi i supereroi, e i pochi superstiti venivano schiavizzati, o costretti a vivere di stenti, sotto il pugno duro del Maestro, ovvero una versione di Hulk invecchiata e assai più malvagia.
La storia in questione si chiama Futuro Imperfetto e risale al 1992. Riscosse sin da subito un grande successo, grazie anche all’apporto di un gigante della matita come George Perez, che con il suo stile preciso e ultradettagliato fornì indubbiamente un valore aggiunto al racconto.
Anche la sceneggiatura di David, comunque, è congegnata alla perfezione e non sente minimamente il passare del tempo, nonostante i suoi trent’anni suonati, grazie a una scrittura molto dinamica e incisiva, che arriva dritta al punto, senza inutili spiegoni o dialoghi ridondanti.
Sin dall’inizio, infatti, il lettore viene catapultato in questa angosciante realtà, senza interludi di alcun tipo, per poi apprendere alcuni retroscena e antefatti solo nel corso della narrazione. Questo espediente contribuisce a rendere ancora più agile ed avvincente la lettura, in un continuo crescendo di azione e colpi di scena.
Il vero personaggio cardine del racconto, però, resta indubbiamente il Maestro, una versione distorta di Hulk tanto potente e maestosa quanto inquietante. Egli incarna infatti tutto quello che il Gigante di Giada non vorrebbe mai diventare: un essere cinico e privo di morale, completamente abbandonato ai suoi istinti più bassi e triviali. Un vero e proprio “incubo vivente”, in pratica, reso pazzo dagli eventi catastrofici che hanno afflitto la Terra, lasciandolo ancora più solo e in balia di sé stesso.
Il confronto con la sua versione più giovane (ed eroica) sarà ovviamente intenso ed esplosivo (in tutti i sensi), ma le sequenze più drammatiche ed emozionanti riguarderanno un altro personaggio storico dell’Hulk-verse come Rick Jones.
Il compagno di mille avventure del Pelleverde, sin dalla sua primissima apparizione (era lui il ragazzo che Bruce Banner salvò quando scoppiò la bomba gamma che dette origine ad Hulk), si dimostra anche stavolta fondamentale nella dinamica del racconto. Sarà lui infatti a inviare i suoi pronipoti nel passato, per recuperare Hulk e portarlo nel futuro a salvarli, mentre la sua “sala dei cimeli”, con tutto ciò che rimane dei supereroi e delle persone a cui ha voluto bene, rimane senza dubbio una delle immagini più toccanti e di maggior impatto della storia.
Anche in questo caso l’apporto di Perez è stato fondamentale, vista la sua perizia nell’inserire particolari e dettagli nascosti in ogni sua tavola, come si può notare nel succitato nascondiglio di un invecchiato Rick Jones, ma anche quando deve raffigurare panoramiche di questo disastrato mondo, che riprende molto dell’immaginario post-atomico tipico di romanzi e pellicole fantascientifiche del genere.
Da sottolineare in particolare la sua attenzione e inventiva nel ricreare architetture e costumi futuristici, che mescolano e rielaborano elementi moderni con altri del passato, rispecchiando alla perfezione una società che è avanti a noi cronologicamente, ma al contempo è rimasta arretrata a causa del disastro nucleare e del regime del Maestro.
A chiusura del volume, Panini inserisce anche un altro racconto, sempre scritto da Peter David e disegnato da Dale Keown, artista dallo stile esplosivo che ha firmato proprio con David una delle sue run di Hulk più acclamate. Non è un caso, infatti, che proprio loro due siano stati chiamati per raccontare l’ultima storia di Hulk, per la linea The End, ovvero le storie “finali” di alcuni dei principali character marvelliani.
Riadattando un racconto in prosa da lui scritto alcuni anni prima, David parte dalle stesse premesse di Futuro Imperfetto, ovvero un mondo nuclearizzato, dove solo Hulk è riuscito a sopravvivere. Stavolta però ci sono anche dei terribili scarafaggi giganti, in grado di divorare persino il Gigante di Giada, anche se lui riesce comunque a guarire finché non lo riattaccano, in un continuo loop senza fine.
Ciò che rende angosciante e drammatico questo racconto è però la tristezza e la solitudine assoluta con cui è costretto a convivere Bruce Banner, il cui fisico è ormai invecchiato e decadente, ma non riesce a morire, in quanto Hulk si rifiuta di farlo. La morte infatti sarebbe per lui una sconfitta, e Hulk, adesso tornato alla sua forma più primitiva e iraconda, non accetta di perdere o di dimostrarsi debole in alcun modo.
In questo caso lo scrittore paragona il Golia Verde a Prometeo, che favorì l’evoluzione dell’uomo donandogli il fuoco, e per questo fu punito con uccelli che divoravano le sue interiora ogni singolo giorno, per poi rigenerarsi e ricominciare da capo. Hulk invece era il simbolo vivente del nuovo stadio evolutivo, e in particolare la ricerca dell’uomo di creare armi sempre più distruttive e pericolose, che alla fine lo hanno portato all’estinzione. Anche lui, dunque, meritava una flagellazione perenne per espiare le sue colpe, proprio come Prometeo.
A differenza di Futuro Imperfetto, qui Bruce Banner non perde completamente il senno, né si deve confrontare con nessun altro, in quanto è completamente solo, e l’unico nemico che deve affrontare è sé stesso. La perenne lotta tra il timido scienziato e il suo verde alter-ego stavolta viene portata al limite, e non sembra esserci un punto d’incontro.
In un mondo ormai desolato, senza più nessun affetto, chi riuscirà a prevalere ? La forza bruta di Hulk o l’intelletto di Bruce Banner ???
Al tavolo da disegno Dale Keown conferma la sua abilità nel rappresentare esseri imponenti e mastodontici come il Golia Verde, che trasuda primordiale potenza e ferocia in ogni tavola, mentre il suo alter-ego umano è più che mai gracile ed emaciato, con un capo spesso più pronunciato rispetto al resto del corpo, avvizzito per l’incedere del tempo. Le lande desolate, unite al suo evidente decadimento fisico, trasmettono pienamente il profondo senso di solitudine e di malinconia provato dal protagonista.
La colorazione accesa di Dan Kemp, infine, risalta la spettacolarità delle immagini realizzate da Keown, rendendole ancora più vivide e tridimensionali.
Sia Futuro Imperfetto che Hulk: The End sono quindi due ottime storie, che partono da basi comuni, ma con sviluppi diversi, decisamente drammatici e inquietanti. Questo volume Must-Have della Panini è dunque una buona occasione per recuperarle entrambe, ad un prezzo adatto a tutte le tasche.
In Breve
Storia
8
Disegni
8
Cura editoriale
7.5