Barbie: recensione del sorprendente film di Greta Gerwig con Robbie e Gosling
Il film è al cinema dal 20 luglio con Warner Bros.
Pubblicato il 20 Luglio 2023 alle 08:00
Titolo originale: Barbie
Scritto da: Greta Gerwig, Noah Baumbach
Basato su: Barbie di Mattel
Diretto da: Greta Gerwig
Musiche di: Mark Ronson, Andrew Wyatt
Cast: Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Kate McKinnon, Issa Rae, Rhea Perlman, Will Ferrell
Produzione: Heyday Films, LuckyChap Entertainment, NB/GG Pictures, Mattel Films
Distribuzione: 20 luglio 2023, Warner Bros. Pictures
In seguito all’incredibile e curatissima promozione relativa al film, Barbie di Greta Gerwig aveva preoccupato più di qualche spettatore per le altissime aspettative create, che spesso hanno l’effetto esattamente opposto una volta uscita la pellicola. Ovvero qualcosa di carino e simpatico, ma non molto più di questo, senza chissà quali guizzi o invettive. Per fortuna Barbie Il Film, al cinema dal 20 luglio con Warner Bros., non rientra in questa categoria. Lo abbiamo visto in anteprima e vi raccontiamo cosa aspettarvi senza spoiler.
Barbie: una sorprendente commedia americana
Come dicevamo, Barbie di Greta Gerwig è molto più di quanto appaia in superficie, con quel rosa shocking ad accecarci gli occhi. Proprio come la bambola Barbie, che ha caratterizzato l’infanzia di molti e allo stesso tempo è stata odiata da altri, e che potrebbe essere nata con intenzioni diverse da quelle apparenti. Per quanto sia un film co-prodotto da Mattel, la casa produttrice di giocattoli tra cui la stessa bambola, non manca di criticare non solo la società patriarcale in cui siamo cresciuti ma anche il modus operandi e la linea editoriale dell’azienda stessa.
La pellicola si rivela così una satira sociale acutissima e molto intelligente sul mondo contemporaneo e sul diverso trattamento tuttora riservato a uomini e donne in vari ambiti. Di nuovo, molto più di quanto sembri di primo acchito, non abbiate paura di guardare oltre. La favola per adulti che Greta Gerwig e il marito Noah Baumbach hanno scritto a quattro mani è anche un romanzo di formazione. Ed è un bene che l’abbiano fatto insieme, per bilanciare entrambi i punti di vista ottenendo un risultato molto equilibrato. Una storia generazionale di nonne, madri e figlie che si tramandano bambole e ciò che queste rappresentano per l’una e per l’altra. Il racconto di una disillusione pessimista verso il futuro e una nostalgia forse immotivata verso il passato.
Ma cosa succede se queste bambole iniziano a mettere in discussione se stesse e la propria “vuota” esistenza? Un mix live action tra prodotti animati come Toy Story, Inside Out e Red, che porta le Barbie e i Ken del film a trovare la propria strada e il proprio posto nel mondo. A volte a suon di musica, con delle canzoni originali assolutamente folli e una colonna sonora perfettamente a tema. Tanto in quello dei giocattoli quanto nel mondo reale. Un Barbieworld ricreato in un set incredibile, valorizzato dalle scenografie di Sarah Greenwood, tanto plasticose e irreali da essere perfettamente sopra le righe.
Tutto Barbie è esagerato, ma mai eccessivo. Dalle citazioni continue alla cultura pop, ad argomenti decisamente per adulti, fino ai dialoghi lucidissimi sui rapporti tra uomini e donne e sulle contraddizioni della società. Tra questi citiamo un monologo in particolare che esprime davvero il cuore e il fulcro dell’intera pellicola, grazie all’interpretazione di America Ferrera. Ma è tutto il cast a brillare in questa pellicola, e non era né scontato né assolutamente necessario. Eppure i tantissimi interpreti che si alternano e affacciano sullo schermo dicendo “Ciao Barbie” e “Ciao Ken” non sono mai scontati nella loro presenza e in ciò che hanno da dire. Capitanati da Margot Robbie e Ryan Gosling in stato di grazia. I due hanno dimostrato grande coraggio e grande umiltà nell’accettare di interpretare gli stereotipi di bellezza contro cui ci stagliamo ogni giorno. Una sorta di rilettura del mito di Wonder Woman e dell’Isola delle Amazzoni da parte della Gerwig, quasi un sequel ideale di Una donna promettente.
È molto facile partire prevenuti verso un film pop e commerciale come questo. È molto più difficile e richiede maggior impegno, invece, andare a scavare e a cogliere cosa gli autori ci volevano dire con quest’opera. E non bisogna nemmeno scavare poi così tanto, perché è tutto lì in bella vista proprio come i Ken e le Barbie del film. Bisogna solamente essere consapevoli che se un prodotto come questo che unisce incredibilmente autorialità e blockbuster e di cui (speriamo) si parlerà a lungo, riesce a smuovere anche solo di un centimetro le coscienze degli uomini e delle donne nel pubblico, allora ha vinto. E ha vinto il cinema. Abbiamo vinto tutti. Non abbiamo perso. A mettersi in discussione, a provare a ragionare, a provare a migliorarsi anche quando si pensa non ce ne sia bisogno, non si perde mai.
In Breve
Giudizio Globale
9.0
Sommario
Una scrittura intelligente e una messa in scena coloratissima e pop rivelano un film molto più profondo di quanto sembri inizialmente (e sembrasse dalla promozione). Una riflessione sulla contemporaneità tra femminismo e patriarcato, con un cast in stato di grazia e una regia molto vivace.