The Flash: recensione del cinecomic che fa ripartire il DC Universe
Il film chiude il vecchio DC Extended Universe e apre al nuovo corso di James Gunn.
Pubblicato il 16 Giugno 2023 alle 07:00
Titolo originale: The Flash
Scritto da: Christina Hodson
Basato sui fumetti DC di: Gardner Fox e Robert Kanigher (testi) e da Carmine Infantino (disegni) nel 1956
Diretto da: Andy Muschietti
Musiche di: Benjamin Wallfisch
Cast: Ezra Miller, Sasha Calle, Michael Shannon, Ron Livingston, Maribel Verdú, Kiersey Clemons, Antje Traue, Michael Keaton
Produzione: DC Studios, Double Dream, The Disco Factory
Distribuzione: 15 giugno 2023, Warner Bros. Pictures
Dopo rimandi, rinvii e gestazioni complicate approda finalmente al cinema The Flash, il primo film stand-alone sul supereroe DC interpretato da Ezra Miller e diretto da Andy Muschietti. Dal 15 giugno al cinema con Warner Bros. Lo abbiamo visto in anteprima e vi raccontiamo cosa aspettarvi senza spoiler.
The Flash: la sorpresa del pre-DC Universe di James Gunn
The Flash ha avuto una gestazione complicata. Non solo per quanto accaduto dietro le quinte a Ezra Miller. Ma anche per il film stesso, che ha passato varie fasi e montaggi, complice nel mezzo l’arrivo di James Gunn come nuovo responsabile della DC nell’entertainment. Tanti i rumor e i cameo paventati, tanti (sembravano troppi) i personaggi coinvolti, e invece quello che ci troviamo di fronte è qualcosa di molto più coeso e fluido di quanto fosse lecito aspettarsi.
The Flash è un film di raccordo, tanto per la run originaria dei fumetti che lo ha ispirato, Flashpoint, quanto per il dover fare da chiusura del precedente DC Universe e trampolino di lancio per il nuovo corso di Gunn e Safran, che partirà tecnicamente con Bluebeetle e Aquaman 2, rimontato da Wan.
Viene esplorata – e basta aver anche solo intravisto la serie con Grant Gustin per conoscerla – l’origin story di Barry Allen alias Flash. Una storia familiare di perdita e tentativo di ritrovamento, attraverso il Multiverso e il Viaggio nel Tempo. Non è uno spoiler, si tratta dell’escamotage che unisce più teorie per poter sfruttare tanti universi. Questi tanti mondi però si rivelano funzionali alla storia principale, che rimane il core della pellicola, facendo anche emozionare e commuovere, grazie alla scelta di casting di Maribel Verdù e al racconto delicato e attento da parte della sceneggiatrice Christina Hodson.
Attraverso una serie di avventure e combattimenti, Barry crescerà e capirà molto più di se stesso e della propria famiglia che se non avesse fatto quegli incredibili viaggi. Ezra Miller è incredibile nel ruolo, donandogli comicità ma anche drammaticità quando serve, ed è un peccato doverlo già salutare appena arrivato. Riesce a reggere tutto il film sulle proprie spalle e la vena comica aiuta ad alleggerire il tono senza renderlo mai banale e continuando il percorso di presentazione precedente del personaggio.
The Flash: tutto su mia madre
Non è sicuramente “il miglior film di supereroi di sempre” come Gunn aveva paventato alla sua prima conferenza stampa ufficiale in DC perché è evidente che doveva proporre qualcosa ad effetto che aggiungesse curiosità sul film nato male. Però è un gran bel film di supereroi, di origini, di coming of age, di presa di consapevolezza, di tanti temi e aspetti messi insieme.
La pellicola ovviamente gioca coi vari mondi, non solo coi già annunciati Kara/Supergirl di Sasha Calle e il grande ritorno di Michael Keaton nei panni di Bruce Wayne/Batman (con tanto di omaggio visivo a Tim Burton). Tanti sono i camei inaspettati durante il film – che non vi sveliamo per non rovinarvi la sorpresa – ma il cuore di tutto rimangono Allen e la sua famiglia, ed è questa la vera forza del film. Non si insiste nemmeno troppo sulla famiglia che potrebbe trovare nella squadra supereroistica, perché l’importante è tornare a quella biologica, o a ciò che ne rimane. C’è però un interessante confronto con Batman riguardo la perdita dei propri genitori e il senso di colpa. Lo stand-alone gioca coi what if che tutti ci siamo chiesti nella nostra vita quando abbiamo perso qualcuno.
Proprio come lo Spider-Man di Tom Holland nell’MCU, anche Barry è nato in questo universo insieme alla Justice League e si sente perso senza di essa, cercando disperatamente di ritrovarla o di formare una squadra che ne sia un surrogato. Ma scoprirà presto che è su se stesso che deve scommettere e su tutto quello che ha dentro da dare.
Quello che insomma poteva risultare un film rattoppato, è invece una storia che ha un incipit, uno sviluppo e un epilogo. Il vero problema è a livello visivo: se la CGI ci ha convinti quando si tratta di mostrare il potere di Barry e il suo sviluppo per le vie della città, meno lo ha fatto nel Viaggio nel Tempo.
Ritorna anche il villain di Michael Shannon ma francamente non è nemmeno così importante in questo frangente se non per essere funzionale a far scavare Barry dentro se stesso. Andy Muschietti sembra aver curato la regia ma non totalmente la messa in scena e gli effetti speciali, e lo stesso dicasi per Benjamin Wallfisch con la colonna sonora.
Ricordiamo che The Flash è al cinema con Warner Bros dal 15 giugno nelle sale italiane.
In Breve
Giudizio Globale
7.0
Sommario
Peccato che dobbiamo già salutare il Barry Allen di Ezra Miller perché convince, così come convince il film partito con moltissimi problemi di gestazione dietro le quinte eppure venuto fuori molto più coeso e fluido di quanto potessimo aspettarci. Peccato per la CGI.