Indiana Jones e il Quadrante del Destino: recensione del capitolo finale della saga
Il film è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes.
Pubblicato il 1 Luglio 2023 alle 16:00
Titolo originale: Indiana Jones and the Dial of Destiny
Scritto da: Jez Butterworth, John-Henry Butterworth, David Koepp, James Mangold
Diretto da: James Mangold
Musiche di: John Williams
Cast: Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge, Antonio Banderas, John Rhys-Davies, Toby Jones
Boyd Holbrook, Ethann Isidore, Mads Mikkelsen
Produzione: Walt Disney Pictures, Lucasfilm Ltd.
Distribuzione: 28 giugno 2023, The Walt Disney Company
Tempus fugit. Il tempo è sicuramente al centro di Indiana Jones e il Quadrante del Destino sia concettualmente che narrativamente. Al contrario dei soliti sequel in cui il tempo non deve sembrare che sia passato, qui deve eccome. L’Indiana Jones di Harrison Ford è anziano, affaticato, disilluso, quasi in pensione, finché non arriva la sua figlioccia (Phoebe Waller-Bridge) a ribaltargli ancora una volta la vita. Lo abbiamo visto in anteprima e vi raccontiamo cosa aspettarvi senza spoiler.
Indiana Jones e il Quadrante del Destino: Tempus Fugit
Nonostante i difetti, lo diciamo subito: Indiana Jones e il Quadrante del Destino è una degna conclusione per la saga dedicata all’archeologo più famoso del cinema. C’è l’avventura, c’è la ricerca, ci sono gli artefatti e gli inseguimenti, c’è l’azione, c’è il romanticismo. Tutti gli elementi però non sono ben miscelati tra loro e il risultato è sbilanciato. La lunga sequenza d’apertura, con la scelta del de-aging del protagonista lascia un po’ perplessi così come quella lunga finale, che mette in campo qualcosa che ci si poteva aspettare vista la tematica dell’artefatto al centro della storia ma fa comunque storcere il naso. Non basta la celebre musica di John Williams, tornato per la quinta volta come compositore, a far emozionare per aver inserito l’iconico tema nei momenti chiave.
Ciò che manca è la magia che Steven Spielberg aveva saputo donare ai primi quattro film grazie alla propria indole da eterno ragazzo. James Mangold, abituato a raccontare la fine di una carriera come in Logan rende questo quinto capitolo più dark e maturo. Allo stesso tempo però prova ad alleggerire il tono con la presenza e i dialoghi di Phoebe-Waller Bridge, erede ideale ma non fattuale del cappello e della frusta del protagonista, risultando ancora una volta sbilanciato. Dopo l'”errore” sull’eredità tra padri e figli vista nel quarto film, gli autori hanno fatto intelligentemente un passo indietro dando un epilogo anche a quella storia.
Indiana Jones e il Quadrante del Destino è un film sul tempo e sui rimpianti che ci portiamo dietro, rischiando di non riuscire mai a venirne a capo e a patti. Il ritmo del film è quello che più risente dalle eccessivamente lunghe e immotivate scene d’azione e dai relativi inseguimenti. Sarebbero state molto più efficaci maggiori scene d’avventura, di indovinelli e rompicapi, di viaggi negli abissi del tempo e della memoria. Ciò che davvero riesce però, oltre al sempreverde Harrison Ford che qui però volutamente appare affaticato e disilluso, è il villain. Un cattivo che sembra voler sorpassare tutti i cattivi precedenti, in astuzia e crudeltà, soprattutto nel proprio legame col nazismo. Mads Mikkelsen raffigura il suo Voller in modo gelido e glaciale come solo lui aveva già dimostrato di saper fare. Appendere il cappello al chiodo, così, si può.
Vi ricordiamo che Indiana Jones e il Quadrante del Destino è al cinema dal 28 giugno con The Walt Disney Company Italia.
In Breve
Giudizio Globale
7.0
Sommario
Una degna conclusione per la saga avventurosa in cui però si sente la mancanza della mano di Steven Spielberg. Manca l'avventura, la magia, le scene action sono eccessivamente lunghe e questo inficia il ritmo del film, e non basta l'iconica musica di John Williams a risolvere tutto. Mads Mikkelsen è un ottimo villain.